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Matrimonio, verso l'addio all'obbligo di fedeltà: «Visione ormai superata della coppia»

Fedelta Coniugi
Addio all'obbligo di fedeltà nel matrimonio. È quanto prevede il disegno di legge presentato nel febbraio scorso al Senato e ora assegnato alla commissione giustizia di palazzo Madama. Il testo - spiega il sito di informazione legale 'Studio Cataldi' - consta di un solo articolo in grado di rivoluzionare però l'intero istituto del matrimonio. Nello specifico, tale articolo mira a modificare l'art. 143, comma secondo, del codice civile in materia di soppressione dell'obbligo reciproco di fedeltà tra i coniugi.

Obbligo che, a detta dei firmatari, sarebbe "il retaggio culturale di una visione ormai superata e vetusta del matrimonio, della famiglia e dei doveri e diritti dei coniugi". La stessa giurisprudenza di Cassazione, ricordano, ha statuito che "il giudice non può fondare la pronuncia di addebito della separazione sulla mera inosservanza del dovere di fedeltà coniugale" (cfr. Cass. n. 7998/2014).

Inoltre, si sottolinea nella relazione al ddl, con l'avvento della legge n. 21/2012, è stato superato il "problema annoso della distinzione tra figli legittimi e figli naturali, distinzione odiosa che ha portato il legislatore a prevedere l'obbligo di fedeltà tra i coniugi". Infatti, l'art. 143 c.c., stabilendo tale obbligo, si richiama soprattutto alla fedeltà sessuale della donna "perché fino a non molto tempo fa, solo la fedeltà della medesima era un modo per 'garantire' la legittimità dei figli". Essendo quindi superata tale distinzione, conclude la relazione, può superarsi anche un "obbligo" che non può certo ascriversi "tra i doveri da imporre con legge dello Stato".

Un passo in avanti su tale argomento, spiega la prima firmataria del disegno di legge, la senatrice Pd Laura Cantini, è stato fatto con le unioni civili che presentano un modello "molto più avanzato che dovrà essere recepito dal codice civile". Nella legge Cirinnà, infatti, a seguito delle numerose polemiche, è stato tolto dal testo originario la fedeltà sessuale quale requisito di coppia, in quanto caratteristica esclusiva del matrimonio tradizionale. Ma ciò significherebbe, a detta della Cantini, avere "le corna legali" per le coppie omo ma non per quelle etero.

Bad Guys

Al Consiglio Europeo Gentiloni come Renzi, ma è poco credibile

gentiloni
Nell'importante vertice di Bruxelles dove si è tenuto per due giorni il Consiglio Europeo, Paolo Gentiloni fa la sua prima uscita da terzo Presidente del Consiglio della legislatura.

Sull'agenda del Consiglio che ha visto riunirsi i leader di tutti i paesi dell'Unione i soliti temi, dei quali l'Europa da anni fa fatica a venire a capo: dalla questione migratoria alla crisi bancaria, il fronte ucraino e quello siriano.

Gentiloni in primis ha incontrato i leader del PSE alla riunione tenutasi ieri proprio a Bruxelles, dove ha appoggiato la candidatura di Gianni Pittella alla presidenza dell'Europarlamento dopo la rinuncia del tedesco Martin Schulz.

Beccato dai giornalisti dopo la riunione al PSE il nuovo premier si è soffermato a parlare della questione migratoria, sottolineando l'immobilità dell'Europa su un tema troppo importante per essere trattato con superficialità. Tuttavia Gentiloni malgrado qualche critica all'Europa nella scia renziana mantiene dei toni da capo della diplomazia piuttosto che da primo ministro.

Il presidente del consiglio mentre da un lato sosteneva che "la discussione sui migranti non ci piace" ha anche continuato a lodare in modo non richiesto, soprattutto se ricordiamo le ultime uscite del governo precedente in Europa, François Hollande e Angela Merkel per l'accordo preso dall'Unione Europea nei confronti del Niger. Come se ciò potesse porre rimedio alla grande anarchia oggi vigente in Nord Africa e nel Medio Oriente, della quale senza ombra di dubbio l'Europa comunitaria può essere annoverata come una delle maggiori responsabili. Anarchia che è la ragione maggiore dei flussi incontrollati di migrazioni umane dell'ultimo periodo verso il vecchio continente.

Se fossimo in presenza di un governo politico inviteremmo il nuovo inquilino di Palazzo Chigi ad abbandonare la prassi diplomatica e di far valere di più la voce del nostro paese in un'Europa che malgrado qualche contentino continua a non ascoltarci su nulla. Purtroppo siamo in una sottospecie di governo balneare in versione natalizia guidato da un personaggio, Gentiloni, che non può certo essere definito un leader politico.

Question

Bagnai: Si può salvare l'Italia dalla stagnazione economica?

italia euro

Nel secondo capitolo scritto per il libro L'euro est-il mort ? (qui la traduzione del primo), uscito in Francia a ottobre 2016, Alberto Bagnai risponde in maniera molto ampia, chiara e argomentata a una domanda cruciale che tutti ci poniamo: ce la farà il nostro paese a uscire dalla stagnazione economica? Se una risposta positiva sarebbe molto semplice dal punto di vista economico (eccellenti studi smascherano i falsi argomenti terroristici dei media), tuttavia le difficoltà vere sono di ordine politico e geopolitico, in quanto implicano un profondo ripensamento del ruolo dello stato nel sistema economico e un accordo a livello internazionale per una nuova regolamentazione dei mercati finanziari. C'è da augurarsi che per arrivare a questa inversione di rotta non si debba passare nuovamente attraverso gli orrori di una guerra mondiale.


di Alberto Bagnai, ottobre 2016

Mi è stato chiesto, in quanto economista italiano, di rispondere a questa domanda: «Come si può salvare l'Italia dalla stagnazione economica?» Mi sono permesso di modificarla leggermente: «Si può salvare l'Italia dalla stagnazione economica?»

Facciamo il punto

Per cominciare, facciamo il punto della situazione. Abbiamo già insistito sul fatto, oggi riconosciuto praticamente da tutti gli economisti, che la crisi in cui siamo impantanati è dovuta al debito privato. Questo vale, in misura differente, per tutti i paesi della zona euro, inclusi quelli che si credono forti (come la Germania) o che si credevano forti (come la Finlandia). Ma nel momento in cui scrivo questo capitolo (maggio 2016) l'Italia resta il paese che corre il pericolo maggiore, e quindi il più pericoloso. I media hanno sollevato il velo di oblio che copriva la Grecia, i cui problemi non sono stati risolti dal FMI (cosa su cui nessuno si faceva illusioni). Ma i problemi italiani, benché meno evidenti, sono di un ordine di grandezza infinitamente superiore.

I crediti deteriorati delle banche italiane a settembre 2015 hanno toccato i 200 miliardi di euro (ovvero il 115% del PIL greco).[i] L'applicazione precipitosa e pasticciata delle nuove regole europee sulla risoluzione delle crisi bancarie a quattro piccole banche regionali nel novembre 2015, oltre a lasciare sul terreno un morto (un pensionato che era stato espropriato di 100.000 euro in obbligazioni subordinate), ha provocato una crisi di borsa nel corso della quale i titoli bancari sono caduti del 40% nel corso di un mese, gennaio. Questo ha reso più fragile il sistema, e tanto più perché da una parte era stata incrinata la credibilità della Banca d'Italia, dall'altra la sedicente «Europa» si era rivelata in tutta la sua asimmetria e il suo imperialismo.

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Busato: "Crimea e Veneto hanno molto in comune"

Crimea
© Sputnik. Sergey Malgavko
Il 7 dicembre la Regione Veneto ha approvato la legge che definisce il suo popolo e la sua lingua minoranza nazionale. Con questo importante passo i veneti, come sudtirolesi, hanno confermato di voler organizzare la prossima primavera un referendum per ottenere l'autonomia speciale regionale.

Per capire se il Venexit potrebbe davvero diventare realtà Sputnik Italia si è rivolto a Gianluca Busato, presidente di Plebiscito.eu e Segretario del Veneto Si.

— Perché per Veneto è così importante diventare autonomo? Quali vantaggi concreti potranno avere le imprese e il popolo?

— Per il Veneto più che l'autonomia direi che l'indipendenza è un fattore di cruciale importanza. Questo il referendum per l'autonomia speciale regionale del Veneto può essere utile per permettere di avere una possibilità in tal senso. È importante perché è cambiato il quadro macroeconomico e geopolitico del mondo per cui nei prossimi anni Veneto diventerà un ambito cruciale dei nuovi corridoi internazionali di commercio tra Asia e Europa e ovviamente con la Federazione Russa. Una naturale strada di collegamento tra l'Europa per via terra e l'Asia per via mare passa per il Veneto, per il Nord Adriatico. Quindi questo diventa un aspetto fondamentale per la regione per poter tutelare i propri interessi in un mutato quadro internazionale. Tutto questo è dovuto al fatto che l'Italia è entrata in una situazione in cui non riesce a far fronte alla competizione internazionale e quindi il Veneto deve trovare il modo di esercitare le proprie facoltà.

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Putin e Hillary Clinton, quello che i media italiani non dicono

Putin & Hillary
© AP Photo. Mikhail Metzel, Pool
L'immagine di Hillary Clinton propinata dai media occidentali, compresi quelli italiani, è ben nota a tutti: la salvatrice del mondo che si è sfidata per la Casa Bianca con quel diavolo di Trump. Sulla Clinton, come anche su Putin, frasi trite e ritrite, articoli stilati in nome del politicamente corretto. Chi sono Hillary Clinton e Vladimir Putin?

A Roma lunedì 12 dicembre presso la Sala Igea di Palazzo Mattei di Paganica è stato presentato il libro di Gennaro Sangiuliano "Hillary. Vita e potere di una dynasty americana", biografia che narra luci e ombre della donna ad un passo dalla presidenza degli Stati Uniti. L'opera presentata si affianca al best seller dell'autore "Putin. Vita di uno zar". Alla presentazione dei due volumi hanno partecipato Fausto Bertinotti, Maria Stella Gelmini, Giorgia Meloni e Francesco Verducci.

Due poli contrapposti, espressioni di due mondi completamente diversi della geopolitica, due figure centrali sullo scacchiere internazionale. Le due vite parallele di Putin e Hillary Clinton sono state delineate dal giornalista Sangiuliano in due lavori documentatissimi, che raccontano quello che i media italiani non dicono. Sputnik Italia a margine dell'evento ha intervistato l'autore Gennaro Sangiuliano, vicedirettore del TG1.

War Whore

Mattarella ha scelto: tradito ancora il popolo italiano

mattarella
© AFP 2016/ ANDREAS SOLARO

Chapeau! Il Presidente Mattarella è riuscito nella difficilissima impresa di svilire la volontà elettorale dei cittadini. Questa è la quarta volta consecutiva in cui un Presidente della Repubblica assegna l'incarico di premier a un soggetto non investito dal consenso degli italiani.


Sia ben chiaro: il problema non è se Gentiloni piaccia o meno, ma è il dimenticarsi che la sovranità spetta al popolo e non all'inquilino del Quirinale. Tutto è stato fatto seguendo formalmente la Costituzione, ma tradendo il senso stesso della Carta fondamentale.

Troppe volte dall'inizio della Seconda repubblica abbiamo visto la più alta carica dello Stato armeggiare sui governi, mettendoli in difficoltà o facendoli addirittura cadere per poi costruire all'interno del Parlamento maggioranze improbabili, quasi sempre governi di centrosinistra puntellati da paletti fuoriusciti dallo schieramento avverso. Mattarella prosegue nel solco tracciato dal recordman della specialità, Giorgio Napolitano, e senza neppure ipotizzare la durata del prossimo governo. Cominciamo bene. La decisione del Presidente della Repubblica non può che spaventare quel 60% di elettorato che ha mostrato in modo inequivocabile il proprio rifiuto verso il modo di concepire la politica del premier uscente Matteo Renzi. Sentendosi tradito per l'ennesima volta, il popolo italiano farà crescere quella rabbia e quel rancore che gli opinionisti più quotati e i pensatori più illustri disprezzano con tutte le forze.

Cult

Il Meglio del Web: I potentati finanziari designano Gentiloni per proseguire l'opera di spoliazione ed invasione dell'Italia

gentiloni - killary
Nonostante il chiaro ed inequivocabile pronunciamento della grande maggioranza dei cittadini italiani a favore del NO, nel referendum sulla riforma costituzionale voluta dal Governo Renzi/Boschi/Gentiloni, il Presidente Mattarella ha dato incarico ad una controfigura di Renzi, del fronte del SI, per formare un nuovo governo che prosegua le stesse politiche di spoliazione ed invasione dell'Italia.

Un governo senza scadenza, dichiarano, indifferenti a qualsiasi problema di consenso e rappresentanza sostanziale da parte dei cittadini.
Un gioco molto pericoloso quello della classe politica al Governo che ancora una volta, nonostante sia priva di qualsiasi legittimità democratica, si ostina ad operare alle spalle degli interessi e delle necessità dei cittadini chiudendosi a riccio rispetto alle legittime richieste di andare al voto, agitando i soliti pretesti della emergenza finanziaria, dei mercati e degli impegni internazionali.

Facile prevedere che il regime cercherà di creare nuove "emergenze" per giustificare una prosecuzione a tutti i costi dell'attività del governo ed evitare una consultazione popolare da cui il PD, il partito che rappresenta gli interessi del Grande Capitale, uscirebbe sicuramente sconfitto. Mentre Renzi ha da poco portato via i suoi scatoloni dagli uffici che occupava come primo ministro, a stretto giro arriva il nuovo sostituto, grazie alla veloce designazione fatta del Presidente Mattarella. In realtà, come si può capire, il nome di Gentiloni è stato suggerito dai potentati finanziari, da Bruxelles e da Washington come persona di provata fedeltà alle centrali di potere sovranazionale che dirigono il sistema Italia.

Jet4

Putin manda in Siria le forze "cecene" per le operazioni speciali

Putin Forze Cecene
Oggi ci sono notizie assai interessanti: secondo il quotidiano Izvestia, la Russia invierà in Siria alcuni operatori dei battaglioni delle forze speciali cecene chiamati "Ovest" ed "Est", per "sorvegliare le installazioni russe a Khmeimim e a Tartus. Secondo fonti russe, questi due battaglioni sarebbero stati convertiti in un'unità di "polizia militare", che sarà completamente operativa dalla fine di dicembre.

Questa notizia lascia senza risposta molti affascinanti interrogativi.

Primo, anche se le fonti russe parlano della cosa come se si trattasse di due battaglioni completi, ho il sospetto che non sia proprio così e che (in realtà) verranno formate solo alcune compagnie, con elementi presi dai suddetti battaglioni. Come mai? Perché questi battaglioni sono in parte la spina dorsale del sistema di sicurezza russo nel Caucaso e, usare queste truppe d'élite solo per fare la guardia a due installazioni militari, non ha alcun senso.

Secondo, questo però induce a chiederci che cosa questi "Ceceni" (in realtà, una definizione non appropriata, vedere sotto) andranno veramente a fare in Siria. L'unica occasione per cui avrebbe senso mandarli a proteggere le basi russe di Khmeimim e di Tartus sarebbe se ci si aspettasse un grosso attacco contro queste installazioni e non fossero disponibili altri rinforzi, e questo, chiaramente, non è il caso.

Terzo, questi due battaglioni sono per la maggior parte, ma non esclusivamente, composti da operatori mussulmani sunniti. La cosa ha numerosi vantaggi. Inoltre questi battaglioni hanno collezionato molti successi stroncando la ribellione wahabita in Cecenia. Questo fatto potrebbe essere di fondamentale importanza, perché, fra le migliori truppe del Daesh/ISIS sotto il comando americano in Siria, vi sono anche i Ceceni wahabiti.

Boat

Le ONG stanno contrabbandando migranti in Europa su scala industriale

Migranti
Migranti in fila appena sbarcati
Per due mesi abbiamo monitorato i movimenti di imbarcazioni registrate a nome di un paio di ONG servendoci di "marinetraffic.com" ed al tempo stesso, servendoci dei dati disponibili su data.unhcr.org , siamo stati in grado di calcolare gli arrivi giornalieri di migranti Africani in Italia. Ci siano ritrovati così spettatori di una truffaldina operazione di traffico illegale di esseri umani.

I contrabbandieri delle ONG, mafia che agisce con il beneplacito dell'Unione Europea hanno sbarcato migliaia di migranti illegali in Europa dietro il pretesto di salvare la gente, tutto ciò con l'assistenza della guardia costiera Italiana che ne ha coordinato l'attività.

I trafficanti di esseri umani contattano la guardia costiera Italiana in anticipo per ricevere assistenza nel caricare a bordo i loro dubbi "carichi". Le navi delle ONG si dirigono verso "punti di salvataggio" anche se coloro che dovrebbero teoricamente salvare si trovano ancora in Libia. Le 15 navi di cui abbiamo osservato i movimenti, le quali sono di proprietà, o risultano noleggiate, da ONG, lasciano regolarmente i loro porti in Italia dirigendosi verso Sud, fermandosi prima della costa Libica a caricare il loro carico umano per poi ritornarsene in Italia, a 260 miglia di distanza, quando il porto di Zarzis in Tunisia si trova a sole 60 miglia di distanza dal "punto di salvataggio".

Snakes in Suits

Dopo Renzi: chi, cosa, come

Renzi
"Tutto lascia prevedere che avremo un Renzi-bis" dicevo ieri nel mio editoriale di pandoratv.it. E, come accade spesso ai profeti, sbagliavo, ingannato da un Mattarella in edizione Napolitano-2.

Invece Matteo Renzi ha rifiutato, sdegnato. Non si addice a uno come lui il ruolo di gestore di una qualsiasi transizione. Non è nemmeno andato alla consultazione. Ci ha mandato le mezze figure: doppio vantaggio, e non piccola vendetta contro il mondo intero, che lo ha schernito. Nel tritacarne ci entrerà prima qualcun altro.

E non mi azzardo più a tentare previsioni. Ma, dietro le quinte, non c'è Renzi. C'è l'Europa della trojka, che non vuole altre sorprese. E che non potrebbe essere più lontano dal saggio invito alle élites di Steven Hawking, dalle colonne del Guardian, che suonava in sostanza così: "non siate superbi, ciò che sta accadendo è il risultato della vostra insipienza e miopia". Un Renzi-bis non è dunque possibile: la sconfitta del 4 dicembre è stata troppo grande per permetterlo. Ed è anche una sconfitta per questa Europa.

Dovranno accontentarsi, per ora, di una soluzione intermedia che, oltre ad approvare la legge di bilancio, vari una legge elettorale. E qui cominciano i guai. La casta italo-europea rischia grosso anche con un porcellum revisionato. Dunque faranno tutto il possibile per tenere insieme un PD che, a sua volta, è a un passo dal tracollo dopo aver perso il leader, e subito una botta così dura, tutto da solo. Ma il fatto è che siamo entrati tutti in una prateria dove già vagano piccole mandrie di bisonti impazziti; ciascuno senza grandi mete, ciascuno per conto proprio; ciascuno alla ricerca della sopravvivenza; gruppi e singoli, di destra e di sinistra, non importa, pronti a cambiare non una ma due o tre casacche. Se occorre. E occorrerà.

Commenta: Leggi anche, Il terrorismo psicologico della Bce.