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Curdi: Roma in piazza per la minoranza etnica

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© oltremedianews.it
Non è un periodo facile per i curdi. In Turchia, il premier Erdogan ha assunto sempre più un comportamento autoritario e sta attuando una forte repressione verso la più importante coalizione di questa minoranza etnica, conosciuta come Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), in vista delle elezioni di domenica prossima. Tutto questo perchè il PKK potrebbe essere l'ago della bilancia decisivo per la prossima tornata elettorale. I rapporti tra il popolo curdo e il governo di Ankara non sono mai stati buoni e sono peggiorati ulteriormente, da quando gli estremisti islamici dell'Isis hanno preso il controllo di alcune città della Siria settentrionale.

Da allora i curdi, che hanno anche delle enclave nella stessa Siria, hanno cominciato a combattere costantemente i militanti dell'Isis e a gennaio scorso, sono riusciti a conquistare la città di Kobane caduta sotto controllo dello stato islamico nel settembre del 2014.

Durante la guerra tra i combattenti curdi dell'Unità di Protezione del Popolo (YGP) e la stessa Isis, il governo di Erdogan ha assunto un atteggiamento alquanto ambiguo. Tutti ricordano l'attentato dello scorso 20 luglio a Suruc, città della Turchia meridionale e roccaforte del partito curdo. Non si è mai arrivati ad una verità certa su chi ha compiuto tale strage: il governo di Erdogan subito accusò i militanti dell'Isis ma le perplessità che sia stata la stessa Ankara rimangono eccome.

Vader

L'ambasciatore Usa a Parigi: 'Dobbiamo far male all'Europa. A lungo'


Comment: Articolo scritto da Claudio Messora
Originariamente pubblicato su byoblu.com


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L'ambasciatore americano a Parigi
Per capire cosa stanno cercando di fare, in gran segreto, con il TTIP, e per comprendere a fondo la logica con la quale gli States tentano di colonizzare economicamente il vecchio continente, basta che io vi racconti cosa stanno facendo con gli organismi geneticamente modificati(OGM)

La maggior parte dei consumatori europei si opponeva al consumo di cibo prodotto con i metodi dell'ingegneria genetica. C'era una diffusa resistenza in Germania e non esisteva assolutamente nessuna domanda né dai consumatori né dai produttori per le coltivazioni biotech in Austria. E, malgrado gli sforzi prodotti per sconfiggere le resistenze ungheresi, il pubblico non mostrava alcun segnale di ripensamento sul divieto di consumo del mais geneticamente modificato. Così, il Dipartimento di Stato americano, che ha il compito di coordinare la politica estera statunitense, cui non sfuggiva il peso del giudizio dell'Unione Europea sulla diffusioni di tali tecnologie a livello globale, ha cercato di limitare l'influenza dei punti di vista negativi all'interno della UE sulla biotecnologia.

Tra il 2005 e il 2009, i cablogrammi intercettati da Wikileaks che riguardano il mondo biotech sono cresciuti molto più rapidamente rispetto a quelli che riguardavano altri argomenti.
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© controinformazione.infoTecnologie Biotech
Ecco cosa scrive Food And Water Watch
"Gli Stati Uniti hanno perseguito aggressivamente politiche estere nel cibo e nell'agricoltura che vanno a beneficio delle grandi multinazionali delle sementi. Il Dipartimento di Stato americano ha lanciato una strategia concertata per promuovere la biotecnologia nell'agricoltura, spesso contro l'opposizione del settore pubblico e dello stesso governo, escludendo alternative più appropriate e più sostenibili. Il Dipartimento di Stato americano ha fatto pressioni sui governi degli altri stati perché adottassero politiche e leggi pro-biotech nell'agricoltura, ha messo in opera una campagna rigorosa di relazioni pubbliche per migliorare l'immagine della biotecnologia e ha sfidato le normative e le protezioni biotecnologiche di buon senso, anche opponendosi alle leggi riguardo all'etichettatura degli alimenti geneticamente modificati".

Light Saber

Storie Vere: Raffaele Sollecito racconta la sua verità

Raffaele Sollecito 01
Eleonora Daniele intervista Raffaele Sollecito a Storie Vere

1 novembre 2007: Meredith Kercher, studentessa londinese, viene trovata uccisa a Perugia. I sospetti ricadono da subito su Raffaele Sollecito e Amanda Knox, definiti dall'opinione pubblica "la coppia diabolica", i quali finiscono alla sbarra dopo lunghe e complicate indagini. Otto anni di processi mediatici e internazionali, quattro dei quali Raffaele li ha trascorsi in carcere (per sei mesi addirittura in isolamento). Un periodo terribile, che definisce nel suo libro "una vera e propria tortura". Oggi Sollecito è innocente oltre ogni ragionevole dubbio, pronto a riscattare la sua persona e a far scomparire l'etichetta dell'assassino che per troppo tempo ha avuto addosso ingiustamente.

Intervistato da Eleonora Daniele nella puntata odierna di Storie Vere (dove alcuni giorni fa è intervenuta Piera Maggio per parlare di Denise Pipitone), Raffaele Sollecito ha raccontato il suo incubo:
Sono stati otto anni lunghissimi e tragici. Io dico sempre di essere nato più volte: la prima volta da mia madre, ho avuto un'infanzia piena di entusiasmo e ricca di progetti; la seconda volta sono nato quando sono uscito dalla prigione, poichè ho dovuto affrontare un mondo completamente diverso da quello che avevo lasciato... la mia famiglia invece non è cambiata... anzi, nel frattempo è diventata più forte.

Bell

"Nessun libro per il 58% degli italiani. Politici e manager tra i lettori peggiori"

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Se fosse un esame di fine anno sarebbero tutti bocciati: manager, dirigenti e politici. Perché secondo i dati dell'Aie, l'associazione italiana editori, presentati alla Buchmesse, la Fiera del libro di Francoforte, sono loro i peggiori lettori d'Italia. I dati, in generale, per il Belpaese non sono confortanti: il 58,8% della popolazione nazionale durante l'anno non apre nemmeno un libro, contro il 37,8% della Spagna, e il 30% della Francia. E tra i laureati, il 25,1% dei neodottori italiani, ricevuta la pergamena, abbandona completamente la lettura per svago o nel tempo libero. Tuttavia, rispetto alla media, sono gli eletti dai cittadini e la classe dirigente ad andare peggio. Il 39,1% dei manager, dirigenti e politici d'Italia, infatti, non legge, nemmeno un volume ogni dodici mesi. Per fare un confronto: in Spagna e Francia sono il 17%, meno della metà che da noi.
"Un dato impressionante - scuote il capo Federico Motta, presidente dell'Aie - che porta a una semplice riflessione: viviamo nella società della conoscenza, dove la capacità competitiva del paese risiede nella sua cultura. Con questi dati siamo destinati al declino".
Perché politici e manager leggano così poco, spiega Motta,
"probabilmente nemmeno loro lo sanno. Le ragioni della non lettura sono oggetto di un dibattito aperto. Il problema è che è questa la categoria che amministra l'Italia. Il tema vero è che siamo un paese che non parte dall'inizio, dalla scuola, dai ragazzi, che non fa crescere la gioventù nella cultura della lettura, e quindi evidentemente non forma un popolo di lettori".
E proprio questa fetta di cultura, secondo l'associazione, in Italia avrebbe bisogno di un traino.
"Altrove in Europa, ad esempio, lo Stato investe nella promozione della lettura - cita Motta - ma in questo paese siamo quasi a zero".

Handcuffs

Ignazio Visco, governatore Bankitalia indagato per corruzione e truffa per vendita Banca Spoleto

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Certe volte i grandi sconvolgimenti arrivano da dove meno te lo aspetti. Questo, per dire, arriva da Spoleto. La notizia è clamorosa in sé. Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco da settembre è indagato, insieme a sette amministratori e vigilanti della Popolare di Spoleto, dalla Procura di quella città per reati pesantissimi: si va dalla "corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio" alla "truffa", dal solito "abuso d'ufficio" alla "infedeltà a seguito di dazione o promessa di utilità".

Queste le imputazioni, ma qual è il contesto? Il contesto è un'inchiesta sul passaggio della Banca Popolare di Spoleto (Bps) al Banco di Desio e della Brianza, deciso durante un commissariamento voluto da Bankitalia poi giudicato "illegittimo" dal Consiglio di Stato. Ovviamente i soci di Pop Spoleto, che si sono visti azzerare il valore della loro partecipazione, non hanno gradito la cosa: la ritengono una "svendita" e, a decine, hanno presentato alla Procura un dettagliato esposto firmato dall'avvocato Riziero Angeletti. A leggere le ipotesi di reato, il pm di Spoleto, Gennaro Iannarone, sembra voler approfondire questa ricostruzione: oltre a Visco, infatti, sono indagati i commissari nominati da Bankitalia (Giovanni Boccolini, Gianluca Brancadoro e Nicola Stabile), i componenti del comitato di Sorveglianza (Silvano Corbella, Giovanni Domenichini e Giuliana Scognamiglio) e pure l'attuale presidente di Bps, Stefano Lado, che è il vicepresidente di Banco Desio.

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Il caso Erri De Luca e il diritto al dissenso

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Sosteneva John Stuart Mill che ogni impedimento ad una libera manifestazione di pensiero equivalesse ad un furto perpetuato ai danni dell'intera umanità, in particolar modo per gli oppositori dell'opinione incriminata. Se, infatti, si tratta di un pensiero corretto non è reprimendolo che chi lo avversa passerà dal torto alla ragione. Viceversa, se il pensiero è errato, metterlo al bando contribuirà a fargli perdere la bussola della verità.

Il filosofo britannico, dunque, sarebbe contento per la sentenza del Tribunale di Torino che ieri ha assolto Erri De Luca dall'accusa di istigazione a delinquere. Lo scrittore napoletano era stato denunciato dalla Lyon Turin Ferroviaire, la ditta che ha in costruzione la linea ferroviaria ad alta velocità Tav, a seguito delle sue dichiarazioni favorevoli al sabotaggio dell'opera.

Il giudice ha stabilito che "il fatto non sussiste" respingendo la richiesta di otto mesi di reclusione avanzata dal pm. Il processo a De Luca ha riproposto la sempiterna questione della legittimità o meno di imporre limiti alla libertà d'opinione specialmente in contesti di grave tensione sociale e politica.
Il suo volto rugoso, da saggio nostromo, è assurto a simbolo di una battaglia a favore del diritto al dissenso e contro il reato d'opinione da combattere in nome dell'articolo 21 della Costituzione italiana.

Question

Der Spiegel: Come La Germania Avrebbe Corrotto per Organizzare il Mondiale di Calcio 2006

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Lo Spiegel rivela alcuni retroscena dell'inchiesta sui pagamenti di mazzette che i rappresentanti del calcio tedesco avrebbero fatto per procurare alla Germania la sede del Mondiale di Calcio 2006. Dopo i vari casi di corruzione condotta in Grecia e l'enorme disastro Volkswagen, questa è un'altra tegola per la Germania, anche se di misura decisamente minore. Ci pare comunque legittimo sospettare che la tempistica di questi scandali —che stanno affossando ora la credibilità morale della Germania— non sia casuale.

Der Spiegel International, 16 ottobre 2015

In quello che potrebbe rivelarsi la più grande crisi del calcio tedesco dai tempi dello scandalo delle mazzette nella Bundesliga degli anni '70, Der Spiegel ha appreso che la decisione di assegnare l'organizzazione del Mondiale di Calcio 2006 alla Germania potrebbe essere stata acquistata tramite mazzette. Il comitato di gara tedesco avrebbe creato fondi neri riempiti segretamente dall'allora amministratore delegato dell'Adidas, Robert Louis-Dreyfus, con la somma di 10,3 milioni di franchi svizzeri, che allora valevano 13 milioni di marchi tedeschi.

Sembra che sia Franz Beckenbauer, l'eroe calcistico tedesco che guidata il comitato di gara, che Wolfgang Niersbach, l'attuale capo della Federazione Calcio Tedesca, nonché altri alti funzionari sportivi, sapessero dell'esistenza dei fondi neri, al più tardi nel 2005. Agendo a titolo privato, Louis-Dreyfus — che allora era presidente dell'Adidas, l'azienda di abbigliamento sportivo che forniva gli equipaggiamenti alla nazionale di calcio tedesca — abbia prestato denaro al comitato di gara tedesco prima della decisione di assegnare il Mondiale di Calcio alla Germania, che fu presa il 6 luglio 2000. Il prestito non è mai apparso nel bilancio del comitato di gara né allora e nemmeno in seguito nel bilancio del Comitato Organizzatore, quando il torneo è stato assegnato alla Germania. Un anno e mezzo prima del Mondiale di Calcio Louis-Dreyfus richiese indietro la somma prestata, che allora valeva 6,7 milioni di euro. I funzionari del Comitato Organizzatore, del quale Beckenbauer era diventato presidente, e Niersbach vicepresidente, nel 2005 iniziarono a cercare un modo di ripagare il fondo illecito in maniera non troppo appariscente.

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Scoppia incendio in un palazzo di Manhattan a New York

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Un violento incendio ha avvolto per intero un edificio di 10 piani di Manhattan durante le prime ore del mattino, costringendo le autorità a bloccare parecchie strade e ad isolare la zona. L'incendio è scoppiato intorno a 03:00 del mattino al quarto piano di un palazzo al numero 221 di West 17th Street. Subito le fiamme hanno cominciato ad allargarsi divorando anche i piani superiori della struttura, che era ancora in costruzione e doveva ospitare appartamenti di lusso.

Ad agosto gli addetti alla costruzione avevano presentato le domande per l'installazione di un sistema di antincendio, ma la richiesta era ancora in fase di lavorazione da parte dell'ufficio di competenza di New York. Poche ore dopo l'incendio le autorità sono state in grado di riaprire la Seventh Avenue aveva riaperto da 05:00, mentre ancora i vigili del fuoco stavano lavorando intensamente per domare le fiamme. Mentre alcune strade laterali erano rimaste ancora chiusi tra la settimo e la nona Avenue.

Le indagini sono ancora in fase di preparazione, ma potranno essere avviate soltanto quando i vigili non avranno spento ogni focolare e dichiarato agibile la struttura. Non è chiaro che cosa ha scatenato l'incendio, non è nemmeno stato comunicato se vi sono dei feriti a seguito dell'incidente.

Fire

Brasile, esplosione disastrosa a Rio de Janeiro Almeno 40 edifici sono stati rasi al suolo

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© lanacion.com.ar
Una forte esplosione ha scosso la notte di Rio de Janeiro, in Brasile. L'incidente, provocato probabilmente da una fuga di gas, ha distrutto decine di immobili lasciando almeno sette persone sotto i detriti nel quartiere di Sao Cristovao.

Stando a quanto riferito dal sottosegretario municipale della Protezione civile, Marcio Motta, sono stati praticamente rasi al suolo 40 edifici, tra cui due ristoranti e una farmacia, da cui sarebbe partito lo scoppio.

Question

Turchia, morta la giornalista Jacky Sutton Trovata impiccata nell'aeroporto di Istanbul

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Jacky Sutton, ex giornalista e reporter di guerra della Bbc, è stata trovata morta questa mattina a Istanbul, impiccata all'interno di un bagno dell'aeroporto Ataturk.

La morte della 50enne britannica, recentemente nominata a capo del Institute for War and Peace Reporting (a sostegno della stampa indipendente), è però avvolta nel mistero. Secondo i media turchi, infatti, la Sutton si sarebbe suicidata, impiccata con i lacci delle proprie scarpe per aver mancato un volo per il kurdistan iracheno, non avendo più soldi per un altro biglietto.

Di tutt'altro avviso parenti, amici e addetti ai lavori: tutti sono concordi nel definire Jacky Sutton una donna e una giornalista dalla forte personalità e nel dubitare fortemente della versione proveniente dalla Turchia.
"Serve un'indagine internazionale, non solo locale", chiedono gli amici e colleghi.
Il governo britannico per ora non si è esposto, limitandosi a confermare il decesso e inviare le proprie condoglianze alla famiglia della vittima.

Commenta: Jacky Sutton ha giocato un ruolo importante nel stabilire la stampa e i media independenti in Iraq: