Figli della SocietàS


Health

"Ossa letteralmente ridotte in polvere": MSF sulle ferite di metà delle vittime a Gaza

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© Ibraheem Abu Mustafa/Reuters
Thierry Saucier è un chirurgo ortopedico per lo MSF a Gaza. Spiega la complessità nel trattare centinaia di persone ferite durante le proteste delle ultime settimane. Le ferite molto gravi costituiscono una sfida molto seria per i chirurghi, e richiedono mesi o anche anni di cure.

Che tipo di lesioni sta curando attualmente tra i feriti a Gaza?

Stiamo assistendo per lo più a ferite da proiettile. In oltre il 95% dei casi, le ferite da proiettile si verificano negli arti inferiori, comprese le ginocchia. Troviamo anche alcune ferite da arma da fuoco all'addome e agli arti superiori.

Ciò che è più impressionante, nei pazienti che abbiamo visto nelle ultime tre settimane, sono le ferite di uscita dei proiettili. Quando un proiettile passa attraverso un corpo, ha sempre una ferita di uscita leggermente più ampia di quella di ingresso. Ma nei pazienti che trattiamo nelle nostre cliniche post-operatorie, la ferita di uscita dà un'indicazione della distruzione insolita dei tessuti molli e delle ossa all'interno della ferita. La ferita di uscita è sproporzionatamente più ampia. Può essere la dimensione di un pugno, o anche di una mano aperta. Queste lesioni impressionanti sono ovviamente difficili da riparare e spesso richiedono innesti successivi. Nella metà dei feriti che abbiamo ricevuto, il proiettile ha raggiunto l'osso, causando fratture pluriframmentate, il che significa che l'osso è stato letteralmente trasformato in polvere.

I proiettili causano anche lacrime multiple e irregolari nei tessuti molli (pelle, tendini, muscoli, nervi, arterie). Questo porta alla devascolarizzazione, vale a dire che il flusso sanguigno non raggiunge più questi tessuti, che a sua volta crea alti rischi di infezioni. Se la pallottola tocca il nervo sciatico, provoca paralisi, che può essere irreversibile, in quanto la riparazione delle lesioni non può essere effettuata in un ambiente di emergenza. Quando si tratta di una lesione arteriosa, ci troviamo di fronte ad un rischio immediato di morte, così come una devitalizzazione degli arti, e quindi spesso un'amputazione.

Commenta: Il massacro israeliano dei palestinesi è la logica fine dell'identità politica israeliana. Leggi:


Candle

Non deve essere una "primavera europea"

Giuseppe Conte

di Sebastiano Caputo


L'establishment aveva solo una carta per controllare il sentimento di rivolta che in questi giorni è cresciuto vertiginosamente in Italia dopo le decisioni discutibili del capo dello Stato: difendere le istituzioni ad oltranza in un Paese che storicamente non ci ha mai creduto, e spaccare l'asse Lega-Movimento 5 Stelle. È evidente come i giornalisti, uniti intorno alla figura del presidente Mattarella (perché i partiti dell'establishment sono finiti), hanno cercato in tutti i modi di mettere Matteo Salvini e Luigi Di Maio l'uno contro l'altro, ma non ci sono riusciti: governeranno insieme seguendo il contratto tracciato all'indomani del voto elettorale e approvato in larga parte dai loro rispettivi elettorati. C'è di più, tra i due, contro ogni aspettativa, c'è un'intesa straordinaria.

Questo governo potrebbe durare più di quanto molti opinionisti credono. Il presidente del Consiglio, persona seria e rispettata, farà da punto di congiunzione di queste due visioni del mondo che in fin dei conti non sono così diverse. Alla base c'è l'ideologia populista, e quello di Giuseppe Conte sarà il suo volto presentabile.

Si è finalmente entrati in nuova epoca, politica e comunicativa. Destra e sinistra sono morte, insieme ai principali mezzi di informazione, i quali oltre a non aver capito il momento storico, sono stati ad inseguire le dirette Facebook dei due leader che dopo gli incontri a porte chiuse non concedevano esclusive se non alle loro pagine personali.

E poi c'è un terzo elemento fondamentale che si inserisce: quello metapolitico. E' la metapolitica ad aver influenzato i due movimenti-partito dominanti accelerando il processo di disgregazione dello status quo, è la metapolitica che oggi detta l'agenda del giornalismo italiano poiché quelle tematiche geopolitiche, economiche e giuridiche definite "fuori dal mondo" diversi anni fa sono diventate oggi mainstream.

Ora la pars destruens deve trasformarsi in pars construens affinché il miglior governo possibile per il popolo italiano non diventi il suo carnefice. La coalizione Lega-M5S dovrà inserirsi all'interno di una guerra politico-commerciale tra gli Stati Uniti e la Germania (e l'Unione Europea), i quali hanno giocato un ruolo centrale nella formazione del nuovo governo. In questo braccio di ferro tra Washington, Bruxelles e Berlino ad aver avuto la meglio è stato Donald Trump, favorevole alla disgregazione del continente, attraverso il suo emissario Steve Bannon, il grande teorico del populismo globale, giunto in Italia in modo trionfale.

Hourglass

L'ultima resistenza del "filotedesco" Mattarella

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DI FEDERICO DEZZANI


federicodezzani.altervista.org

Il veto presidenziale alla nomina di Paolo Savona a ministro dell'Economia ha ucciso in fasce il governo M5S-Lega: si tratta di uno stop momentaneo, perché lo stallo parlamentare obbligherà inevitabilmente a sciogliere le Camere e indire nuove elezioni nel prossimo autunno. Anzi, l'incarico assegnato all'ex-FMI, Carlo Cottarrelli, porta nuova acqua al mulino dei populisti, lanciati verso una schiacciante vittoria una volta che sarà acclarata l'impossibilità di portare avanti la legislatura. Dietro al niet di Mattarella si nasconde la volontà di difendere l'integrità dell'eurozona di cui Angela Merkel e Mario Draghi sono gli ultimi custodi: l'asse Trump-Macron guarda invece con simpatia ai populisti italiani, considerandoli uno strumento indispensabile per scardinare l'Europa "tedesca".

Stock Down

Il Meglio del Web: Bilancia commerciale, cos'è e come funziona. Perché la Germania è avvantaggiata

Da li se Europa distancira od SAD-a, početak nove ere ili mali čin prkosa?
Ovverosia: Perché servono bilance dei pagamenti strutturalmente in pareggio...

Il surplus record della bilancia commerciale della Germania è cosa nota, a fine 2015 era salito a 275 miliardi di euro, per poi toccare un nuovo primato recentemente. Questo disallineamento con gli altri paesi dell'Eurozona suscita però parecchi mal di pancia, tanto che se ne chiede il sanzionamento così come previsto da Maastricht. Ma perché un eccesso di export costituirebbe un fattore devastante per l'economia? Quali sono i mezzi per contrastarlo? Cominciamo a vedere come funziona la bilancia commerciale, l'ammontare delle importazioni e delle esportazioni di merci di un paese.

Cos'è e come funzionano le dinamiche della bilancia commerciale

I rapporti commerciali e finanziari di ciascun Paese con l'estero sono rappresentati dalla bilancia dei pagamenti: il saldo è rappresentato da un flusso monetario, che può essere attivo o passivo. Nel primo caso abbiamo un Paese che ha venduto ed incassato dal Resto del mondo più di quanto ha comprato e pagato. Nel secondo caso, abbiamo un Paese che ha venduto ed incassato meno di quanto ha comprato e pagato.

Nel primo caso il Paese si arricchisce; nel secondo si impoverisce e deve fronteggiare i maggiori esborsi utilizzando il risparmio interno, ovvero ricorrendo al prestito estero.

Bad Guys

Mattarella esce dalla Costituzione e impedisce la formazione del Governo 5 Stelle-Lega

mattarella
© EUTERS / Alessandro Bianchi
Si apre così una crisi senza precedenti nella storia politica del secondo dopoguerra in Italia. Una crisi che si può definire "europea", poichè dice una cosa inequivocabile: che la maggioranza dell'elettorato italiano ritiene necessario cambiare la politica dell'Europa, cambiare l'Europa così com'è. E basta. Niente di più, ma anche niente di meno.

E l'esito — provvisorio, del tutto provvisorio — dice che la classe dominante italiana, quella che ha condotto il paese alla crisi attuale, al debito pubblico oltre i 2300 miliardi di euro, a sei milioni di famiglie povere, alla disoccupazione giovanile al 50% nel sud, al disastro dei servizi sociali, alle privatizzazioni selvagge, alla stagnazione, al precariato generalizzato, non solo non intende andarsene, ma si appoggia al ricatto dei "mercati" e pretende che esso abbia la meglio sul voto popolare.

Interprete di questa "strana idea" è stato il presidente della Repubblica, Mattarella, che ha spiegato, esplicitamente, il suo pensiero. Così contravvenendo all'articolo 1 della Costituzione, sulla quale ha giurato, che suona inequivocabile così: "la sovranità appartiene al popolo".

Bizarro Earth

Valori etici perversi e conflittuali che si ritrovano nell'ambientalismo

environmentalism
Nota di Anthony: Questo articolo di opinione tratta un argomento molto sgradevole. Un'opinione che ho esaminato attentamente prima di decidermi ad esprimerla. Una delle considerazioni che ho fatto è quante volte i fautori della "giustizia climatica" hanno detto e diffuso cose terribili su di me, così come su altri che si oppongono alla tirannia verde che ha pervaso la società. Per quanto brutti possano essere questi paragoni - se non avessi sperimentato personalmente insulti di odio e di morte - credo che non siano esagerati. Chiedete a Marc Morano cosa ne pensa sui discorsi pieni d'odio e gli "auguri" di morte.

Sistemi Etici Perversi e Conflittuali

Ambientalisti radicali collocano le persone per ultime, e distruggono gli habitat e la fauna selvatica per porre fine ai combustibili fossili

L'Opinione di Paul Driessen

Il Ministro delle Foreste del Terzo Reich, Hermann Goering, fu un appassionato escursionista ed ecologo che una volta inviò un uomo in un campo di concentramento per tagliare una rana per l'esca dei pesci. Nel 1933, insieme ad altri leader del partito nazista, promulgò leggi anti-vivisezione per porre fine a quella che chiamava "insopportabile tortura e sofferenza negli esperimenti sugli animali".

Commenta: Mentre l'autore esplicita alcuni buoni punti - soprattutto su come i valori della sinistra radicale sembrano essere sconcertanti, anche nell'ambientalismo - il diavolo sta nei dettagli. Cioè, ci sono motivi per attirare l'attenzione sugli effetti dannosi di colture OGM, inquinamento, i pesticidi velenosi, eccetera. Tuttavia, per come questo articolo è posto dovrebbe essere indirizzato ai valori del mantenimento della salute e della qualità della vita e non dovrebbe assumere un approccio attivista da fine che giustifica i mezzi; sarebbe come essere disposti a ferire qualcuno nel perseguimento della 'giustizia'.


Pistol

SOTT Focus: Autoritarismo Liberale e la Sparatoria al Liceo Great Mills

Sheriff Tim Cameron
Larry Hogan (D) mentre lo sceriffo di Santa Maria Tim Cameron (D) parla martedì presso il Loffler Senior Center circa la sparatoria a Great Mills High
Un'altra tragica sparatoria in una scuola degli Stati Uniti, questa volta nel Maryland meridionale. Gli studenti della Great Mills High School ieri sono corsi al riparo mentre lo studente diciassettenne Austin Wyatt Rollins apriva il fuoco, ferendo due studenti prima che l'ufficiale delle risorse della scuola, anche lui membro del team SWAT, aprisse il fuoco su di lui. Non è ancora chiaro se si sia ucciso o se sia stato ucciso dall'ufficiale.

Come vedremo, questo incidente, e il modo in cui si è svolto, contraddice quasi tutta la logica liberale sul problema delle sparatorie nelle scuole in generale. Quindi è ragionevole concludere che non saremo bombardati da settimane di copertura mediatica. Per questo motivo sembra importante analizzare la situazione sia per le sfide che pone alla narrazione ufficiale liberale, sia per la tragedia più profonda che rappresenta nella cultura americana:

A) L'arma che Rollins ha usato era soggetta alle rigorose leggi del Maryland di controllo sulle armi da fuoco.
B) Un ufficiale di scuola armato ha chiuso il confronto prima che potesse degenerare in una sparatoria di massa.
C) La risposta liberale alle sparatorie nelle scuole è tanto negativa quanto, se non peggiore delle sparatorie stesse - per ragioni che analizzeremo qui di seguito.

Prima di tutto diamo un'occhiata alla versione ufficiale degli eventi così come si sono svolti martedì 20 marzo 2018.

V

SOTT Focus: La Paura della Morte e il Bisogno Umano di Eroi

candle
Abbiamo celebrato di recente il centounesimo compleanno di mia nonna. Mentre stavamo sorseggiando dello champagne, all'improvviso lei disse: "Ho sentito che la Russia ci salverà". Suonò inaspettata come frase visto che non avevamo per niente parlato della Russia, e men che meno di politica globale. Invece di domandarle il motivo, capii che la nonna era al corrente della retorica su una possibile 'guerra nucleare' tra la Russia e l'Occidente, e che avendo già vissuto attraverso due guerre mondiali non volesse di certo vederne un'altra. Quindi mi limitai a risponderle: "Sì, hai ragione, Vladimir Putin e la Russia ci salveranno", e la conversazione proseguì.

Nonostante la mia rassicurante e speranzosa risposta, dubito che Vladimir Putin, o chiunque altro a questo proposito, salverà tutti 'noi', 'il mondo' o cos'altro. Ma l'osservazione di mia nonna mi lasciò interdetto. Mi chiedevo da dove avesse preso quella informazione. E' improbabile che l'avesse presa dai media francesi, che sono allineati con le controparti occidentali nel portare avanti una campagna di disinformazione anti-Russia/anti-Putin. Forse un membro dello staff della casa di cura dove risiedeva si era avventurato in una simile sparata? Forse era arrivata a lei attraverso qualche forma di risonanza limbica con i supporter della politica di governo russa?

Al di là dell'origine della frase di mia nonna, mi interrogavo anche sull'influenza che ha Putin sulla popolazione globale, non a livello politico, economico e geostrategico (che è stato estensivamente coperto da altri osservatori), ma ad un livello simbolico più subdolo e nascosto.

MIB

Flashback Chi è il vero ministro degli Esteri del governo Renzi

Ambasciatore USA Armando Varricchio
© Glenn Fawcett
Armando Varricchio, una vita da diplomatico. I rapporti con Letta, Prodi e D'Alema

Un'immagine vale più di mille parole. E allora, per capire chi in questo momento pesa all'interno del gabinetto di «guerra» del premier Matteo Renzi, alle prese con la crisi internazionale in Libia, bisogna ripescare uno scatto postato su twitter dal portavoce Filippo Sensi, in arte Nomfup, lunedì 16 febbraio. È il giorno in cui il presidente del Consiglio, dopo le uscite poco chiare della settimana precedente da parte del ministro della Difesa Roberta Pinotti («Invieremo 5mila uomini» diceva) e dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni («L'Italia è pronta a combattere nel quadro della legalità internazionale»), decide di intervenire spiegando che in Libia «la situazione è difficile ma non è tempo per una soluzione militare».

L'Italia cambia verso insomma, o comunque raddrizza una posizione giudicata da alcuni diplomatici come troppo «guerrafondaia». Ma in quella foto nell'ufficio di palazzo Chigi, di fronte a Renzi al telefono, c'è il profilo di un uomo poco conosciuto alle cronache giornalistiche ma di un peso notevole dal punto di vista diplomatico, in particolare sullo scacchiere internazionale.

Bug

Giornalista Jan Kuciak ucciso in Slovacchia, 'ndrangheta export

ndrangheta Slovacchia Jan Kuciak
Gli affari d'oro delle 'ndrine nell'Est post comunista. L'assassinio di Jan Kuciak e della sua fidanzata fa tremare il Paese.
Dopo l'assistente del premier e il segretario del Consiglio di sicurezza, si è dimesso anche il ministro della Cultura.


Dimissioni di collaboratori del premier e ministro

Quello che denunciava da vivo non era bastato. La disattenzioni di prima, col 'pentimento' inutile del dopo. Cadono le prime teste in seguito all'omicidio del giornalista investigativo Jan Kuciak, ucciso il 22 febbraio con la fidanzata e trovato cadavere domenica. Si sono dimessi Maria Troskova, assistente del premier Robert Fico, e Vilem Jasan, ex deputato dello Smer, partito di Fico e attuale segretario del Consiglio di sicurezza. I due hanno lasciato il loro incarico per le rivelazioni di Kuciak che aveva ipotizzato legami fra loro e un imprenditore italiano di una delle quattro famiglie che orbiterebbero intorno alla 'ndrangheta e che erano state oggetto delle sue inchieste.

Ieri, sul sito Aktuality.sk per cui Kuciak lavorava, l'ultimo reportage di Kuciak, rimasto incompiuto. Il giornalista descriveva le attività della criminalità organizzata italiana in Slovacchia, e rivelava i contatti di persone dell'entourage del premier Fico con figure legate alla 'ndrangheta. I due collaboratori del premier slovacco, costretti di fatto alle dimissioni per gli attacchi al premier si dichiarano vittime politiche. Il ministro della Cultura slovacco, Marek Madaric, non coinvolto nelle indagini di Kuciak, lascia per scelta personale: "Non ricoprire tranquillamente l'incarico di questo ministero, responsabile anche per i media". Aria di crisi di governo a Bratislava.