Maestri BurattinaiS


Eiffel Tower

La Guerre en Rose

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© Tobias Schwarz / AFP / Getty ImagesBerlino, 15 novembre 2015.
"E' la guerra": Il Presidente François Hollande nel 2015 fa eco a George W. Bush nel 2001. La Francia è entrata nella propria personale "guerra al terrore", comprensiva di un mini-Patriot Act ("état d'urgence") contro l'ISIS/ISIL/Daesh.

Esce La vie en rose, ecco La guerre en rose. La guerra, nella definizione di Hollande, sarà "senza pietà". C'è voluta una carneficina per risvegliare l'establishment francese dal torpore. Fino al 13 novembre - giorno della tragedia di Parigi - per l'Eliseo Bashar al-Assad coincideva con Daesh. Più o meno come Petro Poroshenko in Ucraina era il buono che si opponeva all' "aggressione russa".

Infatti l' "aggressione russa" ha finito per essere aggredita - per mezzo dell' esplosione del Metrojet A321 dovuta ad un attentato, come stabilito dall'FSB - ancora prima degli attacchi suicidi e delle sparatorie di Parigi.

L' "aggressione russa" ha già lanciato una seria offensiva contro Daesh, come parte della coalizione "4+1" (Russia, Siria, Iran, Iraq ed Hezbollah). La Francia, invece, sosteneva lo strano e disinteressato attacco da parte dell'inefficiente coalizione guidata dagli Stati Uniti, la quale comprende, tra gli altri, jihadisti salafiti sostenuti, finanziati e armati da Arabia Saudita e Turchia.

La carneficina di Parigi ha cambiato tutto. Al G20 di Antalya, durante un faccia a faccia di 20 minuti con il Presidente Putin, il Presidente Obama sembra abbia finalmente capito il messaggio: sì, sarà guerra. Il nemico, però, non sarà l' "aggressione russa", ma Daesh.

Non si dorme fino a Raqqa

La Francia marziale è trafelata. Jean-Yves Le Drian, Ministro della Difesa francese, "ha appena invocato l'articolo 42.7", come ha tweettato da Bruxelles. Ciò significa che ha chiesto l'aiuto ai partner dell'UE. Secondo il Trattato di Lisbona, in caso di "aggressione armata", le nazioni dell'UE hanno "un obbligo di aiuto ed assistenza con tutti i mezzi a loro disposizione".

Questa è la prima volta in assoluto che questo articolo viene invocato. Quindi l' "aggressione armata" viene da Daesh, un non-stato che si atteggia a "Califfato" con un indirizzo presso Raqqa, Siria orientale, la capitale del "Califfato". Ancora prima di chiedere l'aiuto dell'UE, la Francia stava già bombardando Raqqa, seguendo l'esempio che la Russia stava dando da settimane. Ora il plat du jour geopolitico sono i bombardamenti su Raqqa. Gli esperti di diritto internazionale storceranno il naso riguardo la legalità di tutto questo - considerato che gli attacchi delle forze aeree russe almeno erano formalmente autorizzati da Damasco.

Eufemisticamente, la Francia vuole "maggiore partecipazione militare" dalle altre nazioni dell'UE in "scenari bellici" selezionati. Nella neolingua di Bruxelles, significa bombardare Daesh ovunque in "Siraq" come se non ci fosse un domani. Dato che la logica di guerra è già stata innescata, il prossimo passo sarebbe l'invocazione dell'articolo 5 della NATO da parte della Francia - il quale afferma che un' "aggressione armata" ai danni di un alleato è rivolta a tutti - e poi il diritto di dichiarare guerra come "autodifesa", secondo la Carta dell'ONU.

L'articolo 5 è stato invocato una sola volta: dopo l'11 settembre. Il Pentagono, che gestisce la NATO, è entusiasta. Il capo Ash Carter si è lasciato scappare "Cercheremo di fare di più, stiamo cercando ogni opportunità per intervenire e attaccare [Daesh], ma abbiamo bisogno che altri entrino in gioco con noi".
"Entrare in gioco" può significare qualsiasi cosa, Ash del resto non vedeva l'ora che ci fosse guerra. La Russia? Troppo pericolosa. È dotata di tutti quei missili e altre cose nocive. Un mucchio di pazzi in mezzo al deserto? Molto meglio. Dammi un po' di Shock and Awe, baby. Per cui ora i veri uomini vanno a Raqqa. Attenzione: uno Shock and Awe remix da parte della NATO ovviamente sarebbe perfetto se portasse con sé conseguenze esplosive e non volute.

Pirates

Jet russo abbattuto dai turchi per difendere il traffico di petrolio con l'Isis

Bilal Erdogan ISIS
Bilal Erdogan in compagnia di... ISIS?
I jihadisti vendono petrolio e gas alla Turchia al mercato nero. In cambio Ankara fornisce armi e supporto logistico. Ma i raid di Putin interferiscono questo business criminale. Per questo Erdogan ha fatto abbattere un caccia russo

Negli ultimi otti mesi i tagliagole dello Stato islamico hanno venduto al mercato nero turco petrolio e gas iracheno.

Un business che, grazie alla complicità di Recep Tayyp Erdogan, ha fatto fruttare al Califfato 800 milioni di dollari. I raid russi in Siria stanno, però, mettendo i bastoni tra le ruote ai turchi che, comprando l'oro nero a metà prezzo, finanziano indirettamente l'Isis contro Bashar al Assad. "Ankara - ha accusato Vladimir Putin - ha abbattuto un aereo russo per difendere i propri traffici petroliferi con l'Isis".
"Negli ultimi 8 mesi sono stati venduti al mercato nero della Turchia il petrolio e il gas iracheno per un importo di 800 milioni di dollari, in aggiunta il prezzo era la metà rispetto a quello del mercato mondiale - ha spiegato a Sputnik Mowaffak al-Rubaie, ex consigliere per la sicurezza nazionale dell'Iraq e uno dei leader della coalizione parlamentare Stato della Legge - questo è ciò che chiamiamo l'ossigeno che alimenta l'ISIS, se noi fermeremo il flusso d'ossigeno, riusciremo a soffocarlo".
Mercoledì scorso il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov aveva già accusato Ankara di aver dato l'ordine di abbattere il bombardiere russo Su-24 dopo gli attacchi dell'aviazione russa contro le infrastrutture petrolifere e le autocisterne del Califfato. Secondo i servizi segreti russi, infatti, Bilal Erdogan, figlio del premier turco, sarebbe azionista della Bmz Ltd, una compagnia di trasporti marittimi che caricherebbe greggio dell'Isis nel porto di Ceyhan e lo venderebbe su mercati asiatici. "Le aziende logistiche di Bilal Erdogan nei porti di Ceyhan (Turchia) e di Beirut (Libano) - si legge su Rossiyskaya Gazeta - hanno dei moli speciali dove le navi cisterna consegnano il petrolio di contrabbando". In rete girano, infatti, diverse foto che ritraggono Bilal Erdogan con alcuni esponenti del Califfato a Istanbul. Tanto che il ministro degli Esteri siriano Walid Muallem ha accusato apertamente Ankara di aver abbattuto l'aereo russo per difendere gli interessi delle società petrolifere del figlio del premier.

Stormtrooper

Kiev cerca di sfruttare il conflitto tra Russia e Turchia per riprendersi la Crimea

Donbass - distruzione
© REUTERS/ Stringer
Nella speranza che Mosca sia distratta dal conflitto con la Turchia, l'Ucraina sta dando vita al blocco della Crimea. Tuttavia utilizza metodi che fanno rischiare una crisi umanitaria nella penisola e mettono in gioco le fornitura di gas e di carbone della Russia verso Kiev.

Nel momento in cui l'attenzione di Mosca è rivolta soprattutto verso la Turchia, l'Ucraina intensifica le azioni aggressive contro la Crimea, ha scritto il giornalista Maxim Tucker in un articolo per la rivista Politico.
Un funzionario ucraino di alto livello rimasto nell'anonimato ha raccontato che Kiev si accinge a sfruttare l'occasione "per riprendersi la penisola."
Tuttavia, secondo l'autore, Kiev rischia molto organizzando il blocco della Crimea. La posta in gioco è alta, in particolare sono a rischio le forniture di gas e carbone dalla Russia.
Tramite il blocco della Crimea le autorità ucraine apparentemente cercano di trasformare la penisola in un "fardello costoso" per Mosca, si rileva nell'articolo. Inoltre Kiev teme che se la questione della Crimea non sarà più all'ordine del giorno nella politica internazionale, l'Occidente potrebbe col tempo riconoscere l'annessione della penisola alla Russia.
Davanti a Bruxelles le autorità ucraine fingono di essere sotto la pressione dei nazionalisti, anche se in realtà al blocco della Crimea hanno preso parte le forze dell'ordine locali. Lunedì scorso l'azione è stata ufficialmente approvata dal governo.
In merito alle esplosioni delle linee elettriche che alimentano la Crimea, ammesso e concesso che Kiev non sia l'organizzatore del taglio delle forniture elettriche, concretamente non ha fatto nulla per impedire questo scenario.
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Jet5

Chi l'ha detto? "Un breve sconfinamento non può mai essere un pretesto per un attacco"

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Un indizio? Era il 2012 ...

"La Turchia ha il diritto di difendere se stessa e il suo spazio aereo", ha detto il presidente Obama martedì dopo che gli F-16 di Ankara avevano abbattuto un Su-24 russo che, secondo il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, si era avventurato nello spazio aereo turco per un totale di 17 secondi.

Allo stesso modo, Erdogan ha detto che la Turchia stava semplicemente agendo per difendere la sua sicurezza.

Quando si tratta di NATO e Occidente è facile imbattersi in una contraddizione o due (o cinque) quando si tratta di retorica sulla politica estera, che è il motivo per cui non c'è da sorprendersi per quello che il blog americano ZeroHedge ha trovato quando ha deciso di andare a riprendere quello che Erdogan ha detto nel 2012 dopo che l'aviazione di Assad ha abbattuto un F-4 turco che aveva violato lo spazio aereo siriano.

Ecco una mappa che mostra il percorso di volo dell'F-4 e dove scomparve (via BBC):

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Megaphone

"Un'eredità dall'ambasciatore", ecco i finanziamenti USA per la propaganda all'estero

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© flickr.com/ fliegender
Come fa la propaganda americana ad infiltrarsi nei paesi stranieri? Un'inchiesta serba rivela come l'ambasciata USA supporta i media locali ed usa la sua propaganda per influenzare l'opinione pubblica e preparare gli elettori USA e l'opinione pubblica a future azioni militari e conflitti internazionali.

Cosa significa "Non sono interessato a distruggere il vostro governo"?
"Sono uno difensore della libertà di stampa fin dalla mia infanzia, perché mia madre ha un diploma in giornalismo e mio nonno era un editore. Quindi io è tutta la vita che sono circondato da giornalisti" — ha detto l'ambasciatore americano in Serbia Michael Kirby in un'intervista ai giornali serbi.
Se è stato citato correttamente viene da chiedersi come faccia a dirsi un difensore della libertà di stampa fin da bambino. Forse si sente un bambino prodigio perché sua madre era giornalista e suo nonno editore, oppure l'amore per la libertà di stampa si eredita nel patrimonio genetico. Non ci sono esempi certi, ma magari in America succede anche questo.

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© AP PHOTO/ KHALID MOHAMMEDLa tomba distrutta di Saddam Hussein a Tikrit
Kirby aggiunge che il "problema dei finanziamenti dei media serbi deve essere risolto. Ci sono troppi media che si fanno la lotta per troppi pochi soldi". Di recente sono state pubblicate le somme che le ambasciate americana e britannica donano al centro di giornalismo investigativo di Belgrado. Queste cifre sono alquanto sbalorditive e per qualche ragione vengono messe al bilancio sotto la voce "omaggi e lasciti". Lasciti? Come fanno le ONG, ed in particolare i centri di giornalismo investigativo, ad ereditare qualcosa dall'ambasciata USA o dallo stesso Kirby? Dopotutto l'Ambasciata lavora a pieno regime e l'ambasciatore stesso è sano come un pesce.

È sconcertante vedere come il cosiddetto giornalismo indipendente occidentale non abbia niente a che fare con la realtà. Prendiamo ad esempio gli articoli sulle presunte armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, che non sono mai state trovate in Iraq. Gli iracheni hanno pagato un prezzo molto alto a causa di questo esempio di "giornalismo d'inchiesta" dei media americani: 350 mila morti ed un paese distrutto e diviso. Le perdite militari degli USA ammontano a 5 mila unità.

Георгиевская ленточка

Putin: Ankara spinge ad un punto morto i rapporti tra Russia e Turchia

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© Sputnik. Alexei Druzhinin
Il presidente russo Vladimir Putin ha detto di aver l'impressione che la leadership turca stia spingendo in un vicolo cieco le relazioni russo-turche.

"Sembra che il governo turco deliberatamente stia conducendo le relazioni russo-turche ad un punto morto, ci dispiace", ha detto Putin durante il conferimento delle credenziali al Cremlino.

Secondo Putin, l'abbattimento dell'Aviazione turca del bombardiere russo Su-24 è assolutamente inspiegabile se non come una "pugnalata a tradimento alla schiena".
"Non posso non dire che riteniamo assolutamente inspiegabili i colpi alle spalle a tradimento di coloro che vedevamo partner e alleati nella lotta contro il terrorismo. Mi riferisco all'incidente con l'abbattimento del bombardiere russo da parte dell'Aviazione turca", — ha detto Putin.
Ha inoltre osservato che l'espansione dello "Stato Islamico" è frutto della passività di alcuni Paesi che hanno direttamente favorito i terroristi.
"E' la passività di alcuni Paesi, che spesso aiutano direttamente il terrorismo, ad aver portato alla ribalta lo "Stato Islamico", — ha detto il capo di Stato russo.
"Noi continueremo con perseveranza i nostri sforzi per negoziare con tutti i partner coinvolti nei negoziati di Vienna", — ha detto Putin.
Ha sottolineato che la Russia si basa sull'interesse di tutti i Paesi per un lavoro di squadra coordinato.

Blackbox

Il petrolio e l'amicizia con ISIS: segreti e conflitti d'interesse della famiglia Erdogan

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© Foto: DHA
La principale fonte di denaro di cui beneficia lo "Stato Islamico" proviene dalla vendita di petrolio. Secondo i media turchi e siriani, gestisce il trasporto e le importazioni di petrolio dai territori controllati dall'ISIS Bilal Erdogan, figlio del presidente turco.

Bilal Erdogan è il proprietario di diverse compagnie di navigazione. Secondo alcune indiscrezioni, avrebbe firmato un contratto di esclusiva per trasportare il petrolio dello "Stato Islamico" nei mercati asiatici. Le aziende logistiche di Bilal Erdogan nei porti di Ceyhan (Turchia) e di Beirut (Libano) hanno dei moli speciali dove le navi cisterna consegnano il petrolio di contrabbando, scrive "Rossiyskaya Gazeta".

In una recente intervista con i media turchi Gürsel Tekin, vicepresidente del "Partito Popolare Repubblicano", aveva dichiarato:
"il presidente Erdogan non vede alcun illecito nelle attività di suo figlio".
Secondo il capo di Stato, Bilal conduce semplicemente affari con le società giapponesi.
"Ma in realtà Bilal Erdogan è impelagato in attività terroristiche, ma fino a quando suo padre sarà alla presidenza, Bilal godrà dell'immunità," — afferma il politico turco.
Tekin ha aggiunto che la compagnia di navigazione di Bilal "BMZ ltd.", che cura gli interessi commerciali del petrolio dell'ISIS, è a conduzione familiare e le azioni della società appartengono alla famiglia e ai parenti stretti del capo di Stato. Sumeyye Erdogan, la figlia del presidente turco, gestisce un ospedale segreto che si trova in Turchia, vicino al confine siriano. Ogni giorno i camion dell'esercito turco vi portano decine di combattenti feriti dell'ISIS, che vengono curati e rispediti in Siria. Ha segnalato questo fatto un'infermiera che lavorava nella struttura ospedaliera.

Il politologo e attivista sociale siriano Ali Salem al-Assad è sicuro: i terroristi spesso trovano riparo dall'esercito siriano e dai raid dell'Aviazione russa nel territorio turco, dove liberamente vengono fatti passare dalle guardie di frontiera.

War Whore

"Abbattimento del jet russo è segno della disperazione di Erdogan in conflitto Siria"

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© Sputnik. Sergey Guneev
In un articolo per l'Indipendent l'esperto sul Medio Oriente Ranj Alaaldin analizza le possibili "ragioni politiche" dell'incidente avvenuto al confine turco-siriano ed esorta a "prestare attenzione" sulle vere motivazioni di Ankara.

Dietro la decisione della Turchia di abbattere l'aereo russo, che ovviamente non rappresentava alcuna minaccia per il Paese, potrebbe nascondersi una manovra diversiva, ritiene Ranj Alaaldin, l'analista dell'Independent ed esperto sul Medio Oriente.

Secondo Alaaldin, Erdogan è in preda alla disperazione: la politica del suo partito nei confronti della Siria negli ultimi quattro anni si è mostrata essere sbagliata.

Quando è iniziato il conflitto siriano, Ankara aveva sottovalutato la forza del regime di Bashar Assad ed aveva sostenuto i gruppi radicali islamici che volevano rovesciarlo. Allo stesso tempo la Turchia si è allontanata dall'Iran, osserva l'analista.

Quattro anni dopo è diventato chiaro che Assad è saldamente al potere in Siria e il suo regime avrà un ruolo chiave nella risoluzione del conflitto siriano.

Secondo l'analista, Assad e i suoi alleati godono ora non solo del sostegno della Russia, ma in aggiunta la comunità internazionale non richiede più lo scioglimento del regime siriano, ma si è ora focalizzata sulla lotta contro i gruppi radicali, come lo "Stato Islamico". L'Iran è diventato un giocatore chiave nella regione, che l'Occidente oramai non può più ignorare.

Per Erdogan questo riposizionamento dell'Occidente è un ostacolo importante, osserva l'analista: il lungo sostegno ai gruppi islamici radicali come il "Fronte Al-Nusra" e "Ahrar al-Sham" diverrebbe uno spreco di tempo e risorse.

Allo stesso tempo, secondo l'autore, Ankara conduce una violenta campagna per eliminare i curdi. Recentemente hanno dimostrato di essere un alleato affidabile dell'Occidente in Siria ed hanno istituito una regione autonoma, che ha contribuito a far rinascere il nazionalismo curdo in Turchia a dispetto di Ankara.

"La Turchia non è interessata ad una soluzione pacifica del conflitto siriano, che attualmente stanno discutendo le superpotenze mondiali. In preda alla disperazione, cerca di nuovo di concentrarsi sul regime di Assad, cercando in questo modo di compensare i suoi danni in Siria e i fallimenti geopolitici," — evidenzia Alaaldin.

Chess

Intervista a Lavrov: "L'abbattimento del SU-24 è stata una provocazione premeditata"

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© Sputnik. Grigoriy Sisoev
Incontro aperto del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov con la stampa russa e internazionale, all'indomani dell'abbattimento del SU-24 russo in Siria da parte di un F-16 turco.

Nessuna guerra con la Turchia

"Noi non faremo la guerra con la Turchia. "Le relazioni col popolo turco non cambiano. Abbiamo delle pretese nei confronti della leadership politica turca."

La Russia rivedrà gli accordi con la Turchia

Abbiamo sempre cercato di mantenere un approccio costruttivo con la Turchia. Purtroppo Ankara non ha fatto altrettanto nei nostri confronti. Ora il governo russo ha l'incarico di rivedere tutto il complesso di accordi firmati con la Turchia.

Sanzioni artificiali non sono reazione

In Turchia si sono già verificati tutta una serie di fenomeni terroristici che minacciano la sicurezza dei nostri cittadini e non solo. Noi reagiremo a quanto successo, ma non creeremo artificialmente delle condizioni che possano complicare le relazioni fra i nostri popoli e le relazioni commerciali fra i nostri imprenditori e le nostre imprese e quelle turche.

Sulla raccomandazione ai russi di non recarsi in Turchia:

Non è una vendetta. Non è una cosa detta a caldo. E' una raccomandazione fatta sulla base di un'analisi obiettiva delle condizioni attuali in Turchia.

Sulla reazione della NATO e i contatti con l'Europa

Il segretario della Nato Jens Stoltenberg, ieri, a conclusione della riunione a Bruxelles ha detto che quanto accaduto ancora una volta "Conferma la pericolosa vicinanza dell'infrastruttura militare russa alle frontiere della NATO". Spero che tutti i presenti siano sufficientemente istruiti da capire l'artificiosità di questa frase.

Federica Mogherini ha chiesto una conversazione telefonica. Dopo l'incontro probabilmente avrò una conversazione telefonica con lei.

2 + 2 = 4

Video. Prove, non parole: Il Ministero della Difesa russo ha mostrato i dettagli dell'abbattimento del Su-24

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© rt
Il ministero della Difesa russo ha pubblicato il video che mostra lo schema della demolizione del Su-24 in Siria da parte di un caccia F-16 turco. Secondo questa mappa, nessun bombardiere russo ha violato lo spazio aereo turco. Al contrario, l'F-16 ha attraversato il confine turco con la Siria per attaccare il bombardiere russo.


Nel video, la traiettoria dell'aereo militare russo su territorio siriano è segnata con il rosso: il Su-24 è decollato dalla base aerea Jmeimim, ha fatto una manovra ed è volato ad una distanza di un chilometro dal confine con la Turchia. Quando il bombardiere russo si è allontanato dal confine, il caccia F-16 della Turchia (la sua traiettoria è verde) lo ha raggiunto nello spazio aereo siriano e lo ha attaccato con un missile. In seguito, l'F-16 ha fatto un giro ed è tornato in territorio turco.

Martedì scorso, il ministero della Difesa russo ha confermato la notizia di un bombardiere tattico Su-24 appartenente alla forze aeree russe precipitato in Siria, vicino al confine turco. Secondo il Ministero, l'aereo schiantato volava nello spazio aereo della Siria e non ha violato il confine con la Turchia, come affermano mezzi oggettivi di controllo.