Scienza & Tecnologia
L'obiettivo della ricerca è quello di approcciarsi ed esplorare la generazione di nuove malattie dei cani visto che sono molto vicini agli esseri umani in termini di metabolismo, fisiologia e caratteristiche anatomiche ha spiegato il responsabile della ricerca Liangxue Lai. Hercules e Tiangou, i due beagle sottoposti a questa primissima sperimentazione fin dalla nascita, avranno, secondo i medici, più muscoli e potranno anche essere utilizzati nella caccia, o in operazioni di polizia e militari. Ma sarà davvero necessario sfruttare gli animali?
«Nel dicembre 2015, dopo la congiunzione con il Sole, la C/2013 US10 riapparirà nei cieli del mattino del nostro emisfero, brillando di magnitudine 4 e quindi ben visibile ad occhio nudo», ha commentato l'Osservatorio Romano a settembre del 2014.Per la Nasa invece, «data l'imprevedibilità delle comete, nessuno lo può dire con certezza, ma sembra una buona scommessa». Gli astronomi hanno pubblicato la fotografia di Astrograph, registrata ad agosto 2015. In quel momento era di magnitudine 8 (le stelle di magnitudine vicina a 0 o minori sono le più luminose, mentre quelle con magnitudine maggiore sono meno visibili).
Dal 18 al 23 ottobre sono molto visibili nel cielo le Orionidi che, insieme alle famose stelle cadenti del 10 agosto, o della notte di san Lorenzo, rappresentano il fenomeno più noto che viene immaginato quale caduta, o passaggio, di stelle lontane, mentre in realtà sono detriti che si surriscaldano nel passaggio attraverso l' atmosfera terrestre causando il brillamento temporaneo osservabile maggiormente in questi due brevi periodi dell' anno.
Le Orionidi sono i frammenti che la cometa di Halley ha lasciato dopo il suo ultimo volo ravvicinato al sole. Quest'anno sarà particolarmente fortunato visto che la luna, seppur in fase crescente, tramonterà poco dopo le 23 lasciando il cielo perfettamente al buio, fatta eccezione per il disturbo causato dalle luci artificiali.
La Costellazione di Orione
Orione o il Cacciatore (in latino Orion) è un'importante costellazione, forse la più conosciuta del cielo, grazie alle sue stelle brillanti e alla sua posizione vicino all' equatore celeste, che la rende visibile dalla maggior parte del pianeta. La costellazione consta di circa 130 stelle visibili a occhio nudo ed è identificabile dall'allineamento di tre stelle che formano la Cintura di Orione, incorniciate da un rettangolo di quattro stelle più luminose; le tre stelle della Cintura sono chiamate in diversi modi a seconda della tradizione: i Tre Re, i Re Magi (secondo una tradizione contadina dell'Italia centro-settentrionale), il rastrello, i tre mercanti, i bastoni.
La sagoma dell'eroe è invece delineata da nove stelle.
Orione si trova accanto al fiume Eridano, con i suoi due cani da caccia Cane Maggiore e Cane Minore, combattendo contro il Toro. Anche un'altra sua preda, la Lepre, si trova vicino.
Orionidi. Le stelle cadenti più belle d'autunno sono già visibili. Anche se il picco è atteso per il 22 ottobre, nel corso di queste sere sarà possibile vedere attraversare il cielo dalle caratteristiche meteore autunnali.
Uno degli scogli più importanti in ricerca è quello di poter attivare le cellule, in particolare i neuroni, in modo specifico. Per questo da anni si studia una tecnica chiamata optogenetica che permette di attivare o silenziare neuroni target attraverso impulsi di luce laser. Questo è possibile grazie a proteine sensibili alla luce che vengono inserite nei canali ionici nella membrana cellulare: sono infatti proprio questi canali che, modulando il passaggio degli ioni, creano il potenziale d'azione e quindi il segnale nervoso.
Tutti i metodi sperimentati finora, però, presentano delle limitazioni. Per esempio l'optogenetica è piuttosto invasiva perché per far arrivare l'impulso di luce alle cellule nervose è necessario impiantare delle fibre ottiche nel cervello.
L'idea è stata quindi quella di mettere a punto un metodo simile, ma con l'utilizzo di ultrasuoni a bassa frequenza che possono attraversare l'organismo senza essere diffusi, cosa che invece accade utilizzando le tecniche che sfruttano gli impulsi di luce.
"Questo - ha affermato Stuart Ibsen, tra gli autori dello studio - sarebbe un notevole vantaggio quando si vuole stimolare una regione profonda del cervello senza influenzare le altre".
L'oggetto identificato pochi giorni fa, invece, nella notte di Halloween del 31 ottobre passerà a "soli" 499 mila chilometri dalla Terra, diventando l'oggetto spaziale più vicino al nostro pianeta da luglio 2006.
Gli esperti che stanno monitorando questo asteroide stimano che dovrebbe avere un diametro tra i 280 e i 620 metri (sette volte la lunghezza di un campo di calcio), precisano che sta arrivando nella nostra direzione a circa 126.000 km all'ora - ovvero 35 km al secondo, velocità "insolitamente alta", fanno sapere dalla Nasa - e concludono dicendo che passerà a circa 1.3 volte la distanza che separa la Terra dalla Luna.
Secondo l'astrofisico Gianluca Masi, comunque, "non ci sono pericoli di impatto con il nostro pianeta".
Il primo nodo è quello dei finanziamenti: il piano prevede uno stanziamento totale di 12 miliardi di euro, la metà dei quali provenienti da privati, ed ecco che sorge il primo problema: come si evince dal documento "Strategia italiana per la banda ultra larga", redatto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, "l'intensità della partecipazione privata non è stata definita", quindi parliamo di fondi il cui ammontare potrebbe essere inferiore a quanto preventivato o che, nel caso peggiore, potrebbero non arrivare mai. Qualche dubbio permane anche sulla componente pubblica del finanziamento... siamo pur sempre in Italia, quindi non c'è la certezza che i contributi vengano erogati integralmente e tempestivamente.
Tra queste costellazioni, infatti, si trova una stella "bizzarra", invisibile ad occhio nudo, ma visibile al telescopio spaziale Kepler, che ha fissato le stelle per più di quattro anni, a partire dal 2009. "Non avevamo mai visto nulla di simile", dice Tabetha Boyajian, ricercatrice presso Yale. "E 'stato davvero strano. Abbiamo pensato che poteva trattarsi di dati errati o di difetti al telescopio, ma abbiamo controllato ed era tutto in ordine".
Come riportato dalla NASA, il gigantesco 'buco' si è aperto nella parte più esterna dell'atmosfera del Sole, quella che si vede chiaramente durante le eclissi totali e chiamata corona solare. E' un fenomeno noto, chiamato 'buco coronale' e appare come una macchia più scura e fredda sul disco del Sole. Questa volta, però, l'area nera è davvero molto estesa, come indicano le immagini spettacolari catturate dal telescopio solare Sdo (Solar Dynamics Observatory) della Nasa.
Ovvero il pilota automatico, attivabile in determinate situazioni ed in accordo con le leggi vigenti.
Il punto è che la Tesla è una Automat, lo è già da due anni e l'unico motivo per cui ha bisogno ancora di essere guidata riguarda anzitutto le leggi che regolamentano questa nuova fattispecie (e le assicurazioni), e poi un adeguato beta test.
Beta Test che è finito per almeno alcune situazioni.
Ora speriamo che questa tecnologia si trasferisca presto ad autoveicoli con motore tradizionale e dal costo meno esagerato. Si mormora che Mercedes sia già pronta e che Volvo ci sia molto vicina.
Ma cosa fa esattamente questa prima limitata versione di autopilota Tesla?
Gli scienziati quindi hanno usato il telescopio Hubble della NASA e hanno prodotto nuove mappe di Giove - il primo di una serie di ritratti annuali del pianeta esterno del sistema solare. La raccolta di queste immagini annuali, aiuterà gli scienziati attuali e futuri a vedere come questi mondi giganti cambiano nel tempo. Le osservazioni sono progettate nel tempo, per catturare una vasta gamma di perturbazioni e anomalie, tra cui i venti, le nubi, le tempeste e la chimica atmosferica.
La Grande Macchia Rossa
Le immagini inviate dal telescopio spaziale Hubble rivelano un filamento mai visto prima all'interno della Grande Macchia Rossa di Giove, che continua a restringersi e a diventare più circolare. Grazie alle foto del telescopio spaziale Hubble è stato possibile calcolare la velocità dei venti nella macchia rossa, che soffiano a 150 metri al secondo.