Domenica scorsa una ben precisa categoria d'italiani (quella che potremmo tecnicamente definire come "sinistra liberal", consegnata dallo smantellamento del PCI a posizioni sempre più atlantiste e filoamericane, e che ha in
Rai Tre,
La7,
La Repubblica ed
Il Fatto Quotidiano le sue principali Bibbie quotidiane) s'è riunita dinanzi al televisore per lasciarsi catechizzare da
Report, con l'ennesima puntata denigratoria e diffamatoria nei confronti dell'ENI. L'ennesima perchè, a quanto pare, non è neppure la prima volta che la redazione capeggiata dalla Signora Gabanelli si dedica a simili attività non proprio ricreative.
Poco più di un anno fa, infatti,
Report produsse una puntata a dir poco vergognosa nei confronti dell'
Ente Nazionale Idrocarburi, a cui seguì una ben prevedibile querela. L
'azione legale, com'era prevedibile, venne poi colpita ed affondata da una magistratura in corposa parte asservita agli interessi atlantici e d'oltre Oceano esattamente quanto quegli stessi giornali che provvedeva a difendere. C'è da scommetterci che anche stavolta andrà a finire così: con il magistrato "de sinistra" che soccorrerà il giornalista "de sinistra".
Tutto in nome della diffamazione selvaggia dell'ENI, o di Finmeccanica, o di qualsiasi altra azienda strategica italiana, colpevole di poter godere ancora di un intollerabile spazio d'autonomia all'interno di un'Italia completamente asservita a Washington e alla NATO.Perchè anche su questo c'è poco da dire e da fare:
le nostre aziende strategiche non sono tollerate da chi pretende d'esercitare un dominio completo e diretto sul nostro paese. Esse vengono viste come foriere di un possibile spostamento dell'Italia al di fuori del dominio atlantico. Non fu forse per questo che Enrico Mattei venne ammazzato? Lavorava,
il fondatore dell'ENI, "a portare l'Italia fuori della NATO e alla testa dei Paesi Non Allineati". A quanto pare, anche se l'ENI di oggi non è più quello dei tempi di Mattei, essendo stato in una certa misura "normalizzato" e "neutralizzato", esso continua comunque ancora ad apparire agli occhi di molti come una sorta di "mina vagante" in grado di minare o di sbilanciare la politica estera italiana verso direzioni ritenute pericolose per qualsiasi amministrazione della Casa Bianca. E, del pari, anche per gli altri alleati europei nostri "fratelli" maggiori, come la Francia e l'Inghilterra.