Conferenza Putin
© Sputnik. Grigory Sisoev
Come ogni anno è immancabile l'appuntamento del presidente russo Vladimir Putin con la stampa. Durante la Maxi conferenza stampa in diretta di fine anno Putin si è riconfermato un comunicatore diretto, senza peli sulla lingua. Il suo messaggio raggiungerà l'Occidente?

I giornalisti russi e stranieri durante le 4 ore di conferenza si facevano notare in tutti modi con tanto di cartelloni e scritte curiose per poter porre la propria domanda a Vladimir Putin. Sono state affrontate questioni interne al Paese, ma non sono mancate domande su temi internazionali, come la crisi siriana, i rapporti fra Russia e Unione europea, la collaborazione con gli Stati Uniti.

Quali segnali importanti arrivano dalla maxi conferenza di Putin? Sputnik Italia ha analizzato i passaggi riguardanti i dossier internazionali grazie all'aiuto di Tiberio Graziani, presidente dell'Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (l'IsAG), direttore della rivista "Geopolitica".

— Alla domanda della BBC sui famigerati hacker russi, che sarebbero coinvolti nella campagna elettorale americana, Putin ha risposto che tuttora non è chiaro chi siano precisamente gli hacker in questione. Quello che hanno messo in luce è più grave, ovvero sia le manipolazioni dell'opinione pubblica da parte dei democratici. Secondo Putin i democratici hanno perso, ma cercano i colpevoli all'esterno, dando la colpa alla Russia. Tiberio, che ne pensi di quest'affermazione del presidente russo?

— Chiaramente c'è sempre la strategia di non entrare in merito alle questioni, ma di attirare l'attenzione mediatica su altri dettagli, che colpiscono di più l'immaginazione della gente. Questo ne è un esempio. Dire che la Russia ha fatto di tutto per far eleggere Trump fa un po'sorridere, perché questo fa notare una cosa particolare: la debolezza degli Stati Uniti. Questa storia dovrebbe far pensare allora che la super potenza mondiale, gli Stati Uniti, sono talmente deboli da farsi infiltrare da agenti informatici del Cremlino. È una guerra propagandistica da parte occidentale che fa sorridere, la risposta di Putin penso sia stata alquanto corretta, anzi molto diplomatica.

— Putin ha aggiunto che vorrebbe riallacciare dei rapporti costruttivi con la nuova amministrazione americana per il bene di entrambi i Paesi. Vista l'apertura di Putin da una parte e di Trump dall'altra, ci sono dei buoni auspici per i rapporti futuri?

— A parte le considerazioni di un leader, in questo caso Putin, che sono condivisibili, c'è da tener conto della loro retorica. Vorrei dire che ci sono dei motivi anche oggettivi per cui dopo otto anni di crisi economica, una crisi partita proprio dagli Stati Uniti, bisogna trovare un punto d'incontro fra gli attori globali. Questi attori ad oggi sono gli Stati Uniti, la Russia e la Cina. La parte occidentale del mondo e quella orientale devono trovare un equilibrio e questo sarà possibile molto probabilmente con la nuova amministrazione americana. Quest'equilibrio andrà a beneficio non solo degli Stati Uniti e della Russia, ma del sistema globale in generale.

— Sul dossier ucraino Vladimir Putin ha espresso il suo auspicio per la normalizzazione dei rapporti fra Russia e Ucraina. Secondo il presidente il formato di Normandia non ha prodotto risultati efficienti, ma al momento è l'unico strumento possibile. Inoltre Putin si è detto favorevole al regime senza visti fra Ucraina e Unione europea, aggiungendo che l'ideale sarebbe fornire loro anche il permesso di lavoro per garantire condizioni di vita accettabili. Che ne pensi di questa posizione presa da Putin?

— La normalizzazione dei rapporti è negli interessi dell'Ucraina, dell'Europa e della Federazione russa. Putin ha ribadito che l'unica via perseguibile è quella del quartetto di Normandia, cioè delle negoziazioni diplomatiche che vanno portate avanti.

Per quanto riguarda la liberalizzazione dei flussi di migranti ucraini, c'è da dire che i cittadini ucraini che emigrano in Paesi europei, generalmente non hanno quelle certezze relative al diritto del lavoro, ad un salario giusto e ben retribuito. È strano sentir dire questo aspetto da chi dall'opinione pubblica mondiale viene considerato un nemico dell'Ucraina e degli ucraini. Effettivamente però questo è un punto sostanziale per quanto riguarda i rapporti fra Ue e Paesi dell'ex blocco sovietico. L'Unione europea sbandiera i diritti umani accusando il Cremlino di non fare altrettanto, poi però in realtà quando riceve i migranti dei Paesi dell'Est Europa non li tratta al livello dei diritti umani che sbandiera.

— Putin ha specificato che la Russia è interessata a sviluppare i rapporti con l'Unione europea, la quale al momento non ha un'unica voce di riferimento. Mosca di conseguenza è disposta a negoziare con i singoli Stati europei separatamente.

— Si è rilevato il bisogno di una politica estera comune, perché è difficile per Mosca interloquire con l'Unione europea quando poi ai tavoli di negoziazione si sentono più voci discordi, perché gli interessi nazionali dei membri dell'Unione sono diversi. L'opzione sarà quella dei rapporti bilaterali con gli Stati europei, perché i rapporti di tipo politico, economico e militare devono essere portati avanti.

Questi rapporti bilaterali non fanno bene ovviamente all'Unione europea, perché la svuotano del suo mandato unitario. La realtà però è questa.

— Putin, definendo l'attentato all'Ambasciatore russo Karlov un tentativo per minare i rapporti con la Turchia, ha ribadito che Mosca farà di tutto per sviluppare i rapporti con Ankara. Il presidente ha inoltre sottolineato l'importanza della cooperazione fra Turchia, Russia e Iran per la soluzione della crisi siriana. La liberazione di Aleppo secondo le parole del presidente è stata l'operazione umanitaria più grande della storia, resa possibile grazie alla Russia. Qual è il tuo punto di vista sul discorso fatto da Putin?

— Le risposte di Vladimir Putin sono state corrette e molto articolate. La Turchia è un partner ambiguo sia per il fronte occidentale sia per la stessa Russia per quanto riguarda il dossier siriano. È un partner che è facile da destabilizzare. L'attentato all'Ambasciatore Karlov tendeva a minare i rapporti ancora fragili fra Mosca e Ankara, ma allo stesso tempo a destabilizzare Ankara, creando un vuoto di potere e il caos in Turchia, uno dei Paesi coinvolti in Siria.

Grazie alla Federazione russa è stato possibile riconquistare Aleppo e dare avvio ad una soluzione di tipo umanitario e politico.

— Per la soluzione della crisi siriana Putin ha sottolineato l'importanza della cooperazione fra tutti gli attori regionali, ma anche con gli Stati Uniti ovviamente.

— Ovviamente ci deve essere un concerto di nazioni, di attori locali, in particolare la Turchia e l'Iran, oltre che certamente gli Stati Uniti. L'aspetto importante è l'apporto turco, perché la Turchia essendo membro della NATO, deve rispondere anche a certe strategie di tipo occidentale. Non tutte queste strategie corrispondono con quelle della Federazione russa.

La Russia, come ha sottolineato più volte oggi Putin, cerca di avere dei buoni rapporti con Ankara, proprio per trovare una soluzione di pace per la Siria.

— Rispondendo ad un giornalista tedesco, Putin ha ricordato che non è stata la Russia ad imporre per prima le sanzioni all'Europa. "Il terrorismo, che ha colpito recentemente anche la Germania, va combattuto tutti insieme, ma com'è possibile con le sanzioni che ci dividono?" ha chiesto Putin.

— Per collaborare contro il terrorismo globale ci deve essere una fiducia reciproca fra i vari Paesi. Se ci sono fenomeni come le sanzioni, questi non creano una reciproca confidenza fra i diversi attori. La questione delle sanzioni fa male ai Paesi europei, che hanno perso miliardi di euro, fra cui anche l'Italia. Fa male anche alla Federazione russa, però a causa di queste misure restrittive in un certo mondo produttivo russo ci sono stati effetti positivi.

— Come definiresti in generale il linguaggio di Putin, tirando le somme della conferenza stampa 2016?

— Putin si è rivelato ancora una volta un buon comunicatore anche con le sue risposte a volte tranchant. Dalle sue risposte emerge la volontà di rassicurare non soltanto la popolazione russa, ma anche gli occidentali su temi internazionali che vedono a volte interessi contrastanti fra Russia e Occidente.