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© fornita da Valerio Festi
Mosca splenderà con le luci italiane, che abbelliranno diverse piazze e vie della capitale russa. È tempo di allegria e serenità, di sogni e speranze per il futuro. Per un vero Capodanno a Mosca non poteva mancare il talento italiano. Italia e Russia, è ora di fare festa insieme!

Da metà dicembre in occasione delle festività di Capodanno Mosca vestirà il suo abito più bello, le architetture di luce a firma del maestro Valerio Festi, professionista nella creazione di grandiosi spettacoli, cerimonie e feste. C'è un tempo per ogni cosa ed è proprio nei momenti di festa che tutti danno il meglio di sé, è l'occasione per unirsi attorno alle proprie tradizioni, riconfermare la propria identità e guardare verso il proprio futuro, preferibilmente migliore.

Sputnik Italia ha raggiunto per un'intervista in merito il maestro Valerio Testi.

— Maestro Testi, quali saranno le particolarità delle installazioni di quest'anno a Mosca?

— L'anno scorso abbiamo realizzato delle installazioni in tre piazze. Quest'anno saremo in 11 spazi, una moltiplicazione dei pani e dei pesci, potremmo dire. Questo ci fa molto piacere e onore. Queste , una successione di archi che creano l'illusione di una galleria e invitano a camminare dentro questa passeggiata. Davanti al Teatro Bolshoi con gli archi di luce è stata creata una piazza. Queste sono le forme principali che utilizziamo. Quest'anno abbiamo l'occasione di declinare le forme delle architetture, per esempio una facciata di luce sui grandi frontoni nella via Tverskaya in diversi affacci sulla strada.

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© Foto fornita da Valerio Festi
Installazioni di luce in via Nikolskaya di Mosca.

— Lei ha lavorato a Mosca questi ultimi due anni, in passato anche a San Pietroburgo. Che cosa le ha dato quest'esperienza russa?

— A me piacerebbe parlare di letteratura e cultura, confrontarci con le arti di cui la Russia è maestra e portatrice nel mondo. La festa è il momento più alto dell'espressione umana, nella festa si mostra il meglio di sé: ci si mette il vestito più bello, si pensa alle cose migliori e si disegna il proprio futuro. Così è sempre stato. C'è il tempo quotidiano e poi arriva il tempo della festa, quando o la religione o il civile fa il punto di quello che è accaduto e disegna il futuro. Noi diciamo che nella festa disegniamo il mondo come vorremmo che fosse. Così è stato per tanti secoli in Europa, quando i migliori artisti venivano chiamati dai padroni della città, che fosse il Papa a Roma o Lorenzo il Magnifico a Firenze. Gli artisti trasformavano la città con la macchina barocca. I nostri spettacoli avvengono nei momenti di festa, la gente è più attenta in quel periodo a cogliere i messaggi e a farsi partecipe delle espressioni di cultura che avvengono intorno. Abbiamo la fortuna di viaggiare il mondo e di vedere la cultura degli altri nel momento di festa, non è come fare una lezione in un'università. Noi andiamo nelle grandi piazze a fare un grande spettacolo. È un momento di un'emozione enorme.

— Che cosa si ricorda in particolare?

— La festa delle Vele Scarlatte a San Pietroburgo o a Velikij Novgorod facemmo l'anniversario della città o a Mosca la grande festa del teatro tanti anni fa. Incontrando altri che facevano festa, scoprivamo la loro cultura nel momento più alto in cui la potevano esprimere. Incontravamo la cultura. Abbiamo avuto modo di comprendere qualcosa che ha a che fare con le radici della cultura russa. Per noi è stata una grande esperienza.

Noi sappiamo della ricchezza della Russia nella letteratura, nella pittura e nella danza. Sappiamo che quando fa le cose le fa molto seriamente e profondamente, lo dico con grandissima ammirazione. Sono professionisti anche nel fare cultura, diversamente da altri Paesi, che la fanno con più allegria e leggerezza forse. In Russia si incontra la serietà anche nel fare arte, è una cosa importante per noi mediterranei, che comunque siamo più solari, giocosi, noi cerchiamo il lato ludico e dionisiaco spesso nella cultura.

— C'è da dire che i russi amano far festa, adorano i momenti cerimoniosi, per esempio durante le feste si fanno lunghi discorsi di auguri rigorosamente profondi e sentiti.

— Io faccio la festa di mestiere, che ho scelto tantissimi anni fa. Credo che la festa sia il tempo del sacro, il tempo in cui l'umanità afferma i propri valori, la propria identità e soprattutto le proprie promesse, rilanciando alla comunità ciò che si è e ciò che si vuole diventare.

È bello conoscere, è brutto adottare tanti pezzetti di culture diverse senza avere una propria identità. C'è il rischio di essere tutto e nulla in un'epoca sempre più distratta come la nostra con una globalizzazione che sta facendo molta confusione nelle culture. Il nostro mestiere di artisti della festa è di fare cose meravigliose da un punto di vista di forza dell'immagine per muovere, scuotere le anime delle persone, affinché partecipino in questa capacità di disegnare il futuro, che ha sempre più bisogno di creatività.

— In Russia tutto ciò che è italiano è molto apprezzato e amato. Che cosa ne pensa dell'amore dei russi per l'Italia?

— Viene da lontano, da San Pietroburgo, dall'epoca degli architetti italiani che hanno disegnato il Cremlino e altri edifici a Mosca. La Russia da secoli ha guardato l'architettura, ai musicisti dell'Italia. Pensiamo a tutti i musicisti arrivati alla Corte degli Zar. Le racconto un aneddoto. Io mi sono occupato a lungo, creando le feste, anche dei fuochi d'artificio, fuochi di gioia e allegrezza come si chiamavano allora. Un tale Sarti, musicista di Faenza andò alla corte di Caterina II e come accadeva allora componeva musiche d'occasione. Giuseppe Sarti compose per l'occasione di una pace una musica da eseguire all'aperto con scritti in partitura "colpi di cannone e batterie pirotecniche".

Noi italiani abbiamo il talento, una lunga tradizione di arti al servizio della città. Il Rinascimento ha portato la volontà di abbellire la città portando fuori dai palazzi le sculture, le opere d'arte. La Russia ha succhiato dall'Europa, in particolare dall'Italia, il desiderio di bellezza e ordine nel disegnare l'architettura. Credo che noi siamo quella leggerezza che manca un po'ai russi.

— E attraverso l'arte l'Italia e la Russia si avvicinano?

— L'arte è messaggera dei vari Paesi nel mondo, l'arte russa lo è più di tante altre. Per me essere a Mosca significa andare al Bolshoi e in altri teatri. La cultura è fondamentale. Il desiderio del sindaco di illuminare Mosca, continuando a sconfiggere l'immagine perpetua di una Mosca plumbea con il KGB, deve continuare. Mosca non la si vede tanto nei mass media italiani, per cui occorre continuare un lavoro di leggerezza, bellezza e serenità.