di Asad Zaman, 26 Ottobre 2015
Una storia che non è stata riportata affatto da nessuno dei principali media occidentali: in Islanda altri cinque banchieri di alto livello sono stati da poco condannati alla reclusione in carcere per aver contribuito direttamente al crollo dell'economia del Paese nel 2008. Questo porta ad un totale di 26 banchieri che in Islanda ora stanno dietro le sbarre, la maggior parte dei quali erano amministratori delegati di grandi istituzioni finanziarie, non traders di basso livello.
La maggior parte dei banchieri incarcerati hanno subito pene detentive dai due ai cinque anni, secondo un articolo dell'Iceland Magazine, in cui si riporta che sono stati perseguiti tre dirigenti della Landsbankinn e due della Kaupþing, insieme a un noto investitore. Sono stati incriminati per manipolazione del mercato, appropriazione indebita e violazione del rapporto fiduciario. La loro manipolazione del mercato ha distrutto l'economia del Paese e fino ad oggi l'Islanda continua a dover rimborsare gli strozzini globali del FMI, come anche i governi di altri paesi. L'articolo spiega che i procedimenti sono stati possibili perché, invece che proteggere e premiare le istituzioni responsabili del crollo, e i gangster che le gestiscono, il governo islandese le ha lasciate fallire, e ha quindi creato una autorità finanziaria preposta a vigilare rigorosamente sulle banche.
Il presidente dell'Islanda, Olafur Ragnar Grimmson, ha osservato:
"Perché le banche sono considerate le sacre istituzioni dell'economia moderna? Perché le banche private non sono come le compagnie aeree e le società di telecomunicazioni e non viene loro permesso di andare in bancarotta se hanno avuto una gestione irresponsabile? La teoria che si devono salvare le banche è una teoria che consente ai banchieri di godere del proprio profitto, del loro successo, ma poi lascia che sia la gente comune a sopportare il fallimento attraverso le tasse e l' austerità? Nel lungo periodo il popolo delle democrazie illuminate non lo accetterà. "Il presidente ha aggiunto:
"Noi siamo stati abbastanza saggi da non seguire le ortodossie tradizionali prevalenti nel mondo finanziario occidentale degli ultimi 30 anni. Abbiamo introdotto controlli valutari, lasciamo che le banche falliscano, abbiamo offerto tutela ai poveri, e non abbiamo introdotto misure di austerità come quelle che si vedono in Europa ".