Figli della SocietàS


Caesar

Maxi conferenza stampa di Putin 2016 vista dall'Italia

Conferenza Putin
© Sputnik. Grigory Sisoev
Come ogni anno è immancabile l'appuntamento del presidente russo Vladimir Putin con la stampa. Durante la Maxi conferenza stampa in diretta di fine anno Putin si è riconfermato un comunicatore diretto, senza peli sulla lingua. Il suo messaggio raggiungerà l'Occidente?

I giornalisti russi e stranieri durante le 4 ore di conferenza si facevano notare in tutti modi con tanto di cartelloni e scritte curiose per poter porre la propria domanda a Vladimir Putin. Sono state affrontate questioni interne al Paese, ma non sono mancate domande su temi internazionali, come la crisi siriana, i rapporti fra Russia e Unione europea, la collaborazione con gli Stati Uniti.

Quali segnali importanti arrivano dalla maxi conferenza di Putin? Sputnik Italia ha analizzato i passaggi riguardanti i dossier internazionali grazie all'aiuto di Tiberio Graziani, presidente dell'Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (l'IsAG), direttore della rivista "Geopolitica".

— Alla domanda della BBC sui famigerati hacker russi, che sarebbero coinvolti nella campagna elettorale americana, Putin ha risposto che tuttora non è chiaro chi siano precisamente gli hacker in questione. Quello che hanno messo in luce è più grave, ovvero sia le manipolazioni dell'opinione pubblica da parte dei democratici. Secondo Putin i democratici hanno perso, ma cercano i colpevoli all'esterno, dando la colpa alla Russia. Tiberio, che ne pensi di quest'affermazione del presidente russo?

— Chiaramente c'è sempre la strategia di non entrare in merito alle questioni, ma di attirare l'attenzione mediatica su altri dettagli, che colpiscono di più l'immaginazione della gente. Questo ne è un esempio. Dire che la Russia ha fatto di tutto per far eleggere Trump fa un po'sorridere, perché questo fa notare una cosa particolare: la debolezza degli Stati Uniti. Questa storia dovrebbe far pensare allora che la super potenza mondiale, gli Stati Uniti, sono talmente deboli da farsi infiltrare da agenti informatici del Cremlino. È una guerra propagandistica da parte occidentale che fa sorridere, la risposta di Putin penso sia stata alquanto corretta, anzi molto diplomatica.

Bomb

Il Meglio del Web: Due terrorismi

Berlin terror attack
© Reuters. Umit Bektas
L'assassinio terroristico in cui ha trovato la morte l'ambasciatore russo ad Ankara ha un significato preciso: colpire la Russia, che è stata protagonista della cruciale sconfitta della Jihad islamica ad Aleppo e, più in generale, in Siria. E, nello stesso tempo, minare il difficile negoziato in corso tra Russia e Turchia per una soluzione definitiva della guerra contro il morente "Stato Islamico".

E' infatti evidente che il progressivo (e incerto) venire meno dell'appoggio turco ai terroristi dell'ISIS e a quelli di Al Nusra e al Qaeda, è stato anch'esso decisivo per tagliare le retrovie alla jihad terroristica. Dunque tutto è tragicamente chiaro. Coloro che hanno alimentato il terrorismo in Siria e Irak non hanno gettato le armi e stanno alzando la posta.

Diverso sembra essere il caso dell'altro massacro, questa volta inscenato a Berlino ripetendo l'idea del camion scagliato contro la folla ignara. Di nuovo è toccato alla Germania. Ma, mettendo in fila la serie degli attentati terroristici, a partire dal Charlie Hebdo, passando per il Bataclan, arrivando all'aeroporto belga di Zaventem, fino a Berlino, non è difficile scorgere un obiettivo unico: colpire le due colonne portanti dell'Europa, Francia e Germania, terrorizzare le loro popolazioni, disarticolando le loro difese e le loro istituzioni, gettando nel panico le loro leadership.

Commenta: Le ultime notizie sull'assassinio dell'ambasciatore russo ad Ankara mostrano che l'aggressore apparteneva al movimento di Fethullah Gulen, accusato dal governo turco di essere responsabile del tentato golpe.

Erdogan beneficia del golpe turco perché è fallito, non perché l'ha organizzato lui

E' probabile che i servizi segreti occidentali non siano solo coinvolti nell'attentato di Berlino ma anche nell'uccisione dell'ambasciatore russo, con lo scopo di destabilizzare le relazioni tra la Russia e la Turchia in seguito alla liberazione di Aleppo Est.


Bomb

Tir sul mercato di Natale di Berlino: 12 morti

Attentato Berlino

Iniziano a emergere ulteriori dettagli sulla dinamica della strage
a un mercatino di Natale a Berlino, dove un tir con targa polacca si è scagliato sulla folla causando 12 morti e 48 feriti. La polizia indaga per "presunto attacco terroristico" e dalle prime ore del mattino è in corso un blitz in uno degli hangar del vecchio scalo di Tempelhof, che da un anno è diventato un grande campo profughi. Un'irruzione legata all'identità del presunto attentatore. Si tratta di un cittadino pachistano di 23 anni, Naved B., sospettato di avere guidato il tir e travolto la folla. È arrivato in Germania attraverso la rotta balcanica il 31 dicembre 2015, varcando il posto di confine di Passau, città bavarese alla frontiera con l'Austria. Fonti della sicurezza hanno però spiegato all'agenzia stampa Dpa che non è stato ancora possibile identificarlo con certezza assoluta dato che in passato si è servito di diverse identità. Dopo lo schianto lui è riuscito a fuggire dal tir ed è stato successivamente fermato mentre un altro uomo che era a bordo, polacco, è stato ritrovato nella cabina del mezzo senza vita.

Probabilmente era lui il conducente del mezzo, che era stato rubato dalle 16 di lunedì 19 dicembre. Dai rilevamenti del Gps risulta che il tir è stato a quell'ora più volte spento e rimesso in moto. I media polacchi ritengono probabile che in quel momento il presunto terrorista abbia preso possesso del mezzo, estromettendo il conducente. Il tir era giunto dall'Italia e trasportava ponteggi di acciaio che avrebbero dovuto essere scaricati a Berlino. L'azienda di trasporti è di Gryfino, vicino alla frontiera fra Polonia e Germania.

Commenta: ULTIMI AGGIORNAMENTI

20 Dicembre 2016, 14:00 - Il presidente della polizia di Berlino, Klaus Kandt ha appena comunicato ai giornalisti che il pachistano arrestato ieri sera non era alla guida del tir che si è scagliato sulla folla al mercatino di Natale. Il presunto terrorista sarebbe ancora in fuga.


Propaganda

La UE utilizza la "minaccia russa" come pretesto per reprimere il dissenso

Maria Zajarova
Maria Zajarova portavoce della Russia
Dopo un decennio e mezzo di intensa propaganda anti-russa, i media mainstream occidentali e i loro padroni stanno vivendo un crollo virtuale della loro narrazione propagandistica. Durante l'ultimo un anno e mezzo, hanno raddoppiato la loro propaganda con una campagna di accuse e di illazioni contro la Russia e di diffamazione nei confronti di Vladimir Putin che non ha precedenti se non nel periodo più acuto della Guerra Fredda.

La UE è arrivata a considerare come propaganda russa qualsiasi fonte che non sia conforme alla linea mantenuta da Bruxelles e dai media atlantisti fino al punto di dichiarare tutti i media alternativi critici e dissidenti come notizie e"fonti" false.

Questa campagna è ora culminata con un primo ciclo di provvedimenti che prevedono l'emanazione di mezzi repressivi e delle leggi di controllo dei media alternativi sia nell'Unione Europea (Parlamento Europeo, il 14 ottobre 2016, sulla comunicazione strategica UE per contrastare la propaganda contro di essa da parte di terzi; lo stesso avviene negli Stati Uniti (US House of Representatives disegno di legge del 30 novembre annunciando un giro di vite sui media, blog e gli individui che sono coinvolti in "diffusione di propaganda e disinformazione filo russa").

Commenta: La campagna mediatica di disinformazione lanciata dall'Unione Europea e dagli Stati Uniti per contrastare l'ascesa dei media alternativi ha raggiunto livelli mai visti prima, ma non è di certo una novità. Come illustrato nell'articolo seguente, l'infiltrazione dell'intelligence nei media era già in corso negli anni del dopoguerra con l'operazione Mockingbird.


Sherlock

Il Meglio del Web: Oltre la Raggi. Il M5S lanci gli stati generali dell'economia

m5s stars

di Simone Santini.


La sequenza romana è stata micidiale. Prima l'avviso di garanzia a Paola Muraro che ne ha decretato le dimissioni; poi la Guardia di Finanza in Campidoglio a sequestrare gli atti con le nomine del sindaco; infine l'arresto di quello che mediaticamente è stato definito il "braccio destro" della prima cittadina di Roma, Virginia Raggi (la battuta più simpatica che ho sentito è stata: "ma quanti bracci destri c'ha Virginia, ma che è, la dea Kalì?").

Uno. Due. Tre. In altri tempi si sarebbe parlato di uso politico della magistratura, inchieste ad orologeria. A nemmeno due settimane dal voto referendario, si è scatenato l'inferno. Ha l'apparenza di una rabbiosa vendetta.

Il M5S non ha fatto una piega in tal senso, e non avrebbe potuto fare altrimenti. Tutti si sono detti anzi contenti che le indagini facessero il loro corso. A bocce ferme, tuttavia, nel MoVimento si dovrà fare una riflessione seria su cosa sia la magistratura. Una forza politica che intenda rivoltare il sistema non può trascurare quelli che sono i gangli dello "stato profondo" che determinano la detenzione del vero potere in una Nazione. Se è evidente che tali poteri si annidano nelle aree dei servizi segreti, della pubblica amministrazione, dei grand commis di Stato, industria e finanza, non c'è alcuna ragione per credere che non si trovino anche nella magistratura, per sua natura una corporazione impermeabile e detentrice di un enorme potere tecnocratico. Sia chiaro che sto svolgendo un ragionamento politico generalissimo senza alcuna necessaria attinenza con casi specifici, tanto meno con quelli che possano essere accaduti a Roma in questi ultimi giorni.

Ciò premesso, è chiaro che stanno venendo al pettine i limiti strutturali del M5S, che nelle vicende romane appaiono emblematici. Ripeto: una forza politica che ambisca e rivoltare un sistema, quando arriva in un'amministrazione, locale o nazionale che sia, non solo deve sapere cosa fare ma, altrettanto importante, come farlo. Essere col pensiero e l'azione tre passi avanti rispetto a quelli che c'erano prima. Sennò si continuerebbe, al massimo, a gestire l'ordinario, magari in maniera più pulita. Non sarebbe poco, ma non è tanto.

Non ho elementi per dare consigli su come si possa risolvere il pasticcio romano. I responsabili del MoVimento sapranno, spero, riprendere in mano la situazione.

Commenta: Consigliamo al lettore di leggere i seguenti articoli:


Arrow Down

Italia: un'eutanasia chiamata tassazione

euro moneta
© flickr.com/ Guy Sie

Durante la conferenza stampa per la presentazione dell'ultima Legge di Stabilità, Renzi aveva affermato che le tasse continuano ad andare giù.


La riduzione delle tasse è strategica e decisiva. Vedo qualche autorevole Presidente del Consiglio che dice che le tasse non sono diminuite. Ma le tasse scendono, con buona pace di Monti, che ricordiamo per un altro segno di fronte ai dati della pressione fiscale. Aggiunse poi che c'era un periodo in cui con le spese per i terremoti aumentava il costo delle sigarette, con noi non è più così.

Purtroppo la realtà è molto diversa da quanto prospettato dall'ormai ex premier. Si sa perfettamente — perchè svelato da IBT — che per calcolare la percentuale di tassazione il Governo ha fatto figurare quei 10 miliardi dovuti al provvedimento degli 80 euro non come minori entrare, ma solo come alleggerimento fiscale. E in questo approccio menzognero si iscrive anche la frase sui terremotati: è vero, Renzi non ha aumentato il costo delle sigarette, ma intanto ha fatto crescere il debito dell'Italia.

Juncker tuonava:
Sono del parere che bisognerà, come saggezza vuole, che noi prendiamo in considerazione il costo dei terremoti e dei rifugiati. Ma il costo addizionale legato ai migranti e ai terremoti per l'Italia è dello 0,1% del Pil, quando l'Italia ci aveva promesso di arrivare ad un deficit dell'1,7% nel 2017 e ora ci propone un deficit del 2,4% a causa dei terremoti e dei rifugiati. Pare evidente: l'aumento del rapporto deficit/Pil è totalmente scollegato dai costi del terremoto, essendo invece un ennesimo artificio contabile. La pressione fiscale resta più o meno la stessa, ma la velenosa eredità passa alle generazioni future, se mai ve ne saranno.
euro
© Fotolia/ Eyetronic

Light Sabers

Il tempo Stringe: Guerra tra i partiti politici italiani

bandiera italiana dipinta su asfalto

De Luca, Filippeschi, Sala, Muraro e oggi Marra (e qualcuno dice già "domani la Raggi"). Le amministrazioni regionali e comunali in questo post referendum sono investite da inchieste e scandali. Storie diverse, difficili anche solo da confrontare eppure la sincronia delle iniziative di Cantone e delle varie procure fa pensare.
Che il compito prioritario del governo Gentiloni, quello di garantire stabilità politica, passi anche per le aule dei tribunali e le colonne dei giornali? Che anche la magistratura stia iniziando la lunga marcia verso le prossime elezioni?

Del ruolo politico della magistratura tanto si è scritto, tanto si è detto, insisterci ancora sembrerà ai lettori più assidui di questo sito un'inutile ridondanza. Se ci torniamo è solo per sottolineare come il Movimento 5 Stelle viva su questo terreno una contraddizione in cui non riesce ad orientarsi. Da un parte ha reso aspetti fondativi della propria identità l'idolatria della magistratura, l'incontestabilità delle inchieste sulla corruzione e il sostegno alla figura di Cantone, dall'altra sta sperimentando sulla propria pelle l'efficienza della procura di Roma nel disarticolare ogni ipotesi di governo locale in contraddizione con gli orientamenti del governo nazionale (era già successo del resto con le ultime due giunte capitoline, quella di Alemanno e quella di Marino), con Pignatone a fare il bello e il cattivo tempo.

Nessuna "teoria del complotto", non crediamo sia necessario costruire chissà quali montature giudiziarie per sollevare scandali contro questa classe politica vista l'opacità del sistema degli appalti, del funzionamento della macchina amministrativa degli enti locali, delle nomine politiche e visto il ricorso palese e rivendicato al voto di scambio. Si tratta di prendere atto in primis del ruolo politico che la magistratura continua a svolgere nel nostro paese, e in secondo luogo del fallimento dei laboratori amministrativi in cui si sono impegnate le due forze politiche più rappresentative: Milano per il Partito Democratico e Roma per il Movimento 5 Stelle.

Commenta: Il problema di fare giustizia in Italia ed al contempo cercare di amministrarla è tanto grave quanto è alto il grado di divisioni all'interno del paese, siano esse ideologiche, interne o esterne alla classe dirigente o meno. In particolare l'amore/odio tra Politica e Magistratura parte come un rullo compressore ai tempi di Tangentopoli, nel '92, per proseguire a gran cassa attraverso i contestatissimi governi Berlusconi, ed l'annoso conflitto si ripresenta acceso come non mai proprio in questi giorni, mentre il mondo intero si sta trasformando a suon di divisioni e guerre a non finire.

Un articolo dal Sole 24 Ore del 2007 a firma di Giovanni De Sio Cesari, riprodotto sul sito giovannidesio.it, riassume bene il malcontento che aleggia tra Politica e Magistratura, catalogando le opinioni a favore e contro la percepita ingerenza dei magistrati nel mondo politico.

A distanza di anni, la risposta della politica agli attacchi della magistratura e dei media, sembra essere arrivata, come mostra questo articolo pubblicato dal Il Fatto Quotidiano:

Inchieste penali, ora i politici potranno conoscerle in anticipo. Per le forze di polizia obbligo di informare "le gerarchie"

Come dire, in un modo o nell'altro, l'Italia continuerà a passare dalla padella nella brace e viceversa, finché divisione vivrà.


Dollar

Dove sono finiti i soldi del quantitative easing della BCE?

BCE Quantitative Easing
Scoppia un incendio. Per fortuna arrivano i pompieri. Che però si mettono a versare sempre più acqua in una piscina piena, mentre la casa a fianco sta bruciando.

A giugno 2016 la BCE lancia l'ennesimo piano per provare a rilanciare l'economia del vecchio continente. Visto che anni passati a "stampare soldi" tramite il quantitative easing (www.nonconimieisoldi.org) non hanno dato i risultati sperati, ecco il passo ulteriore: con questi soldi acquistare non solo titoli di Stato, ma anche obbligazioni di imprese private. Corporate Europe Observatory - CEO, l'organizzazione che da anni studia e denuncia il peso delle lobby nelle decisioni europee, è andata a vedere quali siano le imprese e i settori che hanno beneficiato di tali acquisti. La ricerca appena pubblicata (www.corporateeurope.org) non lascia spazio a dubbi: "il risultato è inquietante, a meno che non pensiate che petrolio, auto di lusso, champagne e gioco d'azzardo siano il posto migliore in cui mettere soldi pubblici".

In ultima analisi l'intervento della BCE è un sostegno ad alcune delle più grandi multinazionali. Le obbligazioni sono una forma di finanziamento, il cui costo segue la legge della domanda e dell'offerta: se sono in molti a volere i titoli di una determinata impresa, questa potrà offrire tassi di interesse minori. Se al contrario nessuno o quasi le vuole comprare, gli interessi che dovrà garantire l'impresa per finanziarsi salgono. Se la BCE interviene acquistando determinate obbligazioni, il soggetto corrispondente si trova quindi avvantaggiato rispetto ai concorrenti. Non parliamo di spiccioli. La BCE avrebbe investito 46 miliardi di euro a fine novembre 2016 e prevederebbe di arrivare a 125 miliardi per settembre 2017.

Handcuffs

Arrestato Marra, braccio destro di Virginia Raggi

Raffaele Marra
Una nuova grana per Virginia Raggi. Raffaele Marra, ex vice capo di gabinetto del Campidoglio, ora alla guida del personale del Comune di Roma, è stato arrestato in mattinata dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale, guidati da Lorenzo D'Aloia.

Il provvedimento restrittivo per il fedelissimo del sindaco Virginia Raggi, è stato emesso dal gip Tomaselli su richiesta della procura della Capitale. In manette anche il costruttore e immobiliarista Sergio Scarpellini.

Marra è accusato di aver intascato una tangente per l'acquisto di un appartamento di oltre 150 metri quadri dell'Enasarco, l'ente di assistenza dei rappresentanti di commercio, nel quartiere di Prati Fiscali. Una casa che sarebbe stata pagata con due assegni per complessivi 360mila euro provenienti da un conto di Scarpellini. Marra è tuttora residente in questo appartamento mentre la moglie con il resto della famiglia risiede a Malta dal 2015. All'epoca dei fatti, Marra era dirigente del Campidoglio e il sindaco era Gianni Alemanno.

Virginia Raggi, in questi mesi, ha difeso con le unghie e con i denti la sua scelta di puntare sull'ex finanziere già direttore (nel 2006) dell'Area galoppo dell'Unire, l'ente per l'incremento delle razze equine allora guidato da braccio destro di Alemanno Franco Panzironi.

Handcuffs

Maxi appalto Expo: il sindaco Sala, indagato, si autosospende

giuseppe sala
Beppe Sala è indagato dalla Procura generale di Milano nell'inchiesta sul maxi appalto Expo. L'inchiesta, avocata dalla Procura generale per porre rimedio alle inerzie della Procura della Repubblica, è ripartita con il botto.

A decidere di iscrivere l'ex commissario straordinario di Expo, oggi sindaco di Milano, nel registro degli indagati, è stato Felice Isnardi, il procuratore generale che ha chiesto altri sei mesi di proroga delle indagini. Le ipotesi di reato a carico del primo cittadino, all'epoca dei fatti amministratore delegato di Expo, sono di falso materiale e concorso in falso ideologico.

Sono molti gli aspetti nebulosi dell'appalto che nel 2012 la Mantovani è riuscita ad aggiudicarsi per 149 milioni, con un ribasso sulla base d'asta di ben il 42%, un ammontare "non idoneo neppure a coprire i costi": dalla nomina dei commissari nella fase pre-gara fino all'esecuzione del contratto. I verbali relativi alla sostituzione di due componenti della commissione giudicatrice della gara per l'appalto della Piastra dei servizi, riporterebbero "circostanze non rispondenti alla realtà" e sarebbero stati retrodatati con "l'intento di evitare di dover annullare la procedura fin lì svolta" con conseguente slittamento dell'avvio dei lavori. La falsità di due verbali era stata evidenziata anche in un'annotazione della Guardia di finanza datata 31 maggio 2013.

Immediate le conseguenze politiche della bufera giudiziaria meneghina. Dopo aver annunciato, già nella giornata di ieri, la sua autosospensione da sindaco, Beppe Sala si è recato in mattinata in prefettura per formalizzare la sua scelta al Prefetto, Alessandro Marangoni.

"Fino al momento in cui mi sarà chiarito il quadro accusatorio, scrive Sala in una lettera inviata al vicesindaco, ritengo di non poter esercitare i miei compiti istituzionali".

"Ho appreso da fonti giornalistiche, aggiunge ancora, di essere iscritto nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla Piastra Expo". Non ho al momento ricevuto alcuna comunicazione ufficiale; ritengo che l'attuae situazione determini per me un ostacolo temporaneo a svolgere le funzioni di sindaco del Comune e della Città Metropolitana". "La prossima settimana, conclude, mi presenterò al Consiglio del Comune di Milano e della città Metropolitana per riferire in merito".