Aleppo
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Il Ministero della Difesa russo ha dichiarato che l'Onu ha interrotto la consegna degli aiuti umanitari ad Aleppo dopo che oltre il 40% della città est è stata liberata dall'esercito siriano. La cosa è strana, visto che questi aiuti sono arrivati in maniera continuativa nei mesi precedenti quando "i distretti orientali di Aleppo erano controllati dai terroristi". Secondo il portavoce della Difesa Igor Konashenkov ora ci sarebbero tutte le condizioni di sicurezza chieste dall'Onu per garantire il flusso di aiuti; perché allora non lo fanno?

Qualche giorno fa il Consigliere Speciale delle Nazioni Unite, Jan Egeland, aveva posto, come condizione per l'invio degli aiuti umanitari, il cessate il fuoco da parte dei siriani e dei russi che consentirebbe anche l'evacuazione dalla zona di circa 400 malati e/o feriti che hanno bisogno di cure immediate. Cosa improponibile per il comando siriano ora che l'offensiva per la liberazione di Aleppo sembra essere sul punto di non ritorno e lo sfondamento verso est da parte della "Forza Tigre" (l'unità speciale dell'esercito arabo-siriano) sembra inarrestabile.

Il cessate il fuoco aiuterebbe la riorganizzazione dei ribelli e Mosca sembra implicitamente accusare l'Onu e l'Occidente di volere proprio questo. Anche perché dopo la liberazione e messa in sicurezza della Castello Road, l'arteria centrale di Aleppo teatro nei mesi scorsi delle battaglie più feroci tra le diverse fazioni, l'Onu non dovrebbe avere difficoltà a inviare i suoi aiuti.

Anche il Ministro degli Esteri russo Lavrov è intervenuto sull'argomento e a margine del Forum Med di Roma, ha dichiarato: "ora che le minacce sulla Castello Road sono state rimosse, abbiamo chiesto a Ginevra di riaprire il corridoio umanitario". In precedenza, le Nazioni Unite hanno usato questa strada più di una volta "e non capiamo perché non hanno cominciato ad agire in questa direzione".

La questione rischia di minare i già tesi rapporti tra Russia e Occidente. Qualche giorno fa, il governo britannico ha accusato la Russia di impedire l'accesso degli aiuti umanitari a causa della non volontà di cessare il fuoco. Ma il portavoce della Difesa russo ha risposto in maniera fortemente polemica: "Il governo inglese non ha fornito un grammo di farina, una coperta o una pillola per aiutare i civili"; mentre quotidianamente il Russian Centre for Reconciliation si fa carico dell'assistenza umanitaria con alimenti, vestiti e medicine "oltre ad aver costruito due ospedali da campo"; ed ancora: "dal 28 novembre, dopo la riconquista di metà dei quartieri nella parte orientale della città, l'esercito siriano ha liberato oltre 90.000 civili, mentre altri 28.000 (di cui la metà bambini) erano già stati portati nella zona di sicurezza".

La conquista di Aleppo è un punto di snodo centrale nell'esito della guerra in Siria e nella possibile vittoria finale russo-siriana; e la denuncia (implicita) di Mosca è chiara: noi stiamo qui in prima linea a combattere le bande di Al Qaeda che voi avete aiutato; e voi state cercando di trasformare Aleppo in un'emergenza umanitaria per bloccare la nostra avanzata. Un'accusa che tiene alta la tensione tra Russia e Occidente.