Maestri BurattinaiS


Eye 2

Egemonia USA contro Cina in ascesa

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La complessità e la storia delle attuali tensioni in Asia-Pacifico sono ignorate dai racconti semplicistici sostenuti da un nazionalismo superficiale. Il ritratto della Cina sui media occidentali come "bullo" regionale contro le sue vittime nel Sud-Est asiatico divide l'opinione pubblica su due lati di una linea prevedibile. Da una parte coloro che accolgono l'ascesa della Cina in contrappeso alla lunga egemonia occidentale in Asia Pacifico, dall'altro coloro che temono che la Cina semplicemente sostituisca l'egemonia occidentale "benevola" con il proprio dominio regionale. Da qualche parte nel mezzo c'è la verità, ma per arrivarvi bisogna capire la vera natura del dispiegarsi delle inutili tensioni nel Mar Cinese Meridionale.

Imperialismo permanente

Il Pacifico, e in particolare gran parte di Cina e Sud-Est asiatico, era sotto il controllo delle potenze coloniali europee, con la Gran Bretagna che controllava Malesia, Myanmar (allora si chiamava Birmania) e parti della Cina, e la Francia Cambogia, Vietnam e Laos. Attraverso la "diplomazia delle cannoniere" inglese, l'impero strappò concessioni simili a ciò che oggi sarebbe l'assai impopolare "accordo di libero scambio" della Thailandia (allora chiamata Siam), così come della Cina, tra cui la presa di Hong Kong. Vi è letteralmente una strada a Hong Kong, ancora chiamata "Possession Street", che segna il luogo dove gli inglesi per primi esaminarono la terra appena occupata, all'inizio di un secolo e mezzo di occupazione. Hong Kong fu sequestrata durante le guerre dell'oppio, così chiamate perché furono combattute contro i tentativi della Cina di arrestare il commercio dell'oppio altamente distruttivo che gli inglesi trasportavano sul suo territorio. Le guerre mondiali videro la significativa riduzione del potere e dell'influenza occidentali nell'Asia-Pacifico. Mentre gli Stati Uniti mantennero l'egemonia su Giappone e Filippine, molte altre nazioni espulsero gli occupanti coloniali e divennero indipendenti.

Stormtrooper

Il Meglio del Web: Frattanto, nell'Ucraina occupata dai nazisti

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I drammatici sviluppi in Siria hanno in qualche modo fatto passare in secondo piano quello che succede nell'Ucraina occupata dai nazisti. In verità, laggiù non è successo nulla di veramente "importante", ma questo da solo è un progresso importante ed un caso di "nessuna nuova, buona nuova".

Banderastan

Ricordate quanto siamo andati vicino ad un attacco Ukronazi solo qualche mese o qualche settimana fa? L'attacco non si è mai materializzato. Questa, lo ribadisco, è la notizia più importante e qualcosa che la maggior parte di noi non avrebbe mai osato sperare. Dopo tutto, gli Ukronazi avevano concentrato lunga la linea di contatto una forza molto consistente (qualcuno direbbe "gonfiata"), la retorica proveniente da Kiev era anche peggiore del solito e c'erano tutti i sintomi che la giunta fosse pronta ad attaccare in qualunque momento. Poi sono successe due cose. Primo, è abbastanza evidente che la Merkel e Hollande hanno detto a Poroshenko che se avesse lanciato ancora un altro attacco, molto probabilmente ne sarebbe uscito sconfitto e che loro non avrebbero potuto salvarlo con un "Minsk 3".

Secondo, gli analisti militari americani ed ucraini hanno probabilmente comunicato a Poroshenko che l'esercito Ukronazi non aveva semplicemente i mezzi per sconfiggere i Novorussi. Tradotto in termini politici, questo significa che un attacco della giunta al Donbass non sarebbe sufficiente per costringere la Russia ad intervenire direttamente ed apertamente e questo renderebbe inutile tutta l'operazione.

Bomb

Siria: attacco all'ambasciata russa a Damasco, sparati colpi di mortaio

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© rferl.org


Due colpi di mortaio sono stati lanciati questa mattina contro l'ambasciata russa a Damasco. Lo ha riferito un testimone all'agenzia di stampa Xinhua. Proprio per oggi, davanti all'ambasciata di Mosca nel quartiere di Mazraa a Damasco, era in programma una manifestazione per ringraziare la Russia per essere intervenuta militarmente a sostegno del regime di Bashar al-Assad.

Al momento dell'attacco un centinaio di persone si erano riunite per manifestare. E' dal 30 settembre che la Russia sta conducendo raid aerei contro i jihadisti dello Stato Islamico (Is) e i miliziani del Fronte al-Nusra legato ad al-Qaeda in Siria, su richiesta del presidente Assad. L'opposizione denuncia però che i raid russi prendano di mira anche i ribelli moderati, oltre che i civili.

L'attacco arriva in concomitanza con l'appello di Abu Mohamad al-Joulani, leader dei jihadisti del Fronte al-Nusra, di attaccare civili e militari russi in risposta ai raid di Mosca in Siria. Il messaggio è rivolto agli estremisti del Caucaso. Secondo Joulani, i raid aerei russi non stanno colpendo i rivali del sedicente Stato islamico (Is), ma altri gruppi ribelli. Inoltre oggi l'inviato delle Nazioni Unite per la pace in Siria Staffan de Mistura è volato a Mosca per incontrare il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov con il quale discuterà della guerra in corso dal marzo del 2011 alla luce dell'intervento militare russo a sostegno del regime di Assad.

War Whore

L'Isis ora non serve più, il nuovo fronte è la "proxy war" in Yemen. Con Russia e Iran nel mirino

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Chi c'è dietro la strage di Ankara? Il premier turco, Ahmet Davutoglu, in un primo momento ha indicato come potenziali sospetti Isis e Pkk ma anche le sigle di estrema sinistra Dhkp-c e Mlkp. Insomma, praticamente tutti tranne servizi segreti e altri gruppi filo-statali, ipotesi che gli analisti non scartano a priori e che anche la popolazione turca ritiene probabile, visto che la folla ha immediatamente gridato alla strage di Stato.
Una situazione di caos a soli venti giorni dalle elezioni, dove secondo i sondaggi l'Akp di Erdogan rischia di ritrovarsi senza la maggioranza assoluta di cui aveva goduto per 13 anni: a negargliela, guarda caso, sarebbe l'ingresso dei curdi in Parlamento.

E con un situazione della valuta come questa,

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con la lira turca che sta letteralmente collassando nel cross con il dollaro e delle riserve ancora peggiore,

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Top Secret

Su Charlie Hebdo piomba il segreto. Militare.

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I giudici non potranno indagare: il ministro degli interni francese, Cazeneuve, ha bloccato ogni ulteriore inchiesta sull'eccidio compiuto da Amedy Coulibaly, il 32enne nero che s'era asserragliato nel piccolo supermercato Hyper Casher di Porte de Vincennes, uccidendo cinque clienti e finendo crivellato dai colpi dei corpi speciali. Facendo valere - si noti - il segreto militare.

Certamente ricordate. Era il 9 gennaio 2015; il 7, due terroristi, urlando Allahu Akbar!, avevano trucidato praticamente l'intera redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo. Avevano da freddi professionisti: poi però nella Citroen che avevano abbandonato nel XIX arrondissement scappando su un'altra vettura, uno dei due aveva dimenticato la carta d'identità; era il documento di Said Kouachi, il che aveva permesso di identificare senza alcun dubbio gli autori della strage con i fratelli Kouachi, Said e Chérif, già noti alla polizia come estremisti islamici. Mentre i due erano in fuga, Coulibaly si asserragliò deliberatamente nel supermercato kosher; perbacco, un attentato antisemita in piena Parigi! Tutte le tv del mondo si concentrarono davanti alle vetrine, e ripresero la tragica e spettacolare scena dell'uccisione di Coulibaly, cosa che per qualche ora fece dimenticare la fuga dei due fratelli Kouachi. Nessuno ha visto la loro morte, che ufficialmente è avvenuta dopo una sparatoria con gli agenti a Dammartin en Goele, a una settantina di chilometri dalla capitale, il 9, alla stessa ora del tardo pomeriggio in cui è stato ucciso, davanti alle tv, Coulibaly a Parigi. E' stato lo stesso Hollande ad ordinare che le due irruzioni avvenissero in contemporanea; dell'uccisione dei fratelli Koauchi è stato diffuso un video che mostra un bagliore nel buio: a gennaio, le cinque si sera è già notte.

Vader

Flashback Il Meglio del Web: Una finestra nella mente di un Dittatore Scientifico

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La raffinatezza della tirannia e del controllo all'interno di una scienza è il sogno a cui aspira il dittatore scientifico del XXI secolo. Lo studio della natura umana, della psicologia e della biologia lo aiuta nella sua ricerca. Quello che leggerete qui è una piccola finestra nella mente di un dittatore scientifico. In combinazione con il potere centralizzato e con il sempre più rapido progresso della tecnologia, la capacità di gruppi sempre più piccoli di esercitare potere su un numero effettivo più grande di persone è un pericolo reale. CS Lewis scrisse nel 1944:"Il quadro reale è quello di un'era predominante...che si oppone a tutte le ere precedenti con maggior successo...La conquista della natura da parte dell'uomo, se vengono realizzati i sogni di qualche pianificatore scientifico, significa il dominio di poche centinaia di uomini su miliardi e miliardi di persone."

Ponerologia Politica

"...la distruzione biologica, morale, psicologica ed economica di questa maggioranza di persone normali è una necessità "biologica" dei patocrati..."

Vader

Brzezinski a Putin: basta colpire la NOSTRA Al-Qaeda o sarà la III guerra mondiale!

Kevin Barrett - 01
Il prof. Kevin Barret
L'affermazione di Zbigniew Brzezinski (ex consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti) secondo cui Washington dovrebbe rivalersi contro Mosca per gli attacchi aerei russi contro i beni degli Stati Uniti in Siria è una "sbalorditiva ammissione" del ruolo svolto dall'America nel provocare la crisi siriana come correttamente sottolineato da Kevin Barrett, un noto professore americano del Wisconsin esperto di cultura medio-orientale.

Il Dr. Kevin Barrett, ha rilasciato queste dichiarazioni in un colloquio telefonico con Press TV commentando l'ultimo articolo di Brzezinski sulla Russia pubblicato dal Financial Times.

Brzezinski ha consigliato il presidente Barack Obama di disarmare i russi se continuano ad attaccare i militanti addestrati dalla CIA in Siria.

Brzezinski ha scritto inoltre: "I mezzi navali e aerei russi in Siria sono vulnerabili, isolati geograficamente dalla loro terra, potrebbero essere 'disarmati' se persistono a provocare gli Stati Uniti."

Commenta: C'è poco da aggiungere. Brzezinski è anche la voce stessa di tutti i media che gli fanno eco, con parole che sembrano uscite dalla bocca di un portavoce di un Impero d'altri tempi. Purtroppo sta accadendo qui e adesso. A quanto pare, in un mondo sempre in guerra e con nessuna voglia di progredire verso la pace, ragionamenti da mente criminale passano come se fosse ordinaria amministrazione, e frasi del tipo "Il nemico del mio nemico è mio amico" vengono praticamente assorbite dal pubblico senza batter ciglio, o senza voci decise di disapprovazione. Saranno i filmetti di Hollywood che ci preparano diligentemente alle peggiori aberrazioni morali, o il meme inculcato a forza che premier come Putin, Assad o il defunto Gheddafi, siano o fossero il male senza il quale il Mondo potrebbe finalmente sopravvivere e rinascere con rose e fiori.


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Nessun missile precipitato in Iran, Teheran accusa di "guerra psicologica" gli USA

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sputniknews.com
Teheran non ha nessun informazione sui missili russi presumibilmente caduti sul territorio del Paese, dice una fonte nel ministero della Difesa iraniano.

Teheran ha negato i report americani secondo cui quattro missili russi diretti su obiettivi dell'ISIS sono caduti sul suolo iraniano. Il ministero della Difesa di Teheran ha fatto sapere che queste accuse sono solo supposizioni parte di una "guerra psicologica".

Anche il ministero della Difesa russo ha respinto le notizie diffuse dai media USA di un presunto incidente che avrebbe coinvolto i missili russi sparati contro le posizioni dell'ISIS in Siria il 7 ottobre, ribadendo che essi hanno colpito i bersagli precedentemente stabiliti.
"Non importa quanto sia stato poco piacevole e inaspettato per i nostri colleghi al Pentagono l'attacco ad alta precisione contro l'infrastruttura dell'ISIS in Siria: i fatti sono fatti e tutti i missili lanciati dalle nostre navi hanno colpito i loro obiettivi" — ha detto Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo.
Nella giornata di giovedì la CNN aveva riportato che 4 dei 26 missili lanciati dalle navi russe nel mar Caspio erano precipitati in Iran. La notizia è stata attribuita a fonti anonime nel Pentagnono, che però, pur affermando di avere delle prove in mano sul malfunzionamento dei sistemi di puntamento dei missili, non sono stati in grado di provare dove essi siano effettivamente caduti.

Георгиевская ленточка

"In Siria raid russi efficaci, distrutto in pochi giorni il 40% del potenziale di ISIS"

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© AP Photo/ Hadi Al-Abdallah


L'ambasciatore della Siria in Russia Riyad Haddad ha rilasciato un'intervista esclusiva a "RIA Novosti", in cui ha commentato i primi risultati dei raid russi contro ISIS, ha discusso il contesto geopolitico della lotta contro il terrorismo ed ha motivato l'aggressiva campagna mediatica contro la Russia per l'operazione in Siria.

— Recentemente, i media hanno messo in risalto il tema della creazione di un Centro informativo a Baghdad per combattere lo "Stato Islamico". Quale sarà il contributo di Damasco al lavoro di questa struttura?

Dal momento in cui il presidente russo Vladimir Putin ha promosso l'iniziativa per creare una coalizione internazionale per combattere il terrorismo, le parti interessate hanno avviato gli sforzi per dar vita a questo progetto. Come sapete, i Paesi che hanno iniziato a lavorare concretamente su questa iniziativa sono la Siria, l'Iran, l'Iraq e la Russia. Per raggiungere questo obbiettivo, è stato ideato un piano. Uno dei suoi punti prevede la creazione di un centro speciale a Baghdad. I nostri sforzi sono volti a creare diversi centri simili in luoghi diversi, ma il centro principale di coordinamento è a Baghdad. Vi lavorano gli ufficiali militari di Russia, Iran, Iraq, Siria, così come dei nostri Paesi alleati. In questo senso il ruolo dei militari siriani è molto chiaro, dal momento che qualsiasi lotta contro il terrorismo richiede la cooperazione e il coordinamento con l'esercito governativo siriano. Il coordinamento è mantenuto finora ai massimi livelli.

Better Earth

Il Meglio del Web: Caro Putin: Una lettera di supporto al presidente della Russia per contrastare gli USA e ISIS in Medio Oriente

La seguente lettera è indirizzata al presidente russo Vladimir Putin a nome dei cittadini del mondo che sono grati per il ruolo che Putin e la Russia hanno preso a sostegno del presidente siriano Bashar al-Assad e alla lotta contro il terrorismo sponsorizzato dagli USA.

Putin si è dimostrato essere uno statista e uomo politico di primo ordine e ha fatto più di chiunque altro sulla scena mondiale, non solo per il proprio paese, ma il mondo in generale, contrastare l'arroganza e avidità dell'impero americano. La quantità di menzogne e subdole aggressioni rivolte contro Putin sono state straordinarie e praticamente senza precedenti. Il coinvolgimento della Russia in Siria ha rinvigorito solo chi attaccava. Ma ora le loro parole suonano ancor più vuote. La Russia sembra aver messo l'Occidente in scacco matto, e tutto ciò che possono fare è guardare e fare chiacchiere mentre i loro piani cadono a pezzi.

Incoraggiamo tutti i nostri lettori a prendere posizione per ciò che è giusto e firmare la lettera. Noi lo abbiamo fatto!

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Caro Presidente Putin,

Come membri della comunità globale basata sulla realtà, vorremmo estendere il nostro apprezzamento e sostegno alla decisione della Federazione russa di fornire assistenza umanitaria e militare in Siria, alle sue forze armate e al suo leader democraticamente eletto, il presidente Bashar al-Assad, nella lotta contro i terroristi internazionali sostenuti dagli Stati Uniti.

Il lancio di attacchi aerei diretti contro i terroristi ISIL in Siria arriva in un momento critico,1 proprio come il ruolo centrale che ha avuto la Russia nel prevenire un intervento militare Occidentale nel 2013. Come voce della ragione e forza per la giustizia, ora vi ringraziano e vi sostengono siriani, russi e tutte le persone di coscienza del mondo.

Dal 2011, i leader Occidentali sono stati determinati nel trasformare la Siria in uno stato fallito. Si sono spinti fino al punto di fornire finanziamenti, addestramento e armi a mercenari stranieri che hanno intrapreso una brutale campagna di terrore contro il popolo siriano e il loro legittimo governo.2 Queste forze terroristiche e fanatici religiosi non rappresentano la volontà del popolo siriano, la maggioranza dei quali supporta il presidente Assad. Come lei ha detto nel suo discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che è per il popolo siriano, ed è soltanto il popolo siriano a decidere chi li debba governare.