Maestri BurattinaiS


War Whore

Perché c'è fretta di mandare i nostri Tornado contro l'ISIS

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© azioneprometeo.wordpress.com
l'Occidente adesso teme che l'invincibile Califfato si sciolga come neve al sole. Almeno è ciò che rivela un titolo del britannico Express: "L'ISIS è così indebolito dagli attacchi aerei russi e dalle diserzioni che può essere distrutto nel giro di ore".

Forse esagera, il giornale britannico. Forse non sono ore, ma settimane. Ma questo timore spiega - per esempio - perché il governo italiano si prepara a ordinare ai suoi quattro Tornado, che ha in Irak da anni nel quadro della coalizione americana e Nato, di cominciare a bombardare le posizioni dell'ISIS in Irak. Si ha il vago sospetto che questa fretta sia stata incitata da Washington: la "coalizione" deve partecipare alla distruzione dell'ISIS nell'Irak (sciita, sotto influenza iraniana ) prima che cada per mano russa nella Siria, dove la disfatta probabilmente precipiterebbe lo sgretolamento anche del Califfato iracheno? E' un'ipotesi.

L'altra ipotesi, non necessariamente opposta alla prima, è che nel progetto di Washington, uno dei motivi per cui ha creato l'ISIS con questi caratteri di ferocia stupida contro i cristiani locali (1) e contro i venerabili monumenti archeologici, era di creare nell'opinione pubblica europea la paura e l'odio che gli israeliani provano verso i musulmani; spingere gli europei ad entrare in quella guerra, coinvolgerli, impantanarceli, fare in modo così che siano sempre più dipendenti dall'ombrello armato della Superpotenza.

Megaphone

Gli USA bombardano l'ospedale, ma la colpa è della Russia

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© AP Photo/ Médecins Sans Frontières


Accusando la Russia di bombardare i civili in Siria, i Paesi occidentali tendono a distogliere l'attenzione dai propri errori, in particolare dalla strage a Kunduz, in Afghanistan, ha detto in un'intervista con "RIA Novosti" l'ambasciatore siriano a Mosca Riyad Haddad.
"Come sapete, qualche giorno fa, l'Aviazione americana ha distrutto un ospedale in Afghanistan, dove si trovavano non solo le persone bisognose di cure, ma anche i collaboratori dell'organizzazione "Medici Senza Frontiere". Credo che fomentando le accuse contro la Federazione Russa, l'Occidente stia cercando di distogliere l'attenzione dai propri errori. Tali dichiarazioni fanno parte di una campagna di propaganda aggressiva contro la Federazione Russa", — ha detto Haddad.
L'ambasciatore ha ricordato che da 1 anno la coalizione guidata dagli Stati Uniti ha lanciato l'operazione contro ISIS, ma finora non ha riportato alcun risultato positivo.
"Per questo motivo non sarebbe sorprendente se nel corso del tempo questa campagna di propaganda contro la Russia diventi sempre più violenta", — ha dichiarato il diplomatico all'agenzia.

Brick Wall

Assassinato l'ideale di federalismo europeo

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© AFP 2015/ PHILIPPE HUGUEN


A intermittenza tornano di moda nel vocabolario politico europeo i concetti di sovranità popolare e di federalismo, piegati entrambi alla convenienza di chi li invoca, diventando la banderuola di europeisti, euroburocrati o euroscettici.

Emblematiche le recenti esternazioni al portale Linkiesta dell'ex premier Mario Monti, secondo cui gli Stati sono la rovina dell'Europa: Le politiche nazionali dovrebbero rimanere a casa loro, non invadere, in modo evidentemente incompatibile e disorganico, lo spazio che è stato previsto per la politica europea. Il fatto è che l'Europa viene divorata dalle politiche nazionali, è un fenomeno di "eurofagia". Sicuramente c'è una crisi politica dell'Europa, ma non si risolve cercando di fare assomigliare di più la politica a livello comunitario alle dinamiche politiche che vediamo nei singoli paesi. Questo non vuol dire risolvere la crisi politica europea, ma anzi trasferire anche sul piano comunitario la crisi che oggi attanaglia quasi tutte le democrazie nazionali.

Ed ecco a voi la quintessenza del fallimento dell'Europa e della sua originaria vocazione federalista. Appare ormai chiara la deriva autoritaria che a cui è avvezza una parte della classe politica di Bruxelles, quella vicina ai circoli finanziari, ai club sovranazionali, ai Bilderberg euro-atlantici, di cui Monti è personaggio di spicco da molti anni. Con idee come le sue, la Troika e la Commissione hanno assassinato in un colpo solo i principi di sovranità popolare e di federalismo solidale che stavano alla base della fondazione di uno spazio comune continentale.

USA

Senatori USA potrebbero bocciare accordo TTP raggiunto da Obama

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© flickr.com/ rj_schmidt


Il capogruppo al Senato della maggioranza repubblicana Mitch McConnell ha dichiarato alla stampa che molti punti dell'accordo sul Partenariato Trans-Pacifico suscitano preoccupazioni tra i senatori.


Il leader della maggioranza in Senato Mitch McConnell ha detto che molti punti del Partenariato Trans-Pacifico (TTP) destano preoccupazioni tra tutti i senatori, segnala l'agenzia "Reuters".
"Dopo aver letto il testo del Partenariato Trans-Pacifico tutti noi, senza alcuna eccezione, abbiamo espresso molte preoccupazioni per molti punti," — ha detto ai giornalisti il senatore McConnell, commentando l'accordo TTP.

Eagle

Alto ufficiale Usa: l'impero americano è al tramonto

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© beforeitsnews.com
In un discorso tenuto in una delle città più repubblicane degli Stati Uniti, alle porte di Houston in Texas, il colonnello dell'esercito americano in pensione Lawrence Wilkerson ha scioccato il pubblico e la più generale opinione pubblica Usa, soprattutto quella di tendenze repubblicane.

L'impero americano sul viale del tramonto


Non unico né primo tra le fila dei membri storici del Gop (il "Great Old Party", come viene comunemente chiamato il partito repubblicano) - si ricordino per esempio Paul Craig Roberts e Pat Buchanan - Wilkerson argomenta che l'impero americano ha imboccato da tempo il viale del tramonto e un mondo multipolare non è solo un'aspirazione ma sta diventando rapidamente una realtà, come la recentissima accelerazione della storia (il discorso in questione risale a qualche giorno prima, il 25 settembre) sembra dimostrare con una certa chiarezza.

Light Sabers

Il Meglio del Web: Diritto Internazionale in Siria: chi lo osserva e chi lo viola

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Putin e Obama, avventura in Siria: tra i due litiganti... il diritto gode solo a metà


Abbiamo iniziato la settimana con i raid francesi in Siria, la stiamo chiudendo con quelli russi. Senza andare troppo per il sottile: chi lo sta facendo legittimamente (dal punto di vista giuridico) e chi no?

In questa situazione entrano in gioco alcuni dei principi basilari del diritto internazionale, ma principi semplicissimi, che in confronto le tabelline che impariamo alle scuole elementari potrebbero sembrare questioni astrofisiche:

1. Il divieto di uso della forza;

2. Il divieto di ingerenza negli affari interni di un altro Stato.


La battaglia di Solferino del 1859 aveva portato alla creazione della Croce Rossa Internazionale e aveva indotto gli Stati a ripensare le metodologie della guerra, di modo che nei conflitti a venire si rispettasse in un certo qual modo la dignità umana, evitando di infliggere sofferenze inutili ai combattenti. Così piano piano si arrivò alle normative, tuttora in vigore, sul diritto di guerra (Convenzioni dell'Aja del 1899 e del 1907) e su come si conducono le ostilità.Tuttavia gli eventi della I guerra mondiale dimostrarono che esse non erano sufficienti e, con la nascita della Società delle Nazioni, si istituì un primo divieto di ricorso alla forza armata. Esso, ovviamente, non era un divieto assoluto, ma prevedeva che - nel momento in cui uno "sgarbo" tra Stati rischiava di portare al conflitto - questi non ricorressero subito all' arme ma cercassero una soluzione alternativa per almeno tre mesi (si parlava di procedura di cooling off, cioè "raffreddamento" delle tensioni). Il passo successivo fu fatto nel 1928, con un patto bilaterale tra Francia e USA, il Patto Briand - Kellogg, in cui il divieto divenne un po' più forte. Ciò tuttavia non impedì la guerra italiana in Etiopia o l'invasione giapponese della Manciuria, né tantomeno lo scoppio della II guerra mondiale.

Better Earth

Convergenza strategica Indo-Russo-Cinese in Myanmar - PARTE I

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Lo Stato del Myanmar nel Sud-Est asiatico è assediato da striscianti minacce che rischiano di riportalo ai giorni oscuri di una vera e propria guerra civile. Le vicine potenze Cina e India, non hanno nessun interesse a che questo scenario si verifichi, dato che comprometterebbe il ruolo strategico che si aspettano da un Myanmar stabile. In ciò che costituisce il loro ultimo tentativo di stabilizzare il Paese, per una tragica ironia, hanno ottenuto inavvertitamente l'effetto opposto, e se Pechino e Nuova Delhi non coordineranno abbastanza rapidamente le loro azioni, potrebbero involontariamente favorire le forze che intendono smembrarlo. La Russia ha ottimi rapporti fiduciari con i due colossi asiatici, ha l'enorme potenziale di fare da ponte tra le loro divisioni strategiche e collaborare per evitare una disintegrazione alla jugoslava dell'Unione del Myanmar. Attraverso un bilanciamento diplomatico tra India e Cina e aiutando i due Paesi a raggiungere un accordo ragionevole sul ruolo del Paese nella regione, la Russia diventerebbe la forza critica necessaria all'allineamento nel mondo multipolare del Myanmar, e contribuirebbe a prevenire una futura catastrofe geopolitica.

Iniziamo la prima parte toccando le quattro principali minacce alla stabilità interna del Myanmar, prima di elencare i rispettivi interessi che India, Cina e Russa hanno nel suo mantenimento. La seconda parte esaminerà le loro iniziative unilaterali per cercare di ottenerla (con risultati contrastanti), e propone un ambito di intervento multilaterale più efficace nell'ottenimento del loro obiettivo. Infine, una breve sezione conclusiva per ricapitolare l'articolo.

Commenta: Articolo di Andrew Korybko apparso su Thesaker.is il 24/08/2015

Traduzione in italiano a cura di Mario B. per Sakeritalia.it


Blackbox

W la Volkswagen

Martin Winterkorn 01
Il mondo si scandalizza per la 'furbata' della VW sulle emissioni di scarico, ma lo scandalo è che non si è scandalizzato per cose ben peggiori. Comunque tutto nella norma, si tratta solo di un ennesimo episodio della guerra tra bande.

Si è tanto parlato dello scandalo VW che ricordare di cosa si tratta sarebbe al limite dell'offensivo, andiamo quindi subito a fare delle considerazioni.

La prima va a quelle anime belle che sui grandi media si indignano per il fatto che la casa automobilistica tedesca abbia fatto un ritocchino alle emissioni di scarico, sarebbe stato bello vedere anche solo un decimo di quella indignazione quando si è scoperto che la guerra in Irak era partita dalla falsa notizia che Saddam aveva delle armi di distruzione di massa.

Il 'ritocchino' alla verità operato dall'amministrazione USA è costato ufficialmente oltre mezzo milione di morti, certificati da una ricerca pubblicata su PLOS Medicine, quelli reali li sa solo Dio. E se il danno di un po' di ossido di azoto in più viene quantificato in una possibile multa da 18 miliardi di Dollari, ai quali aggiungere 13 miliardi di Euro bruciati subito in Borsa, ci aspetteremmo che il popolo irakeno venga indennizzato in debita proporzione (la cessione di un'intero Stato come la California basterebbe?).

Bomb

Kunduz, bombe Nato su ospedale: 19 morti, tra loro anche tre bambini

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Una sala operatoria dell'ospedale di Medici senza frontiere a Kunduz: qui si continua a operare, l'area non è stata danneggiata (Epa)
La denuncia dell'associazione: «Avvertiti dell'errore, hanno continuato». L'esercito Usa: «Azione contro ribelli che sparavano a nostri soldati». Kabul: «Lì dentro talebani»

Diciannove morti, tra cui tre bambini, e 37 feriti. È il bilancio del bombardamento americano, condotto sotto l'egida della Nato, che si è abbattuto contro l'ospedale della città afghana di Kunduz. La città è da giorni teatro di scontri con le forze di sicurezza governative ed era caduta in mano agli integralisti il 30 settembre, in una delle più importanti conquiste da quando i ribelli sono insorti nel paese, 14 anni fa. Le forze americane e afghane erano quindi impegnate a lanciare la «riconquista».

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- Il luogo del bombardamento americano

Bizarro Earth

Al Qaeda: i nostri alleati nella Guerra al Terrore

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"I Sukhoi hanno sganciato bombe sui QAEDISTI di Al Nusra a Jisr al Shuqur, quindi su nuclei VICINI AGLI USA"
Corriere della Sera, 2 ottobre 2015

Risoluzione 2170 (2014), adottata il 15 agosto 2014, con cui si condannano le azioni terroristiche e le violazioni dei diritti dell'uomo e del diritto umanitario compiute dallo Stato islamico in Iraq e nel Levante (ISIL) e dal Fronte Al Nusra (ANF) e si precisa che le misure decise a carico di Al-Qaida si applicano anche a carico di questi gruppi(1)

Per chi avesse la memoria corta:
"Osama Bin Laden, il nemico numero uno nella lista dei ricercati dei servizi segreti americani, capo dell'organizzazione terroristica di AL QAEDA...Il primo attacco contro gli Stati Uniti risale al 1992, nello Yemen. Da allora, si susseguono gli attentati contro obiettivi occidentali in tutto il mondo. Bin Laden è il mandante degli attentati dell'11 Settembre 2001 contro il World Trade Center e dei successivi attacchi terroristici a Madrid, l'11 Marzo 2004, e a Londra, il 7 luglio 2005".