da ByoBlu.comIntervento di Ugo Mattei, giurista e professore di Diritto Internazionale e Comparato alla California University e docente di Diritto Privato all'Università di Torino. Costituzione, Comunità e Diritti - Torino, 19 novembre 2017Negli ultimi tre o quattro anni sono stati installati, soltanto nella parte occidentale del mondo, quindi nel nord globale, circa un miliardo e quattrocentomila sensori per l'internet delle cose. Gran parte dei quali sono costruiti nei muri delle case, nei nuovi televisori - in tutti gli apparecchi elettronici che comperiamo - e nelle automobili. Parte di questi sensori, che sono invece fissi, sono inseriti negli spazi pubblici e sono quelli con i quali i nostri meccanismi elettronici si collegano senza che noi lo sappiamo.
Queste cose vengono chiamate "Smart", nel senso che noi sentiamo parlare costantemente di "Smart City", "Smart Card" eccetera. Tutte le volte in cui si sente la parola "Smart" io penso sempre che gli "Smart" siano loro e i cretini siamo noi. Qui la situazione sta diventando davvero molto preoccupante, soprattutto alla luce di quello che è stato detto adesso. C'è in costruzione un gigantesco dispositivo (e qui proprio la parola "Dispositivo" studiata da Foucault è direttamente utilizzabile per parlare dei dispositivi elettronici che noi compriamo). Un gigantesco dispositivo di controllo sociale di tutti quanti, che viene ovviamente sperimentato per fare un passo in avanti in modo da rendere in qualche modo l'umanità coerente con la nuova frontiera.
Parliamo della frontiera di tanto tempo fa, del saccheggio coloniale e così via. Quella era la frontiera della modernità.
Con la modernità si scoprono le Americhe, nelle Americhe si sperimenta tutto ciò che non si poteva fare all'interno del nostro continente europeo.
Perché non si poteva fare? Perché la tradizione lo impediva.
La tradizione giuridica impediva la sperimentazione di ideologie proprietarie come quelle di Locke, che presupponevano la tabula rasa, un'idea di un vuoto che viene colmato attraverso delle istituzioni giuridiche fortemente semplificate. Fra le quali due capisaldi della modernità che sono la proprietà privata assoluta, il dominio dispotico di cui hanno parlato i giuristi da un lato e la sovranità dello Stato. Che sono i due poli organizzativi intorno ai quali noi abbiamo costruito le categorie giuridiche e politiche della modernità: il pubblico e il privato.
Oggi la frontiera non è più una frontiera fisica, non abbiamo più le scoperte di Magellano, di Amerigo Vespucci o di Cristoforo Colombo, ma chiaramente la frontiera è una frontiera di tipo informatico. Quella che Floridi aveva chiamato qualche anno fa l'"Infosfera". Questa frontiera di tipo informatico condivide con la frontiera fisica, la frontiera dell'inizio della modernità, una caratteristica fondamentale, che ha reso il capitalismo da essa completamente dipendente. Oggi è impensabile immaginare il capitalismo nella forma attuale - quindi dei rapporti di produzione capitalistici globali - senza la mediazione della rete di internet. Se voi pensate alla vostra vita quotidiana, vi rendete conto perfettamente che nulla oggi può funzionare se non mediato dalla rete. Quando andavo a comprare un biglietto del treno, per andare a trovare i miei amici in età giovanile, c'era un signore che me lo faceva a mano. Certo, io sono molto anziano, però oggi se arrivi in stazione e il computer è giù, tu il biglietto non lo compri e il treno non lo prendi. Perché la sostituzione della macchina all'umano, in queste operazioni anche molto semplici come quella di fare un biglietto, è tale per cui semplicemente non è più possibile farne a meno.
Se estendete tutto questo al mercato finanziario, alle banche, a tutto quanto, vi rendete perfettamente conto che chi può accedere al Master Switch (come è stato chiamato in un famosissimo libro molto importante di un signore che si chiama Tim Wu, professore della Columbia University), che sarebbe l'interruttore centrale, è colui che in realtà può disattivare il capitalismo.
La frontiera. In questa frontiera si sperimentano molte cose. La frontiera dell'Infosfera è una frontiera dalla quale il capitalismo è dipendente e che dev'essere naturalmente tutelata in un modo assolutamente molto forte. Tramite che cosa? Tramite la costruzione di una serie di tabù, di una serie di ideologie, di una serie di convinzioni generalizzate che non si possono mettere in discussione.
Commenta: