Figli della SocietàS


Stormtrooper

La macchina del caos: per un' Italia sovrana e neutrale

NATO


Terzo incontro per la critica del Nuovo Ordine Mondiale.


La macchina del caos lavora senza sosta creando i "fatti" secondo i propri principi e facendo, a suo modo, anche la nostra storia.
Per definizione, il suo operare non può riconoscere limiti e confini visto che, come è stato ammesso da fonte interna autorevolissima, "the american homeland is the planet".

Sebbene in queste ultime settimane venga effettivamente contrastata sul teatro siriano dall'intervento della Russia di Putin, essa mantiene nel suo ventre oscuro copiose riserve velenifere e notevoli capacità metamorfiche che la rendono comunque temibilissima e nemica irredimibile di qualunque popolazione.

Lo si vede, forse meglio che in passato, proprio in Europa, dove per l'affondamento di qualsiasi speranza di "risveglio politico globale" si serve senza scrupolo, fra le altre, dell'arma di distruzione chiamata "accoglienza dei migranti".

In questa situazione l'Italia, che rimane a livello planetario uno dei massimi terreni di sperimentazione per la macchina del caos, potrebbe senza paradosso rivelarsi uno degli avamposti strategici decisivi nel quale, in un futuro nemmeno troppo lontano, si giocheranno le sorti dei processi di affrancamento dal doppio giogo dell'Unione Europea e della NATO.

Convegno Sabato 12 Dicembre, ore 16,00

via Azzo Gardino, 48 - BOLOGNA


NATO must dissolve

Brick Wall

l'Europa al bivio

catalonia
© ustoday.com
di Pyotr ISKENDEROV

Le prossime elezioni generali che si svolgeranno in Spagna il 20 dicembre non soltanto riassumeranno il risultato politico del 2015 nel paese, ma sarà anche possibile fissare la direzione per lo sviluppo dell'Europa nell'anno 2016. Risulta già chiaro che una di queste direzioni sarà la diffusione del sentimento separatista nel Vecchio Mondo.

Molte cose stanno già affossando l'attuale sistema politico europeo: l'instabilità nel Medio Oriente provocata dalle politiche degli USA e dai gruppi terroristi internazionali slitta fuori del controllo dei progettisti occidentali del "nuovo ordine mondiale"; la nuova affluenza di rifugiati in Europa, l'aumento conseguente dei nazionalisti e le tendenze isolazioniste; e da ultimo, l'ostinato atteggiamento negativo di Washington e Bruxelles nel non voler cooperare con la Russia sulle principali problematiche nell'ambito internazionale... Nell'attualità, non è possibile predire con fiducia quale tipo di Unione Europea ci sarà nell'anno 2017.

In quanto al 2015 tuttavia, l'anno che si trova al punto di concludere con l'accompagnamento di dichiarazioni ed azioni di quelli che sono a favore della Catalogna in secessione dalla Spagna. La risoluzione approvata dal Parlamento della Catalogna, il 9 Novembre, ha dichiarato l'inizio della secessione dalla Spagna e concide con la mescola di un altro barile di polvere. Il Primo Ministro spagnolo Mariano Rajoy ha rapidamente fatto appello al Tribumale Costituzionale della Spagna per impedire che la risoluzione del Parlamento della Catalogna possa rendere effettiva la secessione dalla Spagna, sentenza che violerebbe le norme costituzionali. Nel frattempo il numero delle persone favorevoli alla secessione della Catalogna continua ad essere in crescita, secondo il partito indipendentista catalano.

Dalla forza delle considerazioni economiche si può capire la posizione delle autorità centrali della Spagna, se la Catalogna si dovesse separare, di seguito il PIL della Spagna si ridurrebbe di circa il 20%, mentre il debito si incrementerebbe per un 25 %. Possono esistere anche dei costi politici per il partito di governo, il PPE che corre il rischio di trovarsi tra l'incudine ed il martello, tra quelli che simpatizzano per la causa indipendentista e coloro che vogliono misure di maggiore accentramento.

L'escalation della questione catalana inevitabilmente avrà un effetto sui conflitti similari, della Scozia, del Belgio, dell'Ucraina e dei Balcani. Nei Balcani in particolare, la questione della preservazione di una Bosnia-Herzegovina unificata potrebbe proporsi nuovamente e questa volta in modo definitivo. Ci sono buone ragioni che sono a favore e contro la secessione della Catalogna e sempre si riferiscono ai Balcani e specialmente all'esperienza del Kosowo. Questo accade mentre i sostenitori dei separatisti catalani ricordano il precedente del Kosowo come un fattore positivo, gli oppositori sottolineano i problemi dell'Europa come risultato dell'indulgenza verso separatisti albanesi in Kosowo.

In questo senso, un articolo rivelatore è apparso nel principale giornale spanolo, El Pais, di Novembre. In esso vi è il tipo di opinione che non compare mai di frequente ai lettori europei: "Il Kosowo è stato un fallimento enorme ed un triple sbaglio in esso." E' stato il fallimento della comunità internazionale, che prima di arrivare ad un accordo sulla questione principale, il che significa il futuro della popolazione del Kosowo, è arrivato troppo lontano, giocando con criteri di geopolitica e di sovranità.

Yoda

Camerun: l'esercito uccide 100 uomini di Boko Haram e libera 900 suoi ostaggi

camerun soldiers
© oppinione-pubblica.com
In un mio precedente articolo, pubblicato quest'estate e dal titolo "Il Camerun, un paese dalla schiena diritta", accennai al fatto che il Camerun, questo paese africano dalla stabilità e dal senso d'unità nazionale sconcertanti, si trovasse alle prese col noto fenomeno di Boko Haram, l'organizzazione terroristica locale che soprattutto in Nigeria ha fatto parlare di sè fondando un proprio emirato vassallo dello Stato Islamico di al-Baghdadi. Ricordai, in quell'occasione, che la risposta del governo camerunense era stata tanto immediata quanto efficace, con la pronta mobilitazione dell'esercito a cui s'erano aggiunte squadre di cittadini volontari: tutti determinati a combattere, anche a costo della propria vita, contro Boko Haram e ciò che rappresentava.

I risultati non hanno tardato ad arrivare. Oggi, infatti, la stampa internazionale ed in particolare l'agenzia egiziana Mena hanno divulgato la notizia di un'azione che le forze armate del Camerun avrebbero condotto ai confini con la Nigeria proprio contro gli uomini di Boko Haram. Lo scontro, del tutto vittorioso per le forze camerunensi (a dimostrazione che i terroristi e i fondamentalisti sono feroci e spietati contro i civili quanto del tutto impreparati dinanzi ai militari e ai cittadini armati, alla cui vista semplicemente cadono nel panico), ha portato all'uccisione di cento membri di Boko Haram e alla liberazione di novecento suoi ostaggi.

A dare notizia del vittorioso esito dell'operazione è stato il portavoce dell'esercito, Didier Badjeck. Secondo numerose fonti, fra cui "The Indipendent", l'operazione militare sarebbe stata lanciata a fine novembre, in un'area i cui contorni non sono stati ancora ufficialmente precisati per elementari questioni di segreto militare. Badjeck, riporta Mena, avrebbe annunciato la vittoria in diretta televisiva.

Associated Press ricorda come, lo scorso primo dicembre, a Waza, nel nord del Camerun, due donne nigeriane affiliate a Boko Haram avessero compiuto un attacco suicida, secondo le ben conosciute modalità dell'ISIS. A quanto pare ciò non avrebbe comunque scoraggiato l'esercito del Camerun, e men che meno la popolazione intorno ad esso raccolta, che con questa vittoriosa battaglia ha assestato un duro colpo a Boko Haram.

Con questa brillante operazione il Camerun ha oggi insegnato agli Stati Uniti e all'Europa come si combattano davvero l'ISIS, il fondamentalismo ed il terrorismo. Poche chiacchiere, nessuna ambiguità, e tanti fatti.

Megaphone

Italia: disoccupazione, disinformazione e piddi'

michelen fossano
© controinformazione.infoProteste per la chiusura dello stabilimento della Michelen a Fossano
Quale è il legame fra disoccupazione/inoccupazione, altissima di questi tempi, e la disinformazione, imperante anche in materia di andamenti economici e occupazionali nel nostro paese? Il trait d'union è senza ombra di dubbio il governo affidato dalla troika al piddì, o meglio, la necessità di tenerlo in piedi anche come consenso (fittizio?) espresso negli immancabili sondaggi.

Il sotto-potere piddino ha necessità di presentare al volgo i suoi presunti successi, in materia di "lotta" alla disoccupazione e l'altrettanto vitale necessità di disinformare la popolazione, millantando andamenti economici sia pur moderatamente positivi.

Ecco perché si da molta enfasi al modesto ridursi della disoccupazione ufficiale in Italia, notizia rimbalzata su tutti i media in questi giorni. Un po' più in sordina, per ovvi motivi, la contestuale avanzata della deflazione, testimoniata da un calo dell'indice dei prezzi di qualche decimale di punto. Infatti, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività assume andamenti negativi, in questa fine d'anno, smentendo clamorosamente le previsioni (artefatte) di Padoan e del governo.

Il sistema di disinformazione mediatica in atto, a supporto del piddì collaborazionista della troika, mette in evidenza il (modesto) calo del tasso di disoccupazione ufficiale, che è valutato dall'Istat all'11,5% della forza lavoro in ottobre, ma non può esimersi dall'avvertire che contemporaneamente aumentano gli scoraggiati/ inoccupati, infatti, secondo la stessa fonte, gli occupati diminuiscono di quasi quarantamila unità. E' evidente che parte significativa del calo dei disoccupati censiti alimenta non nuova occupazione, ma le file degli scoraggiati che non cercano più un lavoro, mentre l'occupazione continua a diminuire. Gli inoccupati sono riserva della riserva, cioè del grande esercito di lavoratori di riserva che esiste fin dai tempi di Marx.

Come se non bastasse, sono in aumento i Voucher, indicatori di massima precarietà e di lavoro saltuario, utilizzati dai datori di lavoro per pagare (poco) il "lavoro accessorio", fuori dai regolari contratti. Bonus bebè e buoni lavoro sono le sole cose che può concedere, a una popolazione sempre più stracciona, un governicchio euroservo e troikista come quello piddino-renziano. Per il resto, sono mazzate continue, passate presenti e future, tanto che l'ex coop Giuliano Poletti, ministro contro i lavoratori per la distruzione del welfare, ha già lanciato il sasso nello stagno (per studiare le reazioni dei colpiti) ipotizzando di sostituire l'"attrezzo vecchio" dell'ora lavorata con qualcos'altro. Persino gli schiavi del mondo antico non avevano questo "attrezzo vecchio"!

Crusader

Il Meglio del Web: Giorgio Cremaschi: "Austerità e guerra si alimentano a vicenda. Il lavoro si protegge combattendo Ue, euro e Nato insieme"

Giorgio Cremaschi
© lantidiplomatico"I sindacati non sono solo responsabili per non aver agito, sono complici. Con Maastricht e l'euro sono divenuti parti del problema, non della soluzione"
Giorgio Cremaschi, ex presidente del Comitato Centrale della Fiom, ha spiegato le ragioni per cui ha deciso di abbandonare per sempre la CGIL con un articolo di successo sull'Huffington Post. L'Antidiplomatico l'ha intervistato questa mattina telefonicamente per approfondire insieme le responsabiltà del sindacato nella deriva attuale del mondo del lavoro e nella latitanza assoluta rispetto alle guerre dell'occidente, in particolare a quella indistinta e generale che anche l'Europa, dopo i drammatici errori degli Stati Uniti, ha di fatto iniziato.

"Al peggio non c'è mai fine" - inizia Cremaschi - "ma le ultime scelte del governo Renzi in materia di lavoro sono solo il suggello di un disegno che nasce molti anni prima. Con il pacchetto Treu del 1995 i governi di centro sinistra hanno di fatto aperto la via alla precarietà e alla flessibilità, alias perdita di diritti del mondo del lavoro. Come non ricordare poi la ferita mortale all'art.18 della Legge Fornero? L'attuale governo ha portato a compimento il tutto con la precarizzazione come regola, con l'abolizione dell'art.18, con misure liberticide come la licenza di spionaggio a distanza e il degrado continuo dell'ambiente lavorativo come normalità."

La narrativa ufficiale ci racconta che queste "riforme" sono l'unico modo per combattere la disoccupazione in un sistema globalizzato che richiede la flessibilità come dogma. "Sta proprio qui la truffa: hanno sempre venduto tutto come il modo per sconfiggere la disoccupazione e questa è aumentata sempre ad ogni riforma distruttiva successiva. Come giustificano sempre quelle che chiamano riforme? Con il dover dare un lavoro ai giovani e qual è la disoccupazione giovanile nel nostro paese? I minori salari e minori diritti dei lavoratori erano e restano gli obiettivi di questo disegno, di questa operazione in malafede".

Un percorso di distruzione del lavoro iniziato negli anni '90, vale a dire nel periodo in cui il nostro paese ha iniziato a delegare la sua sovranità al percorso di integrazione monetaria e finanziaria voluta in Europa. E sulle relazioni tra i due processi, Cremaschi non ha dubbi che si sia trattato di un unico disegno. "In questa operazione in malafede, si è compiuto uno scambio di merci. Il Trattato di Maastricht, apologia del liberismo più spinto, ha annullato principi sanciti dalle Costituzioni post fasciste e il lavoro è divenuto una merce di scambio da sacrificare nell'altare della finanza per i due nuovi dogmi: la flessibilità e l'abbattimento delle pensioni. Proprio oggi l'Osce in un nuovo rapporto ci ricorda come le pensioni italiane siano ancora troppo alte. La Bestia non è mai sazia".

Eye 2

Catalogna, annullata dichiarazione d'indipendenza

catalogna
© REUTERS/ Paul Hanna
La Corte costituzionale spagnola, con voto all'unanimità, ha revocato la mozione sull'indipendenza della Catalogna approvata a novembre dal Parlamento regionale catalano, che prevedeva l'avvio del processo di "sconnessione democratica" dallo Stato spagnolo al fine d'istituire una repubblica indipendente entro 18 mesi.

Il pronunciamento della Corte era giunto dopo che il governo di Madrid, guidato da Mariano Rajoy, aveva presentato l'11 novembre scorso il ricorso di fronte alla Corte Costituzionale. I leader catalani avevano già annunciato che avrebbero ignorato il verdetto.

"La volontà politica dell'esecutivo catalano è quella di andare avanti", aveva dichiarato in quell'occasione la vicepresidente della Catalogna, Neus Munté. D'altra parte, il premier spagnolo ha definito contraria alla Costituzione la mozione approvata dal Parlamento di Barcellona e ha detto più di una volta di non accettare che "alcuni signori liquidino le norme di convivenza che ci siamo dati tutti insieme". Rajoy ha inoltre avvertito che il suo esecutivo "agirà con fermezza" se il governo e il parlamento di Catalogna non rispetteranno le decisioni che prenderà la Corte costituzionale spagnola. I partiti secessionisti hanno però replicato di ritenere le "istituzioni spagnole, in particolare la Corte Costituzionale, delegittimate".

Fire

Ambasciata indonesiana a Roma in fiamme, grave un diplomatico

centro storico di Roma
© Sputnik. Alexander Vilf
Un incendio divampato nella sede diplomatica dell'Indonesia in pieno centro storico a Roma semina il panico: grave un dipendente.

Ha cercato di salvarsi dalle fiamme che divampavano gettandosi da un balcone della sede dell'ambasciata indonesiana, il diplomatico che ora si trova in gravissime condizioni all'ospedale Umberto I di Roma.

Panico nel centro storico di Roma questa mattina, per un incendio dalle cause tuttora imprecisate che ha colpito la sede diplomatica dell'Indonesia in Italia.

La colonna di fumo che diversi testimoni hanno visto sollevarsi tra le palazzine della zona in cui si trova l'ambasciata ha fatto scattare l'allarme, con l'intervento delle squadre di soccorso che ha paralizzato il traffico di importanti vie di collegamento della città.

Oltre al diplomatico le cui condizioni sono definite disperate, altre tre persone, che al momento dell'incendio si trovavano all'interno dell'edificio, sono rimaste ferite, due delle quali in modo grave.

Quenelle

Siria, Berlusconi: Russia alleato imprescindibile

Berlusconi
© sputniknews.com
Il leader di centrodestra all'attacco di Renzi: Daesh nemico mortale, la pavidità non ci mette al riparo da attentati. Necessaria coalizione ONU.

Silvio Berlusconi ribadisce dalle pagine del Corriere della Sera la sua convinzione sulla necessità di una grande alleanza per sconfiggere il Daesh. In un'intervista rilasciata oggi al quotidiano di via Solferino il leader di Forza Italia ha riconosciuto ancora una volta il ruolo della Russia, definito alleato imprescindibile e "non un nemico".
"La mia linea di politica estera è sempre stata improntata alla collaborazione tra Europa, Washington e Mosca, a partire dall'intesa di Pratica di Mare".
Così Berlusconi, che è tornato a chiedere una coalizione a guida Onu contro i jihadisti del califfato. Poi, sull'atteggiamento dell'Italia, ha operato un distinguo non condannando la prudenza del premier Matteo Renzi sull'intervento militare e confermando invece i suoi dubbi sull'attendismo nei confronti della lotta al Daesh.
"La prudenza nel combattere lo Stato islamico — ha detto Berlusconi — è un'ambiguità che non possiamo permetterci. La pavidità non ci mette al riparo da attentati".
Sputnik Italia, come tutti i siti Sputnik ed i progetti di MIA Rossiya Segodnya userà la denominazione Daesh al posto di "ISIS", come ha sottolineato il direttore Dmitry Kiselev. Daesh è l'abbreviazione in arabo della denominazione "Stato Islamico dell'Iraq e Levante". I terroristi non riconoscono questa formula, mentre da parte dei lettori Daesh non viene associato a nessuno stato e neanche all'Islam.

Георгиевская ленточка

Russia, Medvedev firma decreto per aiuti umanitari a Palestina: 5,3 mln di dollari

Medvedev
© Sputnik. Alexander Astafiev
Al ministero degli Esteri russo il compito di coordinare le condizioni e le modalità di fornitura con le autorità palestinesi.

Il primo ministro russo Dmitry Medvedev ha incaricato il ministero degli Esteri di fornire fino a 5,3 milioni di dollari in aiuti umanitari alla Palestina. È quanto si legge in un documento sul portale giuridico di informazione ufficiale russo.

Secondo il decreto, al ministero degli Esteri russo è stato ordinato di coordinare le condizioni e le modalità di fornitura degli aiuti umanitari con le autorità palestinesi.

L'aiuto umanitario, secondo il decreto, dovrebbe essere consegnato alla Palestina entro la fine del 2015.

La Palestina è coinvolta in un conflitto di lunga data con Israele per non aver riconosciuto l'indipendenza dello Stato palestinese.

Pistol

Strage in California, 14 morti. Ucciso un killer, caccia ad altri due

San Bernardino California shootings 01
© ANSA/AP
Ennesima strage negli Usa. E' di 14 morti il bilancio di una sparatoria a San Bernardino, in California. L'obiettivo della sparatoria è un centro di servizi sociali, l'Inland Regional Center. Si cercano tre uomini bianchi vestiti con abiti militari che avrebbero dato vita alla sparatoria in cui ci sarebbero anche 14 feriti. Avrebbero aperto il fuoco nella sala in cui si stava svolgendo la festa di Natale dei dipendenti.

Oltre alle divise militari, i tre indossavano anche una maschera, sono armati di fucili e sarebbero fuggiti dentro un Suv. La polizia li sta cercando mentre sul posto stanno arrivando anche gli agenti dell'Fbi.

Un "pacco sospetto" era stato trovato dentro un edificio vicino alla zona della sparatoria a San Bernardino, in California. Poco dopo è stato fatto brillare. Gli artificieri hanno usato un robot per far esplodere il pacco.

Tutte le scuole e gli edifici nel distretto di San Bernardino sono stati posti in "lockdown", cioè nessuno può entrare o uscire.

Commenta: Strano che ci fosse un'esercitazione armata proprio nelle vicinanze da parte del San Bernardino PD's SWAT team. Inoltre, cade a fagiolo per distrarre il pubblico dalle novità sul fronte Turchia/ISIS?