Salute & BenessereS


Bell

Flashback Le dolci bugie di Big Sugar: un'inchiesta americana svela i segreti e le furberie dell'industria dello zucchero

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Lo zucchero fa male oppure no? Un consumo eccessivo di zuccheri è associato allo sviluppo di obesità, diabete e patologie cardiache? Per il mondo scientifico sembra proprio di sì, come dimostrano tre studi sulle bibite zuccherate pubblicati recentemente sul New England Journal of Medicine.

Ricordiamo anche un editoriale abbastanza polemico pubblicato a febbraio su Nature intitolato La tossica verità sullo zucchero, in cui alcuni studiosi paragonavano saccarosio e sciroppo di glucosio ad alcol e fumo, attribuendo a queste sostanze un ruolo di primo piano nell'epidemia di diabete e obesità negli Stati Uniti.

Ma non si tratta soltanto di allarmi dell'ultimo minuto. Già nel 1965 il nutrizionista britannico John Yudkin sosteneva che fossero gli zuccheri e non i grassi i colpevoli principali di aterosclerosi e patologie cardiache, mentre nel 1978 alcuni ricercatori del Carbohydrate Nutrition Laboratory presentavano «prove abbondanti che lo zucchero sia uno dei fattori alimentari responsabili di diabete, obesità e malattie cardiovascolari».

Syringe

"Calo dei vaccini, già i primi bambini morti"

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Inizia il terrorismo di Stato. La macchina propagandistica è stata messa in moto, e i Goebbels del Terzo Millennio si sono infilati i guanti bianchi e si stanno sfregando diabolicamente le mani. Sono state allertate tutte le varie agenzie di Pubbliche Relazioni che sanno confezionare pacchetti mediatici e veline per i giornali ad hoc. Il motivo è presto detto: le persone si stanno svegliando dal letargo cerebrale e in coda lentamente stanno uscendo dalla sala hollywoodiana dove proiettano il Truman Show odierno. In pratica stanno dicendo di no alle vaccinazioni pediatriche!

Una delle pratiche mediche più aberranti e rischiose per i bambini, sta venendo messa in discussione da sempre più genitori consapevoli.
Ma tutto questo, nella società dell'inganno, nella società delle falsità, non va per niente bene, e tale rivolta va stroncata a suon di leggi e decreti, il tutto condito con una buona dose di terrorismo e disinformazione.

Nuove epidemie di morbillo e pertosse (per il momento, fino a quando non indurranno qualcosa di più serio...) stanno infatti uccidendo i nostri bambini. Ecco cosa titolano i grandi giornali mainstream italiani:"Calo vaccini, già i primi morti di pertosse", "Calo record delle vaccinazioni, aumentano i morti per la pertosse", "Crollo delle vaccinazioni, tornano pertosse, morbillo e difterite"...
Le ipotetiche morti da pertosse risalirebbero al 2013 in due casi sospetti attribuibili alla regione Marche e un altro invece all'inizio dell'anno al Bambin Gesù di Roma. Casi sospetti in quanto la sede ospedaliera marchigiana non ha mai fornito notizie precise. Nel 2014 nelle Marche, è bene saperlo, è nata l'importantissima Rete Informazioni Vaccini (RIV), tra i cui partner scientifici sono: "Ulrike - Vaccinar..Sì - Vaccininfo" un blog gestito da una casalinga esperta di allattamento e anche di vaccini pediatrici di nome Ulrike Schmidleithner (vedi curriculum http://www.vaccinarsi.org/comitato-scientifico/ulrike-schmidleithner.html), e il serissimo sito "Butac (Bufale un tanto al chilo)" gestito da personaggi che si arrogano il diritto e la presunzione di demolire e smantellare le menzogne su qualsiasi argomento che da fastidio: vaccini, religione, salute, 11 settembre, politica, ecc. Spaziano su tutto perché ovviamente sono onniscienti. La Verità ce l'hanno solo loro. Loro che non hanno nemmeno il coraggio di mettere nome e cognome (ma forse è meglio così). Ecco i partner seri della RIV...

Commenta: Come si dice un'immagine valle più di mille parole:

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Syringe

Vaccini: protesta choc dei genitori invade Facebook - Ecco le foto che fanno male

Vaccini LoSai
[Guarda anche: Il miglior documentario italiano sulla pericolosità dei vaccini obbligatori]

Ildy, la mamma di Marco, ha pubblicato sul suo profilo Facebook una foto che sta facendo il giro del social con migliaia di condivisioni. Non solo: altri genitori hanno seguito il suo esempio e hanno deciso di metterci la faccia.

Sono tutti genitori che in buona fede si sono fidati delle istituzioni, genitori che mai avrebbero pensato che dietro il commercio dei vaccini ci fosse un pericolo per i propri figli. Un pericolo a volte mortale, come nel caso di Vittoria, bambina morta a 11 anni, uccisa dal vaccino obbligatorio.

Noi non possiamo far altro che ringraziare e stimare questi genitori perché, nonostante il dolore che continuano a provare, hanno avuto la forza di compiere questo gesto, un gesto che potrebbe evitare effetti collaterali (anche mortali) a migliaia di giovani, spronando gli italiani ad informarsi approfonditamente prima di far iniettare un mix potenzialmente fatale nel corpicino di un bimbo.

Grazie veramente.

Di seguito le foto che stanno invadendo Facebook e il testo pubblicato dalla mamma di Marco.

Commenta: Come spiega bene il sito Informasalus.it:
A parte la Regione Veneto in cui l'obbligo vaccinale è stato revocato l'1-1-2008, e in modo diverso qualche altra Regione, in Italia le vaccinazioni pediatriche obbligatorie sono 4 e cioè contro difterite, tetano, poliomielite ed epatite B. Però, a partire dal 2001, è stato messo in commercio il vaccino esavalente (un'unica fiala vaccinale contro 6 germi) che è stato silenziosamente imposto scalzando i 4 vaccini prima disponibili (oggi ben difficilmente reperibili singoli) e i genitori si sono trovati obbligati, senza alcuna legge dello Stato, a somministrare ai loro figli 6 vaccini contemporaneamente invece dei 4 obbligatori.
Ciò è accaduto nonostante si sappia che il rischio che un bambino ha di subire danni da vaccino è tanto maggiore quanto più il bambino è piccolo e tanto è maggiore il numero di vaccini somministrati contemporaneamente.



Bacon n Eggs

Flashback Il Meglio del Web: Riscopriamo i grassi. La rivincita di burro, lardo & Co.

La recente copertina del Time
Eat Butter. L'ultima copertina del Time ha stupito con la foto di un ricciolo di burro e l'invito a non guardare i grassi come nemici. Gli scienziati oggi riconsiderano l'ostracismo che negli ultimi decenni ha colpito i lipidi. Ecco perché consumarli è un bene


Commento: Fu proprio il Time, nel 1961 uno dei primi promotori delle teorie che legavano il consumo di grassi all' incidenza di malattie cardiovascolari. Dedicando allo "scienziato" Ancel Keys una delle copertine, il periodico, consegnó al pubblico e consacró lo pseudo studio "Seven Countries" tuttora bibbia per molti nutrizionisti.


Bell

I pericoli e rischi della chemioterapia

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Una grande ricerca scientifica, inserita nel più grande database medico ufficiale al mondo (www.pubmed.gov), è quella a firma di Grame Morgan (professore associato di radiologia al Royal North Shore Hospital di Sidney), Robyn Ward (professore oncologo all'University of New South Wales), Michael Barton (radiologo e membro del Collaboration for Cancer Outcome Research and Evaluation del Liverpool Health Service di Sidney).

Il professore Ward fa anche parte del comitato che stila le raccomandazioni sull'efficacia dei farmaci per il Governo australiano (Therapeutic Goods Authority of the Australian Federal Department of Health and Aging).
Tale ricerca ("The contribution of cytotoxic chemotherapy to 5-year survival in adult malignancies", Il contributo della chemioterapia citotossica alla sopravvivenza a 5 anni dei tumori in adulti) è stata pubblicata su una delle più prestigiose riviste di oncologia del mondo: la Clinical Oncology nel dicembre 2004.
Il loro meticoloso studio si è basato sulle analisi di tutti gli studi clinici randomizzati (RTC) condotti in Australia e negli Stati Uniti, nel periodo da gennaio 1990 a gennaio 2004. Analisi che ha interessato 225.000 persone malate nei 22 tipi di tumori più diffusi, e "curate" solo con chemioterapia.

Quando i dati erano incerti, gli autori hanno deliberatamente stimato in eccesso i benefici della chemioterapia. Nonostante questo, lo studio ha concluso che la chemioterapia non contribuisce più del 2% alla sopravvivenza!

Australia > sopravvivenza del 2,3%

Stati Uniti > sopravvivenza del 2,1%

Bacon n Eggs

I benefici del colesterolo alto

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Il libro di Uffe Ravnskov, disponibile su amazon.com

Le persone col colesterolo alto sono quelle che vivono più a lungo. Avendo subito un lavaggio del cervello, quest'affermazione può sembrarci talmente incredibile da richiedere parecchio tempo per essere assimilata e capirne a pieno l'importanza. Eppure il fatto che gli individui con colesterolo alto vivano di più emerge chiaramente da molti studi scientifici. Si consideri il risultato del 1994 del Dr. Harlan Krumholz del Dipartimento di Medicina Cardiovascolare dell'Università di Yale, in cui si trovò che persone anziane con colesterolo basso hanno una mortalità doppia per attacco di cuore rispetto a persone anziane con colesterolo alto.[1] I sostenitori della campagna per un colesterolo basso, coerentemente con la loro posizione, ignorano questa obiezione o la considerano come una rara eccezione, casualmente prodottasi tra un grande numero di studi a supporto del contrario.

Eppure non si tratta di un'eccezione; ora è disponibile una vasta mole di risultati che contraddicono l'ipotesi lipidica. Scendendo nello specifico, molti studi su persone anziane hanno evidenziato che il colesterolo alto non è un fattore di rischio per le malattie coronariche. Questo è il risultato di una mia ricerca che ho condotto nel database Medline sugli studi rivolti a questo settore.[2] Undici studi su anziani portano a quel risultato e altri sette studi hanno trovato che il colesterolo alto non è nemmeno un fattore predittivo di mortalità onnicomprensivo.

Consideriamo ora che più del 90 % di tutte le malattie cardiovascolari si riscontrano in persone che abbiano superato i 60 anni e che quasi tutti gli studi hanno trovato che il colesterolo alto non è un fattore di rischio per le donne.[2] Ciò implica che il colesterolo alto è un fattore di rischio per meno del 5 % tra coloro che muoiono di un attacco cardiaco.

E c'è un'ulteriore rassicurazione per quelli che hanno il colesterolo alto; sei studi hanno trovato che la mortalità totale è inversamente collegata al colesterolo totale, o al colesterolo-LDL o a entrambi. Ciò significa che se si vuole vivere a lungo in realtà è molto meglio avere un colesterolo alto piuttosto che basso .

Health

Acufeni e dolore cronico hanno delle basi (neurologiche) comuni

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(Getty Images)

Secondo un nuovo studio, le due sensazioni «fantasma» condividerebbero gli stessi meccanismi neurali. Entrambe, alla lunga, sono difficili da sopportare e da trattare.
Può sembrare strano, ma acufeni e dolore cronico hanno molto in comune. E non solo perché alla lunga possono diventare insopportabili e difficili da trattare. Pare che le due condizioni condividano le stesse basi neurologiche. Lo suggerisce uno studio della Georgetown University e dell'Università di Monaco, pubblicato sulla rivista Trends in Cognitive Sciences.

Meccanismi

Secondo gli autori della ricerca, le reti neurali che di norma selezionano o controllano i segnali di rumore e di dolore possono alterarsi, portando alla percezione cronica di queste sensazioni. Nel caso degli acufeni l'"assillo" per il paziente è rappresentato da fischi, ronzii, sibili, fruscii uditi di continuo, suoni che possono avere numerose cause scatenanti, dall'esposizione a rumori troppo forti all'accumulo di cerume, da deficit uditivi a disfunzioni dell'articolazione temporo-mandibolare. Nel caso del dolore cronico l'interessato continua ad avere male anche dopo la guarigione fisica della ferita che l'ha determinato. In entrambi i casi i fastidi deriverebbero dalla riorganizzazione del cervello in seguito a danni nel suo apparato sensoriale. «Alcuni le chiamano sensazioni fantasma, ma esse sono reali, prodotte da un cervello che continua a percepire il danno iniziale perché non è in grado di smorzare le sensazioni. E sebbene si tratti di condizioni molto diffuse, praticamente non esiste cura che intervenga alla radice» spiega Josef Rauschecker, direttore del Laboratorio per le neuroscienze integrate dell'Università di Monaco.