Figli della SocietàS


Arrow Up

Raffaele Sollecito: "Ricomincio da Parma, ecco come". Le sue parole sul caso Meredith, il carcere, le prove inquinate e le ingiustizie

Raffaele Sollecito 2017 Parma
© ParmaPress24
Raffaele, partiamo dalla fine. SunTickets.it cosa è, come nasce?

"Mi sono laureato in ingegneria informatica, triennale a Perugia, specialistica in visual computing a Verona, ma avvertivo l'esigenza di lavorare libero, non chiuso in ufficio, di potermi spostare.

E il web è ideale per questo, il tuo ufficio è un server, lavorando sul virtuale non hai vincoli fisici in un ufficio. Da li è nato Memories IT Company, che ha creato per primo il portale beonmemories.com, che si occupa di inviare corone di fiori ai defunti: se un parente da Milano vuole recapitare una corona di fiori ad una Cappella di Bari, pensiamo a tutto noi. Consegnando poi un servizio fotografico al cliente per valutarne la soddisfazione".

Poi, suntickets.it

"SunTickets nasce dalla collaborazione con alcuni amici di Parma. E' un sistema che si occupa di prenotare servizi, dall'ombrellone in spiaggia al posto al ristorante. Tramite droni fotografiamo gli esercizi in cui sono offerte le prenotazioni, poi il cliente può scegliere di volere il tal ombrellone, il tal posto al bar o al ristorante, le date e le modalità, compresi i servizi connessi. Pagamento con carta di credito o PayPal. Semplice, immediato, sicuro".

Ma perché ha deciso di trasferirsi a Parma?

"Per caso. Ho alcuni amici che mi ospitano. Qui c'è il socio con cui collaboriamo per suntickets.it. E' una città che mi piace, rispettosa, un po' altera ma a portata d'uomo. Ho iniziato a bazzicarla a ottobre - novembre, da un mesetto ci vivo e mi trovo bene".

Come l'hanno accolta i parmigiani?

"Come il resto d'Italia. C'è chi mi guarda male, chi mi stringe la mano e mi dice che sono vittima di un caso giudiziario. Chi è incuriosito dalla popolarità che mi ha dato questa vicenda, ma nessuno a Parma mi ha mai trattato male, offeso o preso a male parole. Sto bene qui".

Ha anche un blog: raffaelesollecito.org, sottotitolo "the long path through injustice" (il lungo sentiero attraverso l'ingiustizia).

"Lì racconto la mia vicenda giudiziaria, corredandola con tutti i documenti: dispositivi della Procura, pareri dei periti di parte, analisi dei Ris. Tutto ciò che riguarda la mia vicenda giudiziaria. Tra processo, condanna in primo grado, assoluzione in Appello poi cancellata dalla Cassazione, nuova condanna in Appello bis e assoluzione in Cassazione ho sostenuto quasi 300 udienze. Sempre presente, sempre lì a dire la mia verità".

Bad Guys

Il MES ormai dietro l'angolo

Bail In

di Alberto Micalizzi.



Due giorni fa il Sole24Ore ha riportato la notizia che Popolare Vicenza e Veneto Banca hanno inviato una lettera al Ministero dell'Economia e delle Finanze ed alla BCE per richiedere l'applicazione della ricapitalizzazione preventiva, già applicata lo scorso Dicembre al Monte dei Paschi ("Popolare Vicenza e Veneto Banca chiedono l'aiuto di Stato").


Si tratta della forma più morbida di gestione di una crisi bancaria, applicabile solo a certe condizioni, senza le quali occorre procedere con il Bail-in. La ricapitalizzazione preventiva è stata introdotta dalla stessa direttiva europea che regolamenta il Bail-in ed è finalizzata alla ricostituzione del capitale della banca. In particolare, si basa sull'intervento dello Stato prima che la situazione diventi critica tant'è che per potervi accedere la banca deve essere solvibile, criterio tutt'altro che oggettivo. Lo Stato italiano, in questo caso, può intervenire direttamente o tramite la Cassa Depositi e Prestiti. Con la ricapitalizzazione preventiva l'onere del salvataggio ricade dunque sugli azionisti, che vengono diluiti, sugli obbligazionisti subordinati e certamente sulla collettività ma non sui correntisti.

Nel caso di Popolare Vicenza e Veneto Banca si parla di una necessità di ricapitalizzazione fino a €5 miliardi. Ciò dipenderà anche dall'esito del progetto di fusione che le due banche stanno studiando, che però è ostacolato sia dalla BCE che dall'agenzia di rating Fitch, a processo a Trani per manipolazione di mercato, che lo scorso Venerdì ha tagliato il rating della Popolare di Vicenza.

Laddove la banca non sia ritenuta solvibile, si dovrebbe optare per la forma di salvataggio più drastica, quella del Bail-in, che espande il perimetro di inclusione dei soggetti che contribuiscono alle perdite, arrivando a toccare i correntisti con depositi maggiori di €100.000, oltre naturalmente agli azionisti e a tutti gli obbligazionisti della banca.

Cult

A sessant'anni dai Trattati di Roma: "vertici" e "celebrazioni" che hanno fatto il loro tempo

trattati di roma

di Enrico Galoppini


Piccolo esempio di come gettano al vento i nostri soldi: i festeggiamenti per i 60 anni del Trattato di Roma che istituì la Comunità Economica Europea.
Pensate a quanto costerà quest'inutile ed autoreferenziale fanfaronata, anche solo dal punto di vista della "sicurezza". Da giorni cercano di coinvolgerci emotivamente con le "informative dei nostri (?) 007″: l'Isis, i Black Bloc, la Banda Bassotti, Fantomas e pure il Jolly Joker caleranno sulla Città Eterna per metterla a sacco!

Ma se proprio hanno tanta voglia di festeggiare, perché queste nullità "europeiste" non s'incontrano da qualche parte, in un esclusivissimo albergo di montagna, cenano a caviale e champagne, si scambiano baci e abbracci, leggono un paio di banalità dei "padri dell'Europa" e poi se ne tornano ordinatamente a casa loro? D'altronde non è quello che fanno quando si riuniscono per il Bilderberg, la Trilaterale, al Bosco Boemo e via cospirando?

Invece no: devono imporre questa "festa" a Roma perché tutti la devono vedere, spendendo cifre assurde per le delegazioni, la farsa della "sicurezza" (ma chi vi fila!) e l'immancabile parterre di 'escort dattilografiche' al seguito, tutti pagati dal mitico ed esangue "contribuente". E questo senza citare il disagio che questi "summit" provocano nella cittadinanza, espropriata della città per far posto a Sua Maestà l'oligarchia europoide.

Bad Guys

Monsanto perde milioni di dollari in India: gli agricoltori riutilizzano le sementi autoctone

9576000

di L.M.P.I


Dopo aver spinto illegalmente nel mercato una forma di cotone OGM, in India e in Africa oltre 10 anni fa, la società agrochimica Monsanto oggi sta perdendo milioni di dollari poiché gli agricoltori ora piantano le proprie sementi. In passato, la Monsanto è stata accusata di non rispettare le leggi e addirittura farle riscrivere a proprio favore "ungendo" qualche politico, al fine di entrare nel mercato indiano.

Tuttavia, l'azienda ha iniziato a pagare pesantemente per le sue malefatte: oltre 300.000 agricoltori morti tra il 1995 e il 2013, tutte morti attribuite a Monsanto sia in modo diretto che indiretto. Infatti molti suicidi tra i contadini in tutto il Maharashtra, il centro della produzione di cotone in India, sono stati collegati alla avidità della società, secondo i rapporti.

Il governo indiano ha ora iniziato a promuovere attivamente l'uso di sementi autoctone, mentre anche solo pubblicizzare i semi di cotone Monsanto è considerato illegale. Quest'anno ha già visto la Monsanto perdere quasi 75 milioni di dollari nel royalties (5 miliardi di rupie) a causa degli agricoltori che hanno cambiato idee sulle sementi da utilizzare. Di conseguenza, questo ha portato a un crollo del 15 per cento delle vendite in India, ovvio, potrebbe sembrare una quota di mercato relativamente piccola ma se il cambiamento continua così, presto Monsanto dovrà rinunciare all'India. Keshav Raj Kranthi, capo del Istituto Centrale dell'India per la ricerca sul Cotone, ha riferito alla stampa locale:
"Basta aspettare tre o quattro anni per vedere una completa inversione di tendenza naturale".

Heart - Black

Scandaloso ed Imperdonabile: Negato ingresso in USA alla band italiana "Soviet Soviet"

soviet soviet
© corriere.it

Alla band italiana post-punk "Soviet Soviet" è stato negato l'ingresso negli Stati Uniti, dove avrebbero dovuto condurre un tour di concerti, e sono stati deportati a casa il giorno successivo.


La band ha scritto su Facebook che dopo molte ore di interrogatorio, sono stati definiti immigrati illegali, anche se non avevano alcuna intenzione di rimanere in America e cercare lavoro.
"Siamo atterrati a Seattle l'8 marzo per partecipare al festival SXSW. Al controllo passaporti, abbiamo presentato una lettera dalla nostra etichetta americana, nella quale veniva dichiarato che avremmo condotto una serie di concerti a scopo promozionale senza richiedere pagamenti, oltre che un invito da parte degli organizzatori del festival".
I musicisti hanno scritto che al controllo passaporti sono stati portati in stanze separate per interrogatorio, che è durato quasi quattro ore. Dopo di che, gli hanno preso le impronte digitali, tolto i telefoni e sono stati portati in manette alla stazione di polizia, dove i tre hanno trascorso la notte in una cella.

Il giorno dopo, i musicisti sono stati riportati all'aeroporto di Seattle in una macchina della polizia e messi su un volo di ritorno in Italia.

"Abbiamo accettato la deportazione con sollievo e come la fine di questa umiliante, brutale e stressante esperienza", dicono i Soviet Soviet, supponendo che la causa di deportazione sia stata la mancanza di visti di lavoro, anche se la serie di concerti non avrebbe portato loro alcun guadagno.

La deportazione dei musicisti italiani può essere legata a un inasprimento della politica migratoria da parte della nuova amministrazione degli Stati Uniti. In particolare, nei primi giorni della presidenza di Donald Trump sono passati dei decreti, in particolare, il decreto di divieto di ingresso negli Stati Uniti per 90 giorni dei cittadini di sette paesi (Iran, Iraq, Yemen, Libia, Siria, Somalia e Sudan) e di sospendere l'entrata di eventuali profughi per 120 giorni.

Crusader

Afd, i populisti anti Merkel

ADF Germany

Alternativa per la Germania, il partito ascrivibile al populismo tedesco, è dato dagli ultimi sondaggi attorno al 12%dei consensi. Nato nel febbraio 2013 per mano di Bernd Lucke, professore di macroeconomia dell'università di Amburgo, ottenne alle prime elezioni federali in cui si presentò, quelle del 2013, il 4,7% dei consensi. La crescita, come si vede, è abbastanza esponenziale, minore rispetto ad altri fenomeni similari, ma comunque presente, un po' come tutti i populismi occidentali.

Il bacino di utenza diAlternative für Deutchland, inoltre, sembrerebbe pescare nell'elettorato tradizionale di Angela Merkel, visto il calo che oggi la Cdu è costretta a registrare. Si sta concretizzando, infatti, la possibilità che a guidare il prossimo governo sia una coalizione formata da Spd, Linke ed Ecologisti, ponendo di fatto la parola fine al dominio del quadro politico tedesco della Merkel e del suo partito.

La competizione tra Cdu e Alternative für Deutchland, in fin dei conti, si svolge a destra ed è dal bacino degli elettori cattolici e tradizionalisti che potrebbe venir fuori un'inaspettata sorpresa. Nel Länder del Meclemburgo-Pomerania Anteriore, peraltro, è già avvenuto un precedente significativo: la Cdu venne superata dagli euroscettici di Alternativa per la Germania durante le regionali del 2016. La Pomerania, tra l'altro, è sempre stata una regione molto favorevole alla Cancelliera Merkel. La Cdu, allora, arrivò a prendere il 19% per cento dei voti, venendo sorpassata dall'Afd che invece prese il 20,8%.

Gold Coins

Mosca, nasce la Banca dei poveri per curare la piaga dell'usura

Patriarch Kirill
Il Patriarca Kirill
C'è già una rosa di nomi per la "Banca dei poveri" che il patriarca Kirill, capo della Chiesa russa ortodossa, vorrebbe aprire in Russia sulla scia del Nobel bengalese Mohammed Yunus. Potrebbe chiamarsi "Equità", "Banca Coscienza", "Banca Semplice", "Banca Il Dio Vi Aiuti" o "BdB24", sigla di "Bank dlja Bednykh", "Banca dei poveri" appunto. Un "operatore economico ortodosso" avrebbe accolto l'appello del patriarca e si sarebbe già rivolto all'agenzia dei brevetti russi, secondo le indiscrezioni di Anatolij Aronov, presidente della Pervaja Patentnaja Kompanija (Prima Compagnia di Brevetti). L'ultima parola sulla denominazione ufficiale del futuro istituto di credito spetterà però a Kirill.

Misure contro gli usurai predatori. Il sedicesimo patriarca di Mosca e di tutte le Russie aveva invitato i parlamentari della Duma a creare una rete di banche dei poveri a fine gennaio. "Talvolta - aveva detto - un uomo ha bisogno di 200 dollari per iniziare un'attività in proprio. E c'è stato un uomo, che veniva da una famiglia povera, che ha creato un eccellente sistema di banche dei poveri, senza interessi folli, senza schiavizzare la gente". Un evidente riferimento al bengalese Muhammad Yunus, il fondatore della Grameen Bank e ideatore del microcredito moderno, insignito del Premio Nobel per la pace nel 2006. Ma anche una denuncia contro i già esistenti istituti di microcredito (Mfi, MicroFinance Institution) che, a detta del patriarca, in Russia opererebbero tassi d'interesse così alti da costringere i morosi a vendere le proprietà per ripagare i debiti. "Speculatori" che perpetrano la "prassi totalmente immorale dell'usura nella sua manifestazione più predatoria" per cui Kirill non vedeva altro nome che "sanguisughe". Da qui, secondo il patriarca, la necessità di restringere le loro attività in Russia.

La necessità di un modello alternativo. In realtà limitazioni sarebbero già in vigore: dal primo gennaio 2017 l'ammontare complessivo degli interessi su prestiti a breve termine non può superare l'importo del debito di tre volte e le penalità in caso di ritardo nel rimborso devono essere applicate sulla parte che resta da estinguere. E, dopo avere già escluso nel 2016 oltre 1.700 organizzazioni, l'istituto centrale, la Banca di Russia, avrebbe promesso di continuare a ripulire il registro degli Mfi. Il rischio però di restringere troppo le attività degli Istituti di microcredito, aveva avvertito Elvira Nabiullina a capo della Banca centrale, è che le fasce più vulnerabili della popolazione, come gli immigrati, si rivolgano a usurai fuorilegge. Da qui la necessità di un modello alternativo. Lo schema proposto da Kirill prevederebbe il rilascio di crediti a basso interesse fino a un milione di rubli a persone fisiche e fino a 6 milioni di rubli a cooperative di 4-6 persone in cambio di una quota nella società.

Heart - Black

Le zingare in gabbia e Facebook. Il privilegio delle spigolatrici

4567890

di Miguel Martinez.


Non vi sarà sfuggita la notiziola dei dipendenti della Lidl di Follonica che hanno sorpreso due donne Rom a frugare tra i rifiuti ("angolo rotture") e le hanno rinchiuse brevemente dentro il gabbione dei cassonetti, non solo prendendole in giro, ma anche filmandosi e pubblicando il tutto su Facebook. Che ancora una volta rivela il proprio lato positivo come sterminatoio darwiniano degli imbecilli.

Scontate le reazioni: duecentomila visualizzazioni del video, tanti che dicono "bravi" e tanti che dicono "cattivi" (e tanti che dicono "cattivi" a quelli che dicono "cattivi" e "bravi" a quelli che dicono "bravi" e così via, lo sterminatoio funziona così).

La Lidl prende le distanze:
"Siamo venuti a conoscenza del video diffuso in rete. Prendiamo le distanze senza riserva alcuna dal contenuto del filmato che va contro ogni nostro principio aziendale. Lidl Italia si dissocia e condanna fermamente comportamenti di questo tipo. L'Azienda sta verificando le circostanze legate al video e si avvarrà di tutti gli strumenti a disposizione, al fine di adottare i provvedimenti necessari nelle sedi più opportune."
Possiamo essere sicuri che alla fine i dipendenti in questione finiranno incornati dalla multinazionale e mazzolati dalla magistratura. Al centro di questa vicenda, ci sono due donne Rom; eppure tutta questa sceneggiata è uno scambio di retoriche tra non-Rom. I diritti delle due donne (due minuti chiusi dentro il gabbiotto fanno "sequestro di persona"), il pericolo immigrati, i magistrati, la politica aziendale, la legalità, la proprietà privata. Nessuno che si chieda, cosa ci stessero a fare le due donne.

Light Sabers

Taxi e Uber, tra servizio pubblico e caporalato digitale

je suis taxi legale

di Guido Viale


Riferiscono in molti che, con il blocco dei taxi, le auto di Uber in circolazione hanno raddoppiato le tariffe. È la legge della domanda e dell'offerta. Ma è anche un'anticipazione di che cosa succederà se e quando Uber avrà vinto la sua guerra contro i tassisti.

È una guerra che non riguarda solo l'Italia, ma ha dimensioni planetarie, combattuta con alterne vicende tra la multinazionale e i tassisti. I taxi sono un servizio pubblico non sovvenzionato (a differenza del trasporto di linea), sottoposto a regole precise: tariffe amministrate e gestite dal tassametro, controlli rigidi sui veicoli e gli autisti, obbligo di garantire il servizio giorno e notte e di coprire tutto il territorio comunale o comprensoriale definito dalla licenza; divieto di offrire il servizio fuori di esso.

Uber è una multinazionale che ha pochissimi dipendenti e nessuna vettura; gestisce solo le prenotazioni e la cassa (incassi subito, pagamenti a 7 giorni) e si avvale, sia nella versione black (noleggio con conducente) che in quella pop (servizio erogato da chiunque abbia sottoscritto un accordo con l'azienda) di autisti e vetture reclutate al bisogno.

Non prevede licenze, assicurazioni particolari, limiti e obblighi relativi al sevizio; guadagna (miliardi) con una commissione del 20-25% su ogni servizio erogato e trasferisce il rischio d'impresa sul lavoratore, che non è un dipendente, ma un "imprenditore di se stesso", tenuto a fornire anche il capitale (la vettura, con relativa manutenzione, assicurazione e oneri connessi: guasti e incidenti).

Anche se è stata bloccata in alcuni paesi, tra cui l'Italia, Uber non rinuncerà facilmente alla versione pop del suo servizio: troverà qualche modo diverso di affidamento per attingere al pozzo senza fondo delle persone disoccupate o alla ricerca di un doppio lavoro, purché "automunite".

Eye 1

Il Meglio del Web: Ddl contro fake news, Ziccardi: "Testo liberticida, tra Orwell e Kafka. Punta a controllare dissenso e informazione"

censura online

Un testo confuso, che punta ad attaccare il libero dissenso in rete e confonde fake news e pedopornografia. In più, Internet non è il far west, ma un luogo già "iper regolamentato" dove non deve essere un legislatore o un provider "sceriffo" a censurare le informazioni.
Giovanni Ziccardi, professore di Informatica giuridica all'Università degli Studi di Milano, commenta il ddl contro le fake news presentato nei giorni scorsi al Senato (qui il testo). Una proposta "liberticida" che vuole imporre nuove regole a siti e forum, applicando anche l'aggravante della diffusione a mezzo stampa.

- Da esperto di diritto delle nuove tecnologie, cosa pensa del ddl?

- Credo sia inopportuno, pericoloso e censorio. Nasconde le sue reali intenzioni di controllo del dissenso. Lo trovo soprattutto impreciso, sia dal punto di vista tecnico che giuridico. Punta a soffocare il dibattito in rete caricando di responsabilità, burocrazia e sanzioni gli utenti e i provider. Dall'altra parte "salva", per molti versi, i due principali vettori di odio, notizie false e disinformazione di oggi, cioè molti grandi media e politici. Ed equipara fenomeni eterogenei tra loro che richiedono, invece, regolamentazioni specifiche. Infatti nella relazione introduttiva si fa riferimento a "fake news", a espressioni che istigano all'odio e alla pedopornografia. Tre universi molto diversi tra loro.

- Quali sono i punti più critici?

-Partiamo dalle pagine della Relazione introduttiva, dove si spiegano le motivazioni del provvedimento: sono molto chiare, fanno capire bene quale sia l'intento. Già nel titolo, s'individuano tre scopi eterogenei tra loro: prevenire la manipolazione dell'informazione online, garantire la trasparenza sul web e incentivare l'alfabetizzazione mediatica. Tutti temi con esigenze differenti e che richiedono approcci originali e ben calibrati. Il testo nasconde le sue reali intenzioni di controllo del dissenso. Ed è impreciso, sia dal punto di vista tecnico che giuridico