Novembre si annuncia un mese bollente. Le maggiori contestazioni arrivano nel settore dei dipendenti pubblici, "umiliati" per le risorse che la manovra finanziaria di Renzi ha stanziato. Soldi che avrebbero dovuto sopperire al blocco dell'indicizzazione dei contratti bocciato successivamente dalla Corte Costituzionale. Più che soldi, sarebbe il caso di parlare di spiccioli, visto che a conti fatti i dipendenti del servizio pubblico si ritroveranno in tasca circa 5 euro in più al mese. Quattro caffé o poco di più, protestano i sindacati. Ora promettono battaglie e scioperi per le strade della Capitale. Non solo il pubblico, però: a protestare saranno anche gli operatori del commercio e della grande distribuzione (con uno sciopero il 1 di novembre) e poi i medici. Infine, nel settore privato sono già stati annunciati uno sciopero delle federazioni dei sindacati confederali e Ugl alla Ericsson il 3 novembre e quello proclamato da Snater a Telecom Italia (60 minuti a fine turno e blocco straordinario) dal 5 al 28 novembre. Ma andiamo con ordine.
Il comparto scuola ha indetto lo sciopero generale per il 13 novembre. Incroceranno le braccia gli insegnanti, dirigenti, educatori, Dsga e Ata che aderiscono alle sigle Unicobas, Anief, Cub, Cobas, Usi Surf. "Nel volgere di due settimane, in pratica, tutto il mondo sindacale si mobilitera' per sensibilizzare un Governo che sul rinnovo contrattuale di oltre 3 milioni e 200mila lavoratori dello Stato rimane fermo alle buone intenzioni. E' evidente che la misura e' colma - fa sapere l'Anief - basta ricordare i contenuti del comma 1 dell'articolo 37, da cui si evince che i 300 milioni di euro stanziati per il rinnovo contrattuale, bloccato dal 2009, basterebbero a malapena per coprire dieci euro a ognuno dei dipendenti pubblici per il solo semestre del 2015".
L'appuntamento per i manifestanti è alle 10 davanti al Miur e alle 12 davanti al Parlamento.
"Non vogliamo la cattiva scuola di Renzi - afferma il leader dei Cobas Piero Bernocchi - ma investimenti rilevanti per le strutture e il personale, dopo 20 anni di continui tagli alla scuola pubblica e ai salari di docenti ed Ata".