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Il mercato ha fallito, MPS salvata dallo Stato

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Era il 22 gennaio scorso quando l'ormai ex Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, rassicurava tutti dicendo che il Monte dei Paschi di Siena, la terza banca d'Italia, era sicura. Non aveva fatto i conti con l'incertezza che stava scatenando l'introduzione delle regole sul bail-in, che da allora hanno condannato la famosa banca senese ad una parabola discendente e inesorabile, le cui azioni sul mercato hanno perso più del 70% in un solo anno.

Ancora meno lungimirante, a leggere i suoi tweets è stato l'attuale Ministro dell'Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, che fino all'ultimo ha millantato la sicurezza del sistema bancario italiano, quando ormai nessuno più ci credeva.

Ed eccoci oggi a commentare l'ennesimo aiuto pubblico che lo Stato italiano concede alla banca più antica d'Europa, che aveva resistito ad ogni genere di male nel corso della sua storia, ma non aveva ancora fatto i conti con il PD. Sicuramente molti lettori saranno arrabbiati, delusi e contrariati dalla soluzione che è stata trovata per salvare MPS: in parte avete ragione, perché tutte le magagne e il marcio di quella banca e del partito politico che la controlla probabilmente non verranno mai fuori, se non con una totale rivoluzione. Tuttavia forse era l'unica soluzione possibile, che ha evitato (almeno per ora) guai ben peggiori.

Come era prevedibile, il piano di salvataggio con l'intervento privato lanciato da MPS lo scorso 19 dicembre si è concluso con un nulla di fatto:
"Non sono stati raccolti ordini di investimento sufficienti a raggiungere la somma di 5 miliardi, necessaria a consentire il deconsolidamento dei non performing loan e il raggiungimento degli altri obiettivi di rafforzamento patrimoniale posti a base dell'operazione annunciata lo scorso 25 ottobre nonché delle autorizzazioni ricevute dagli organismi di vigilanza nazionali e sovranazionali"
spiegava la nota rilasciata ieri dall'istituto senese. Il fondo del Qatar che doveva mettere sul piatto la somma più grossa per la ricapitalizzazione si è ritirato e così è stato vano anche il tentativo di convertire "volontariamente" le obbligazioni subordinate in azioni, la quale conversione fino a quel momento aveva racimolato 2.451.224.000 Euro complessivi (titoli che saranno restituiti com'erano ai rispettivi investitori).

Blackbox

Morti russe, parla Chiesa: "Non sono coincidenze, c'è una strategia precisa"

giulietto chiesa

Intervista a cura di Americo Mascarucci per intelligonews.it


"L'assassinio in diretta dell'ambasciatore russo ad Ankara e l'attentato all'aereo precipitato nel Mar Nero dimostrano che è in atto una strategia ben mirata contro Mosca". Ne è convinto il giornalista Giulietto Chiesa esperto di geopolitica internazionale intervistato da Intelligonews.

- L'uccisione dell'ambasciatore russo ad Ankara, per altro avvenuta in diretta televisiva, e subito dopo l'aereo russo precipitato nel Mar Nero probabilmente per un attentato. Coincidenze?

- Nessuna coincidenza, la mia interpretazione sulla base dei fatti e delle deduzioni che si possono trarre, è che c'è in atto un'aggressione coperta contro la Russia da parte di una forza molto potente, che è in grado di uccidere o di far uccidere un ambasciatore o di abbattere un aereo militare carico di civili. Si tratta di una vera e propria offensiva politica che non può essere resa nota neanche dai russi, ma di cui le autorità russe sono perfettamente al corrente.

- L'obiettivo quale sarebbe? Creare nuove tensioni fra Russia e Turchia come molti sospettano? E soprattutto, chi c'è dietro?

- La vittoria che i russi e Bashar al Assad hanno riportato ad Aleppo contro le forze jihadiste ha creato una forte irritazione anche negli Stati Uniti. Non mi riferisco tanto al presidente Obama quanto a certi gruppi che hanno fino ad oggi sostenuto quelle stesse forze che i russi e le forze governative hanno spazzato via. Gruppi che hanno sempre cercato di condizionare le sorti geopolitiche del mondo, Siria compresa, sbarazzandosi di Assad e consegnando il Paese ai suoi nemici. Gruppi legati ai servizi segreti che stanno restituendo pan per focaccia.

Eye 2

Ucraina: osservatori italiani come terroristi

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© Sputnik. Vitaliy Belousov

L'Ucraina, che vuole così tanto entrare nell'Unione europea, stila liste nere di cittadini europei indesiderati e dà praticamente dei terroristi agli osservatori italiani.


A diversi esponenti politici e personaggi pubblici italiani sono arrivate delle letterine dal Ministero degli Esteri, non con gli auguri di Natale, ma con l'avviso di non recarsi in Ucraina, Stato dove questi cittadini sono considerati una minaccia per la sicurezza nazionale, in altre parole dei terroristi. Il Ministero italiano sconsiglia quindi di recarsi in un Paese dove i propri cittadini potrebbero imbattersi in brutte sorprese.

Si tratta di un Paese il cui governo però è appoggiato dall'Unione europea. L'Europa, così attenta ai diritti umani, dovrebbe sapere che in Ucraina a tal riguardo non sono proprio rose e fiori. Di questi giorni è il post su Facebook del deputato ucraino Parasiuk in cui lui definiva un eroe l'assassino terrorista dell'Ambasciatore russo ad Ankara.

Quest'amicizia imbarazzante fra Bruxelles e il governo ucraino reggerà anche con Donald Trump? Sputnik Italia ha raggiunto per un'intervista Alessandro Bertoldi, opinionista, già dirigente del centrodestra e osservatore indipendente in Crimea e Donbass, finito nelle blacklist ucraine.

— Alessandro, ti è arrivata un'altra lettera dal Ministero degli Esteri, dove ti sconsigliano di andare in Ucraina, Paese che ti reputa una minaccia per la sicurezza nazionale. Che cos'hai fatto di così terribile?

— La lettera arrivata dal Ministero degli Esteri italiano riporta il decreto presidenziale di Poroshenko di ottobre, in cui lui va a comporre una lista di cittadini indesiderati, ritenuti un pericolo per la sicurezza nazionale ucraina, potenziali terroristi che "violano le libertà e i diritti dei cittadini ucraini e l'integrità del Paese". Io non ho fatto nulla, sono stato per diverse volte osservatore durante la crisi ucraina, prima in Crimea e poi nel Donbass. A Donetsk ho seguito le presidenziali della Repubblica di Donetsk. Inoltre ho dato il mio contributo con un gruppo di consulenti italiani di alto livello, come l'ex presidente della Provincia autonoma di Bolzano, considerato un modello per l'autonomia e la convivenza nel mondo. L'accusa di violazione dei confini è ridicola, perché io non ho trovato i confini. Sono stato a Rostov, in macchina sono andato a Donetsk. Quando sono passato dalla frontiera, dove la parte russa ha controllato l'uscita dal Paese secondo le norme internazionali, ho trovato dall'altra parte dei militari della Repubblica di Donetsk e non dei militari ucraini. Se gli ucraini non controllano i loro confini, è un problema loro e non di chi li attraversa rispettando i controlli.

Commenta: Leggi anche il seguente articolo:


Hearts

A Torino apre il Centro di rappresentanza della DNR

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© Foto: fornita da Eliseo Bertolasi

Il giorno 14 dicembre a Torino è stato inaugurato il primo Centro di rappresentanza della Repubblica Popolare di Donetsk in Italia. È il secondo Centro di rappresentanza della DNR aperto in Europa. Il primo, nella Repubblica Ceca, è stato inaugurato nel settembre di quest'anno.


Un evento simbolico, una tappa importante nel cammino d'indipendenza della DNR verso la costruzione delle proprie istituzioni repubblicane, non solo sul proprio territorio ma ora anche all'estero, in modo particolare verso l'Europa.

È l'ennesima riprova del costante consolidamento della Repubblica autoproclamata. La DNR regge ormai un'amministrazione operativa, rilascia passaporti, targhe e patenti, ha costituito un proprio esercito, nel mese di ottobre ha organizzato le elezioni primarie amministrative che hanno visto una straordinaria partecipazione popolare.

Tutta la manifestazione si è svolta nel miglior dei modi. Un grande applauso ha seguito il taglio del nastro che finalmente sanciva l'apertura del Centro di rappresentanza.

Gold Coins

Il Meglio del Web: Deutsche Bank e MPS: le sorellastre del sistema bancario europeo

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© Sputnik. Anton Denisov

Cosa hanno in comune Monte Paschi di Siena e Deutsche Bank? Sicuramente la spregiudicatezza, gli alti rischi di tenuta e la eventualità di un salvataggio pubblico.


Anche se di dimensioni grandemente differenti, entrambe le banche sono un po' il simbolo dei rispettivi sistemi bancari nazionali. MPS è la più longeva, la più antica banca al mondo, creata nel 1472, e oggi allo sbando. DB, fondata 146 anni fa, è diventata sinonimo e pilastro della capacità economica tedesca fino alla sua caduta nei gorghi della peggiore speculazione. Nonostante queste pericolose somiglianze, i consiglieri economici della Merkel, come il suo 'aiutante di campo' Christopher Schmidt, stranamente sono molto preoccupati del futuro di MPS. Puntano il dito su una barca in difficoltà, ma non vedono, o non vogliono vedere, la nave che rischia di andare a fondo. Eppure recentemente Der Spiegel, il principale settimanale tedesco, ha pubblicato un lunghissimo articolo sulle attività della Deutsche Bank. E' un vero e proprio dossier, veritiero, devastante, inevitabilmente spietato. Incomincia così: "Cupidigia, provincialismo, codardia, comportamenti maniacali, egoismo, immaturità, falsità, incompetenza, debolezza, superbia, decadenza e arroganza". Queste sono le pesanti parole usate per spiegare l'involuzione della DB, che emergono anche nelle migliaia di pagine dei documenti e delle interviste analizzati.

Il settimanale tedesco sottolinea che il collasso della prima banca tedesca è il risultato di decenni di fallimenti della sua leadership. Nel periodo tra il 1994 e il 2012 si è perso completamento il controllo della banca fino a "saccheggiarne e derubarne la sua stessa anima". Se una volta la DB era l'icona di rispettabilità e di solidità, oggi si è trasformata in una caricatura del "Lupo di Wall Street".

"Deutsche Bank è broken" scrive Der Spiegel, sommersa da ben 7.800 denunce legali!

Jet3

Il disastro dell'aereo militare russo Tu-154 - alcune brevi considerazioni iniziali

Tu-154 Russia Airplane Crash
E' troppo presto per arrivare a una conclusione su ciò che è successo a quest'aereo, ma visto che mi è stato richiesto per email, eccovi le mie considerazioni, personali e provvisorie:
  1. Guasto meccanico: improbabile. Il Tu-154 è un aviogetto a tre motori, una bestia estremamente forte. Il suo grado di affidabilità è paragonabile e quello della maggior parte dei velivoli contemporanei, nonostante sia stato spesso utilizzato in condizioni estreme a cui altri aerei non hanno dovuto essere sottoposti. Il Tu-154 aveva preso quota sufficiente a tentare un ritorno alla base o perfino un ammaraggio. Inoltre, l'equipaggio non ha comunicato alcun problema. Per questo motivo, il disastro deve essere stato istantaneo.
  2. Problemi di carburante: improbabile. I problemi di carburante sono sempre la prima cosa a cui si pensa quando avviene un incidente aereo, ma anche se i motori avessero avuto problemi improvvisi, finanche un arresto totale, i piloti avrebbero avuto tempo per riferirlo. E poi, come qualunque altro aereo, il Tu-154 può planare e manovrare senza potenza.
  3. Collisione con uccelli: improbabile. Non sono neanche certo che ci sia mai stata un incidente a un trimotore causato da collisione con uccelli, ma anche se fosse successo, l'equipaggio lo avrebbe riferito, cosa che non ha fatto. E ancora, il caso del volo US Airways 1549 [in italiano] ha dimostrato che perfino una collisione catastrofica con volatili non impedisce a un aereo di linea a pieno carico di tentare l'atterraggio.
  4. Errore del pilota: molto improbabile. Quelli che pilotavano quest'aeroplano erano gente di grande esperienza, e nonostante l'errore umano sia sempre possibile, nella maggior parte dei casi dà luogo a situazioni in cui può essere individuato e registrato. Il Tu-154 era un aereo molto complesso da pilotare e aveva i suoi punti deboli - ma questi ultimi erano tutti ben noti agli equipaggi russi, e questo era un equipaggio molto esperto.
  5. Missile: improbabile. Il Tu-154 ha tre motori, tra cui uno montato sopra la parte posteriore della fusoliera, e una testata di un missile del tipo MANPAD non ha un raggio di esplosione in grado di metterli tutti e tre fuori uso. Per quanto riguarda missili più grandi, le coste russe del Mar Nero sono strettamente controllate dalle forze armate e dai servizi di sicurezza russi (come lo è tutto il Mar nero) e arrivare così vicino alla città di Sochi è rischioso e difficile.
  6. Sabotaggio/bomba: molto probabile semplicemente perché tutte le altre cause sono molto meno probabili. È vero, questo era un aereo militare, la cui sicurezza avrebbe dovuto essere di buon livello. Ahimè, posso confermare per esperienza personale che se uno sembra Russo, parla russo da madrelingua e si comporta nel modo giusto, la sicurezza militare in Russia non è neanche lontanamente prossima al livello a cui dovrebbe essere. Però, se uno parla con un accento straniero o sembra straniero, e con questo intendo anche che ha accento del Caucaso o l'aspetto di qualcuno proveniente da quella zona, gli verrebbe molto più difficile eludere i controlli.
Per tutte queste ragioni, e nonostante sia troppo presto per formulare congetture, la mia ipotesi preferita è quella che si sia trattato di un atto terroristico eseguito da agenti ucraini. Spero di sbagliarmi e di essere smentito nelle prossime 24 ore ma in questo momento, mi sembra lo scenario più probabile.

Un'altra cosa: questa tragedia mi ha veramente spezzato il cuore. Non solo l'intero Alexandrov Ensemble [ex Coro dell'Armata Rossa, in italiano] è scomparso, ma anche altre due personaggi meravigliosi che erano a bordo di quel volo: Valerii Khalikolv [in inglese] e "La Dottoressa Liza" [in inglese]. Non ci sono parole per esprimere la perdita che la morte di queste persone rappresenta per la Russia. È per questo che io spero e prego che, a dispetto delle mie prime considerazioni delineate qui sopra, questo non sia un attacco terroristico ucraino perché se lo è, le conseguenze saranno molto gravi. Lo sapremo molto presto.

Bad Guys

Flashback Terrorismo, qualcosa non torna...

Terrorismo Europa
Stragi su stragi. Senza tregua. Quasi una al giorno, ormai. Chissà perché, poi, questi orrendi attentati si abbattono sempre nei luoghi pubblici facendo strage di povera gente, di persone comuni, lavoratori e disoccupati, ragazzi e studenti.

Mai una volta - avete notato? - che l'ira delirante dei terroristisi abbatta nei luoghi del potere e della finanza. Mai. Mai un signore della finanza colpito, mai uno statista, mai un "pezzo grosso" dell'Occidente. Strano, davvero, che i pazzi alfieri del terrorismo, che in teoria - si dice - avrebbero dichiarato guerra all'Occidente non prendano di mira chi l'Occidente davvero lo governa.

Se non ci dicessero un giorno sì e l'altro pure che il terrorismo islamico ha dichiarato guerra all'Occidente si avrebbe quasi l'impressione che si tratti di una guerra di classe - gestita poi da chi? - contro lavoratori, disoccupati, classi disagiate: una lotta di classe tremenda, ordita per tenere a bada i dominati, per tenerli sotto tensione, proprio ora che, mentre stanno perdendo tutto, iniziano a sollevarsi (è il caso della Francia della "loi travail", uno dei Paesi più colpiti dal terrorismo).

Commenta: Per approfondire il tema, leggi i seguenti articoli SOTT Focus:


USA

Risoluzione ONU: USA abbandonano il loro migliore amico Israele?

United Nations
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Non applicando il diritto di veto sul voto alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, gli Stati Uniti hanno "abbandonato" Israele, riporta l'agenzia Reuters, citando la dichiarazione del Ministro dell'energia dello stato ebraico Juvalja Stainiz.

"Non è una risoluzione contro gli insediamenti, è risoluzione anti israeliana, una risoluzione contro il popolo ebraico e lo Stato ebraico. Gli USA oggi hanno appena perso il loro unico amico in Medio Oriente" ha detto Steinitz.

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite venerdì ha approvato una risoluzione che richiede ad Israele di fermare la costruzione di insediamenti nei territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est. Gli USA si sono astenuti al momento del voto e il documento è riuscito a passare. La risoluzione esorta a "fare uno sforzo collettivo, con l'obiettivo di trovare una stimolante fiducia per le trattative e per tutte le questioni riguardanti lo status finale".

Commenta: In seguito al voto, il premier israeliano Netanyahu ha annunciato che Israele intende interrompere il finanziamento alle istituzioni delle Nazione Unite.

La decisione degli USA di astenersi dal voto è veramente motivata da una voglia di porre fine all'occupazione dei territori palestinesi, o si tratta di una tattica usata dall'amministrazione Obama per mettere un bastone tra le ruote al presidente eletto Trump?


Caesar

Maxi conferenza stampa di Putin 2016 vista dall'Italia

Conferenza Putin
© Sputnik. Grigory Sisoev
Come ogni anno è immancabile l'appuntamento del presidente russo Vladimir Putin con la stampa. Durante la Maxi conferenza stampa in diretta di fine anno Putin si è riconfermato un comunicatore diretto, senza peli sulla lingua. Il suo messaggio raggiungerà l'Occidente?

I giornalisti russi e stranieri durante le 4 ore di conferenza si facevano notare in tutti modi con tanto di cartelloni e scritte curiose per poter porre la propria domanda a Vladimir Putin. Sono state affrontate questioni interne al Paese, ma non sono mancate domande su temi internazionali, come la crisi siriana, i rapporti fra Russia e Unione europea, la collaborazione con gli Stati Uniti.

Quali segnali importanti arrivano dalla maxi conferenza di Putin? Sputnik Italia ha analizzato i passaggi riguardanti i dossier internazionali grazie all'aiuto di Tiberio Graziani, presidente dell'Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (l'IsAG), direttore della rivista "Geopolitica".

— Alla domanda della BBC sui famigerati hacker russi, che sarebbero coinvolti nella campagna elettorale americana, Putin ha risposto che tuttora non è chiaro chi siano precisamente gli hacker in questione. Quello che hanno messo in luce è più grave, ovvero sia le manipolazioni dell'opinione pubblica da parte dei democratici. Secondo Putin i democratici hanno perso, ma cercano i colpevoli all'esterno, dando la colpa alla Russia. Tiberio, che ne pensi di quest'affermazione del presidente russo?

— Chiaramente c'è sempre la strategia di non entrare in merito alle questioni, ma di attirare l'attenzione mediatica su altri dettagli, che colpiscono di più l'immaginazione della gente. Questo ne è un esempio. Dire che la Russia ha fatto di tutto per far eleggere Trump fa un po'sorridere, perché questo fa notare una cosa particolare: la debolezza degli Stati Uniti. Questa storia dovrebbe far pensare allora che la super potenza mondiale, gli Stati Uniti, sono talmente deboli da farsi infiltrare da agenti informatici del Cremlino. È una guerra propagandistica da parte occidentale che fa sorridere, la risposta di Putin penso sia stata alquanto corretta, anzi molto diplomatica.

Bomb

Il Meglio del Web: Due terrorismi

Berlin terror attack
© Reuters. Umit Bektas
L'assassinio terroristico in cui ha trovato la morte l'ambasciatore russo ad Ankara ha un significato preciso: colpire la Russia, che è stata protagonista della cruciale sconfitta della Jihad islamica ad Aleppo e, più in generale, in Siria. E, nello stesso tempo, minare il difficile negoziato in corso tra Russia e Turchia per una soluzione definitiva della guerra contro il morente "Stato Islamico".

E' infatti evidente che il progressivo (e incerto) venire meno dell'appoggio turco ai terroristi dell'ISIS e a quelli di Al Nusra e al Qaeda, è stato anch'esso decisivo per tagliare le retrovie alla jihad terroristica. Dunque tutto è tragicamente chiaro. Coloro che hanno alimentato il terrorismo in Siria e Irak non hanno gettato le armi e stanno alzando la posta.

Diverso sembra essere il caso dell'altro massacro, questa volta inscenato a Berlino ripetendo l'idea del camion scagliato contro la folla ignara. Di nuovo è toccato alla Germania. Ma, mettendo in fila la serie degli attentati terroristici, a partire dal Charlie Hebdo, passando per il Bataclan, arrivando all'aeroporto belga di Zaventem, fino a Berlino, non è difficile scorgere un obiettivo unico: colpire le due colonne portanti dell'Europa, Francia e Germania, terrorizzare le loro popolazioni, disarticolando le loro difese e le loro istituzioni, gettando nel panico le loro leadership.

Commenta: Le ultime notizie sull'assassinio dell'ambasciatore russo ad Ankara mostrano che l'aggressore apparteneva al movimento di Fethullah Gulen, accusato dal governo turco di essere responsabile del tentato golpe.

Erdogan beneficia del golpe turco perché è fallito, non perché l'ha organizzato lui

E' probabile che i servizi segreti occidentali non siano solo coinvolti nell'attentato di Berlino ma anche nell'uccisione dell'ambasciatore russo, con lo scopo di destabilizzare le relazioni tra la Russia e la Turchia in seguito alla liberazione di Aleppo Est.