Figli della SocietàS


Che Guevara

Il Meglio del Web: Gianni Minà: "Dalla storia non si torna indietro. Dalla rivoluzione cubana e dal chavismo non si torna indietro"

Gianni Minà e Hugo Chavez
L'Antidiplomatico intervista l'intellettuale italiano che più ha studiato e amato l'America Latina. "Il seme della rivoluzione bolivariano è stato impiantato e esisterà per sempre".

I suoi film documentari su Che Guevara, Muhammad Ali, Fidel Castro, Rigoberta Menchú, Silvia Baraldini, il subcomandante Marcos, Diego Maradona e Hugo Chavez sono già storia. Il suo voler essere ostinatamente un uomo libero e amante della verità lo ha costretto ad essere lontano dai riflettori del circo mediatico negli ultimi anni. La sua straordinaria dedizione e amore per il giornalismo, quello vero, quello che in Italia è solo un bieco ricordo, lo hanno recentemente portato di nuovo a Cuba, nella sua Cuba, per assistere da vicino allo storico recente viaggio del Papa più rivoluzionario.

E' oggi editore e direttore della rivista Latinoamerica e tutti i sud del mondo. Nessuno, in poche parole, più di Gianni Minà può illuminare l'opinione pubblica italiana sulle elezioni in Venezuela e sul futuro di quel processo di integrazione dell'America Latina oggi a rischio per il ritorno del Fondo Monetario Internazionale in paesi che si erano disintossicati. L'AntiDiplomatico lo ha intervistato per voi.

Gianni Minà per l'AntiDiplomatico


Le elezioni del 6 dicembre in Venezuela segnano una brusca frenata per la rivoluzione bolivariana. Quale è stata la sua prima reazione a caldo e quali riflessioni dobbiamo trarne a mente un po' più fredda?


Bisogna essere molto onesti intellettualmente su questo. Il Venezuela vive nella condizione vissuta già da Cuba 50 anni fa. Una situazione di difficoltà estrema creata ad hoc per far fallire il paese, far fallire la sua idea meravigliosa. Mentre Chavez ha saputo sempre reagire con una saggezza alta, con un istinto politico fuori dalla norma, la rivoluzione bolivariana priva del suo leader è ora all'esame più importante dopo la sconfitta elettorale del 6 dicembre. Con le spalle al muro, Chavez aveva sempre reagito e con Lula era stato il protagonista di quel capolavoro politico che è l'integrazione dell'America Latina. Oggi Maduro e i suoi eredi devono dimostrare di saperlo fare, ma non sarà facile.

Devono dimostrare di superare questo momento. Ma per farlo non si può partire da un'analisi seria e obiettiva degli errori commessi. Qual è stato il più grande secondo lei?

L'errore più grande è quello di aver accettato lo scontro totale e non aver cercato, come fece Chavez, di negoziare su alcuni fronti. Certo la guerra è stata totale, i mezzi di comunicazione internazionali hanno alzato la posta in gioco mistificando costantemente tutto ed era difficilissimo, ma Maduro non ha saputo reagire con il dovuto calcolo politico al clima internazionale creatosi contro il Venezuela.

Ma il clima è stato oggettivamente senza precedenti. Pensiamo ad esempio alla figura di Leopoldo Lopez, in occidente dipinto come prigioniero politico, quando in realtà è un istigatore di violenza e un chiaro eversivo. Oggi la moglie è stata dipinta ad hoc come l'immagine di questa opposizione, avamposto del ritorno delle multinazionali occidentali e del Fmi nel paese, quando l'immagine che più ritrae questa famiglia è la famosa fotografia tra George W. Bush e Lopez alla Casa Bianca. Le direttive partivano da lì, sono sempre partite da lì.

Lei che l'ha conosciuto di persona e che ha avuto modo di studiare e scrivere come nessuno in Italia sull'America Latina, come avrebbe reagito Chavez?

Chavez era un vero democratico, in quel senso di democrazia che noi in occidente non conosciamo più o facciamo finta di non ricordare. Era poi un innovatore incredibile. Chavez subì un colpo di stato nell'aprile del 2012 ed ha reagito con la capacità di chi era in grado di mettere in discussione e di sconfiggere, portando il popolo dalla sua parte, tutte le mistificazioni, bugie e fango creato ad hoc da quelle corporazioni mediatiche che lavorano per gli interessi di chi vuole da sempre far tornare il Venezuela il giardino di casa degli Stati Uniti. E dopo il 6 dicembre Chavez si sarebbe rimboccato le maniche, sarebbe ripartito e avrebbe riportato il popolo dalla parte della rivoluzione bolivariana per la nuova sfida.

E Nicolas Maduro, l'erede scelto da Chavez per proseguire il percorso rivoluzionario, ci riuscirà?

Io sono moderatamente ottimista. E' vergognosa la congiura internazionale per far cadere un governo democraticamente eletto che fa la politica quella con la P maiuscola, per il popolo e non per tutelare gli interessi delle oligarchie finanziarie degli Stati Uniti, quelle per intenderci che noi in occidente ossequiamo. Io ho fiducia nell'autodeterminazione delle singole popolazioni che lottano contro i colpi di stato morbidi e le guerre economiche. La popolazione del Venezuela lo capirà presto, ne sono sicuro.

Candle

Buon segno per il turismo russo in Italia

Verona
© Sputnik. Александр Вильф
Il 2015 è stato un anno difficile per vari paesi europei da molti punti di vista. Se parliamo di rapporti Italia-Russia potremo evidenziare la crisi economica, la tensione UE-Russia, la svalutazione del rublo.

Tutto ciò ha influenzato moltissimo il turismo, il settore che l'ambasciatore della Repubblica Italiana in Russia Cesare Maria Ragaglini ha chiamato il petrolio dell'Italia. Il rapporto tra la Russia e l'Italia è da sempre in un certo senso privilegiato rispetto agli altri Paesi europei.

Magari per questa ragione in un momento di difficoltà per il settore, che in 9 mesi dell'anno 2015 ha registrato un calo di 7 millioni dei viaggi dei turisti russi all'estero l'Ambasciata d'Italia a Mosca ha voluto intensificare il proprio impegno in ambito turistico, presentando la versione rinnovata del portale "La Tua Italia" lanciato lo scorso aprile. Si tratta del primo sito istituzionale in lingua russa, che contiene informazioni sulle regioni, le città e le destinazioni turistiche italiane; sul patrimonio artistico e culturale; sull'enogastronomia e sul Made in Italy.

Come ha sottolineato l'ambasciatore Ragaglini,
"Così come avviene in tanti altri campi di attività in Russia i nostri imprenditori di turismo hanno visione di questo paese che è di lunga durata. Italia ha sempre creduto nella Russia, nel suo popolo, nelle sue capacità di riprendersi nei momenti difficili — Dio sa quante c'è ne sono state anche nel passato recente — e la Russia le ha sempre risolte, diventando piu forte e piu importante. Quindi la visione strategica degli italiani si riflette anche nel turismo".
L'Italia resta una delle destinazioni privilegiate dalla popolazione russa (621.000 visitatori per 640 milioni di euro di spesa nei primi 8 mesi del 2015). Il turismo russo è cresciuto negli ultimi anni in maniera esponenziale: dal 2009 al 2013 i flussi verso l'Italia sono più che raddoppiati (passando da 461 mila nel 2009 a 1,088 milioni nel 2013). Nel 2014 flussi dalla Federazione sono stati pari a 1,2 milioni nel 2014, per un indotto di oltre 1,5 miliardi di euro.

Stock Up

Rilancio delle relazioni Cina Italia

bandiera cinese
© Sputnik. Ilya Pitalev
Visita del presidente del Senato Pietro Grasso in Cina. Nella nuova Via della Seta l'Italia si candida a diventare lo sbocco naturale di merci, tecnologia, persone e innovazione dalla Cina all'Europa.

Dopo il premier, Matteo Renzi, e il ministro degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni, in Cina è la volta del presidente del Senato, Pietro Grasso. La visita intende aprire la strada al primo vertice tra i presidenti Sergio Mattarella e Xi Jinping, previsto nel 2016, oltre a potenziare il motore delle relazioni bilaterali tra Roma e la seconda economia del mondo.

La visita si concluderà domani a Shangai, dopo una settimana in cui il presidente del Senato ha incontrato le più alte cariche della leadership cinese, tenuto lezioni alla Scuola del partito comunista e all'Università di Pechino, visitato imprese italiane a Tianjin, ammirato musei e riunito imprenditori, italiani e cinesi.

"L'Italia è pronta a divenire il terminal occidentale della nuova Via della Seta, per costruire insieme alla Cina il ponte ideale e fisico che collegherà l'Europa con l'Asia in questo millennio".

Il presidente del Senato si fa così portavoce degli interessi industriali dell'Italia, che teme di restare ai margini del boom commerciale tra Pechino e l'Europa.

Il filo conduttore della visita è il coinvolgimento italiano nel progetto miliardario "One Belt One Road", schema economico aperto lanciato da Xi Jinping per connettere Asia ed Europa. Da una parte, ferrovie, rotte marittime, porti, nuovi mercati e nuovi distretti produttivi tra il Sud Est asiatico e Rotterdam. Dall'altra, la neonata Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB), fondata per lo sviluppo della nuova Via della Seta.

"Il Primo Ministro Li Keqiang, ha raccontato oggi ai giornalisti italiani il presidente Grasso, mi ha assicurato che in Cina le imprese italiane saranno sempre benvenute e si è impegnato a garantire loro un sistema di regole certe ed imparziali. Insieme abbiamo concordato, ha spiegato Grasso, che la coincidenza fra il quinquennio che condurrà al 2020 consentirà di promuovere nuove sinergie in settori strategici". Grasso ha poi riferito che il Primo Ministro cinese "ha confermato l'importanza della cooperazione fra Cina, Italia ed Unione Europea nella soluzione dei fattori d'instabilità nel Mediterraneo e nel Medio Oriente e nel contrasto al terrorismo internazionale".

Stock Down

Perché il sistema bancario europeo non funziona

bail in banks
Le quattro banche salvate con il bail-in sono state di fatto salvate con i soldi dei risparmiatori, in seguito alla legge comunitaria, che dopo i salvataggi di Stato delle banche del 2008-2012, ha imposto un nuovo sistema di salvataggio. Ma intanto ne fa le spese il povero Luigino D'Angelo, mentre le opposizioni chiedono una Commissione di inchiesta Parlamentare. Perché il sistema bancario europeo si è incriccato e perché il bail-in in Italia è incostituzionale.

Art.47 Cost.

"La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito.

Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese
."

Basterebbe solo la citazione dell'articolo 47 della nostra Costituzione per terminare ogni discussione riguardo a ciò che è accaduto alle quattro banche "salvate" dal Governo (Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e CariFerrara), che hanno visto i piccoli risparmiatori che avevano sottoscritto azioni, titoli aventi comunque un certo grado di rischio, e soprattutto obbligazioni subordinate (chiamate così perché vengono remunerate dopo le obbligazioni principali, dette "senior") , in teoria più sicure. Quante volte noi abbiamo dovuto sopportare gli spauracchi di chi ci diceva "fuori dall'euro i risparmi degli italiani si azzereranno" ? Eccovi, cari risparmiatori, come l'Euro protegge i vostri soldi!

Il Governo ha giustificato il provvedimento dicendo che "sono cambiate le regole" dei salvataggi bancari. Ed in effetti hanno ragione: i governi della zona Euro hanno costituito la cosiddetta "Unione bancaria", la quale si compone di due "meccanismi": Il "Meccanismo di vigilanza unico", operativo dal 4 dicembre del 2014, il quale prevede l'assunzione da parte della Banca centrale europea dei compiti di vigilanza bancaria, esercitati attraverso le Autorità nazionali, e il "Meccanismo di risoluzione unico", il quale sarà operativo dal 1 gennaio 2016, che può prevedere il rischio del "bail-in", del quale abbiamo già parlato in un articolo precedente. Come ci ricorda Claudio Borghi Aquilini, che di solito è un segugio a scovare certe "chicche", il 19 dicembre del 2013, subito dopo la riunione dei ministri delle Finanze dell'Unione europea che approvò l'Union banking, l'allora Presidente del Consiglio Enrico Letta se ne uscì fuori con un tweet che potremmo ironicamente chiamare "profetico":

enrico letta profetic tweet

Christmas Tree

SOTT Focus: Stato dell'Anno di Sott.net

earth burning
Cari Lettori,

Il 2015 sta per finire, e se avete seguito attentamente SOTT, saprete bene che è stato un un anno del diavolo! Ancor prima del terribile evento di San Bernardino, tutto il mondo si era risvegliato per il fatto che le cose erano cambiate drasticamente e drammaticamente dopo la rivoluzione colorata creata dagli USA/NATO in Ucraina, alla fine del 2013. Potreste dare un'occhiata a questo articolo per avere una più ampia panoramica sulle operazioni false flag come l'attacco chimico in Siria del 2013.

Molte persone stanno cominciando a svegliarsi e, infine, a chiedersi "Cosa diavolo sta succedendo?" Come i nostri lettori abituali sanno, prestando attenzione alla verità dietro ali avvenimenti che si susseguono sul nostro pianeta, si inizia a vedere il mondo più come è e non più come si vorrebbe che fosse. La conoscenza può portare una sensazione di liberazione, quella di capire finalmente cosa c'è che non va nel nostro mondo. Con questa comprensione si può quindi iniziare a fare le scelte che cambieranno la vita in meglio, nonostante il crescente caos intorno a noi. Come ci piace dire, 'la conoscenza protegge'. E questo è ciò che vogliamo per l'anno in arrivo: Conoscenza e consapevolezza, e quindi protezione.

SOTT bookmark
© Sott.net
Senza una accurata conoscenza non c'è speranza. Siamo collettivamente di fronte ad un mondo che sta rapidamente per essere polarizzato, tra propaganda e azioni segrete dei poteri dello Stato e quelli del lato opposto di chi detiene il potere. Con la ricchezza e il potere concentrato nelle mani di un piccolo numero di individui apparentemente patologici, le cose possono solo peggiorare.

Troppe persone sul nostro pianeta lottano ogni giorno per garantire i principi fondamentali per la sopravvivenza e troppe persone stanno vedendo le proprie vite derubate ad opera di una élite ricca e potente. Noi tutti non dovremmo mai, mai dimenticare che i nostri governi sono governati da questo 1%, e che i loro interessi non sono - non del tutto - quelli delle masse di umanità che comprende tutti noi. Il principio di valorizzare la vita ovunque non può essere calpestato in una fuga precipitosa di paura creata da coloro che non hanno a cuore i nostri interessi. Le classi dirigenti non solo ci mentono ogni giorno, ma sembrano ingannare se stessi se pensano che quello che stanno creando sia sostenibile.

Dobbiamo anche dire che quelli di noi qui a SOTT che quotidianamente monitorano le notizie al fine di mettere assieme il quadro più completo possibile dello "Stato del Pianeta", spesso trovano difficile andare avanti di fronte all'apparente mancanza di speranza. Siamo dolorosamente consapevoli della lotta che dovrà arrivare al fine di correggere gli errori e impostare le cose su un piano positivo; siamo anche consapevoli del fatto che dovrà essere una decisione delle masse, non solo il 10% o il 20% della popolazione. Ed è per questo che è così importante continuare a condividere la conoscenza. Poiché le condizioni in tutte le sfere della vita continuano a degradare e ci saranno inevitabilmente più dolore e sofferenza. Con questo, ci saranno sempre più persone che avendo creduto che il caos non sarebbe mai entrato nelle loro vite, scopriranno che questa volta non è così: il caos è in arrivo ovunque; il che rende sempre più importante continuare a tenere acceso il faro per più tempo possibile.

Dicendo addio al 2015, ci piacerebbe raccontarvi un po' sulle nostre realizzazioni, dal momento che non si può conoscere tutti. Abbiamo motivo di essere orgogliosi della nostra capacità di resistere e di perseverare, e questo è un motivo in più per essere grati a voi, nostri lettori e sostenitori, che avete reso tutto questo possibile. Perché, francamente, se non avessimo ricevuto tanti messaggi di ringraziamento e di sostegno, non avremmo neanche un briciolo di speranza! Possiamo fare sempre qualcosa di più, ma quest'anno, proprio quando pensavamo che i nostri piatti fossero troppo pieni grazie al supporto dei nostri lettori, grazie ancora allo slancio di molti nuovi volontari in tutto il mondo ci siamo allargati ancor più!

Question

L'unico modello possibile è l'Italia "americana"?

Bandiera dell'Italia e degli Stati Uniti
Si cerca scimmiottare un mondo che non solo non ci appartiene ma che ha fatto il possibile per cancellare le nostre identità, a scapito di quel "mondo" che presenta fallimenti continui e tensioni sociali sempre pronte a divampare.
E' possibile che dopo quasi un secolo, l'America sia vista come l'unico modello possibile ed immaginabile per il nostro Paese? E' plausibile che non vi sia alternativa al modello cosmopolita, multiculturale, multietnico, nemico di popoli ed identità?

A quanto pare sembra di sì. Non tanto per paura di creare un nuovo mondo, ma per l'ossessione che esista un'unica via da seguire, senza possibilità di cambiare. Nel leggere i quotidiani nostrani, e in particolar modo, il più prestigioso tra essi, il Corriere della Sera, si ha l'impressione che non sia solo un leitmotiv, ma che l'America sia proprio un qualcosa da propagandare, proprio nel momento in cui l'impero sta declinando, lasciando (a rigor di logica) spazio ad un mondo multipolare.

Corriere della Sera del 7 dicembre, firma di Giangiacomo Schiavi. Tema? Il futuro di Milano. Citiamo letteralmente quanto scritto: "l'Expo ha rafforzato la sua immagine (di Milano, ndr) portando un melting pot di culture con cui confrontarsi".

Poi le interviste a giovani (ovviamente rampanti) di stampo internazionale: "Avevo deciso di andare via, master a Londra dopo il triennio di Economia. Ho cambiato idea. Nei mesi di Expo ho visto un'altra città, Adesso mi piace stare a Milano, non mi sento più lontano dall'Europa e fuori dal mondo". Solamente da queste poche righe, si può capire che a Milano vi siano giovani solamente intenzionati a fare master costosissimi, ultimato il percorso universitario. Ovviamente, il solito cliché finale: l'Italia è provinciale, Londra (mondo angloamericano ovviamente) è il centro del mondo. Peccato che la crisi economica abbia colpito anche Milano, e non tutti i ragazzi possano permettersi master e anni di studi all'estero. Andiamo tuttavia avanti, perché il bello dell'articolo deve ancora venire.

Il primo intervistato è Raffaele, ora si passa a Giacomo. Le lauree in inglese al Politecnico e all'Humanitas sono un esempio che danno "coraggio e senso alla nuova Milano". E poi la ciliegina: "Tra di noi, molti pensavano di fare il quarto anno di Liceo in America. E poi non tornare. Non è più così. E' giusto fare esperienza all'estero, ma c'è Milano nella nostra testa. Questa, un po' americanizzata, è tornata ad essere la nostra città. Nuova Milano York o Nuova York Milano, allora. Un po' di futuro è qui".

Better Earth

Renzi ha bloccato le sanzioni alla Russia. Accordo con Lavrov per la Libia, vice-ministro Gravilov a conferenza del 13 Dicembre

Renzi e Putin
Renzi vorrebbe ridiscutere con i partner europei le sanzioni a Mosca. Lavrov pronto ad appoggiare l'Italia in Libia: "i rapporti tra Mosca e Roma sono sempre stati eccellenti al di là dei partiti"
Secondo la Reuters, Renzi ha bloccato le sanzioni in scadenza il prossimo gennaio. Secondo alcune voci diplomatiche il premier vorrebbe ridiscutere con i partner europei le condizioni delle sanzioni alla Russia, nel summit dei capi di stato europei che si terrà il 17-18 dicembre prossimo.

È presumibile che la decisione del governo italiano potrebbe essere connessa al tavolo delle trattative sulla Libia, infatti il 13 dicembre si terrà a Roma una conferenza sul problema libico. Il Ministro degli esteri russo Sergej Lavrov oggi ha dichiarato che Mosca sarebbe pronta a sostenere l'Italia in un'azione sulle coste nordafricane con una missione internazionale anti-terrorismo. Il Ministro avrebbe aggiunto che "è del tutto realistico agire in Libia, soprattutto per l'importanza che riveste la regione per l'Italia" e che "tra Italia e Russia i rapporti sono sempre stati buoni al di là di questo o quell'altro partito al governo". Alla conferenza secondo gli ultimi lanci di agenzia dovrebbe partecipare il vice-ministro degli esteri russo Gatilov.

Cut

Secondo voi perché Repubblica e Corriere ora stanno crocifiggendo Renzi?

Renzi
di Francesco Santoianni
(Fonte: Pecorarossa)


Ma perche' oggi i media del Grande Capitale, primi tra tutti Repubblica e il Corriere della Sera, stanno crocifiggendo Renzi sbattendo in prima pagina lo "scandalo delle banche salvate e dei risparmiatori rovinati"? (robetta, in confronto a scandali come, ad esempio Monte Paschi di Siena) Verosimilmente per il rifiuto dell'Italia ad unirsi ai bombardamenti NATO sulla Siria e - come ha fatto notare per primo l'ottimo Marcello Foa - perché Renzi non ha rinnovato automaticamente le sanzioni alla Russia. Del resto con Famiglia Cristiana che sembra la Pravda dei bei tempi e un PD oramai liquefatto, qualcosa dovrà pur fare Renzi per raccattare qualche voto alle prossime elezioni.

E arriva inevitabile, l'ordine di scuderia. Troppo pericoloso intimargli chiaramente di mettersi subito in riga con la NATO. Meglio fargli capire chi tiene i fili dei burattini. Meglio fargli capire che possono farlo scomparire da un momento all'altro. Come con Letta.

Blue Planet

Petrolio dell'Isis alla Turchia: Linkiesta mette in dubbio (male) la versione della Russia

linkiesta
© l'antidiplomaticoPer il giornale online Putin è un bugiardo che si è semplicemente vendicato di Erdogan. Ma è veramente così?
"Tutti pazzi per Putin, pure troppo", titolava qualche giorno fa il quotidiano online Linkiesta. Nel suo articolo l'autore, Eugenio Dacrema, ha spiegato perché secondo lui la ricostruzione russa sul petrolio dell'Isis venduto alla Turchia farebbe acqua da tutte le parti, alimentando l'immagine di un Putin bugiardo che si è semplicemente vendicato di Erdogan per l'abbattimento del jet russo per mano delle forze aeree turche. Ma è veramente così? Proviamo ad
analizzare punto per punto le sue obiezioni.

"Cosa sappiamo dei rapporti fra il governo turco e lo Stato islamico?".

Come tutto ciò che è illegale e pericoloso - nel caso di specie parliamo di rapporti con tagliagole senza scrupoli che puntano allo sterminio di tutto ciò che non risponde alla loro interpretazione del Corano - ufficialmente nulla. Ma ci sono molti elementi che ci fanno pensare come tra Ankara e lo Stato Islamico ci sia una specie di accordo di collaborazione contornato da affari loschi. La Turchia, e lo scrive lo stesso autore nel suo articolo, non ha accettato di far parte della coalizione anti-Isis e, nonostante le pressione americane, si è rifiutata di chiudere le proprie frontiere. Aspetto quest'ultimo che si può spiegare con due considerazioni.

La prima: l'ondata migratoria che sta investendo l'Europa è vista come uno strumento di pressione sia da parte del governo di Ankara (che può ottenere soldi e il tanto agognato ingresso in Ue), sia da parte dello Stato Islamico, che prova a spaventare la popolazione europea, gettandola nelle mani dei movimenti nazionalisti e xenofobi. Solo così il sentimento di intolleranza verso il mondo musulmano crescerà, creando odio ed emarginazione sociale. Sentimenti sui quali l'IS fa leva per reclutare nuovi combattenti.

La seconda: attraverso il confine turco passano i terroristi con passaporto europeo che arrivano in Siria per addestrarsi. Le stragi degli ultimi mesi lo hanno ampiamente dimostrato. Se la Turchia chiudesse le frontiere, il fenomeno potrebbe ridursi drasticamente. Ma non lo fa. E si sospetta in cambio di qualche contropartita economica. Il petrolio, per l'appunto.

"E' ragionevole pensare che la maggior parte del petrolio prodotto dai pozzi siriani sotto il controllo dell'Isis sia oggi rivenduto internamente e in territori controllato da regime e opposizione, soprattutto in vista del picco dei consumi dell'inverno".

Una teoria interessante, per carità, ma che cozza con la realtà delle cose. La Siria non è certo l'Ucraina e gli inverni sono miti e non gelidi. Chi ha seguito la guerra in Ucraina sa che nel corso dell'inverno 2014 le temperature in Donbass sono precipitate a 30 gradi sotto lo zero, costringendo separatisti ed esercito regolare ad accordare una piccola tregua. Se guardiamo le temperature medie invernali di alcune città siriane, è possibile rendersi conto di come il petrolio per il riscaldamento non sia proprio una priorità rispetto al reperimento di strumenti primari come armi, cibo e medicine. A Latakia, giusto per fare un esempio, la temperatura media a gennaio oscilla tra gli 8 e i 16 gradi. Un clima facilmente sopportabile indossando indumenti invernali.

Eye 2

Eurodeputato spagnolo: "La Nato parla apertamente su come chiudere Russia Today"

russia today
"La più grande organizzazione militare del mondo, la NATO, si permette oggi di parlare in Galles su come chiudere RT". Lo ha affermato il deputato spagnolo di Ixquierda Unida e membro della Commissione di difesa del Parlamento europeo, Javier Couso, in occasione del decimo anniversario di RT.

"Prima hanno bombardato Al Jazeera due volte, a Kabul e Baghdad, e ora preparano leggi per prevenire la diffusione di RT. Come vedo ogni giorno nel mio lavoro, al Parlamento europeo, la più grande organizzazione militare del mondo, la NATO si permette di parlare ora in Galles su come chiudere RT".

"Di fronte ai media che ripetono la stessa cosa come strategia spesso di guerra per cambiare i governi, sorgono almeno esempi come RT o come Telesur" che, secondo Couso, sono "uno di quei fari che da voce al 99%".