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Comment: DIMMI COSE BELLE: Fabiola, una trisomia di 31 anni - Prima Parte


la scuola

Questi ultimi trent'anni in Italia sono stati molto importanti per l'estendersi delle conoscenze e dei risultati in merito alle potenzialità cognitive e sociali delle persone con disabilità, grazie al loro inserimento nella scuola di tutti, come enunciato nella Legge quadro n. 104/1992. In particolare per quanto riguarda le persone con sindrome di Down vediamo che esse accedono in numero sempre crescente a competenze sempre più alte.

L'inserimento di un alunno con disabilità può talvolta essere fonte di dubbi e preoccupazioni per il personale docente e non docente e per i compagni di classe poiché poco formati e informati sulle reali competenze e difficoltà dell'alunno/compagno, ma anche sulle strategie didattiche e relazionali più idonee. Avere un alunno con sindrome di Down in classe può indurre dubbi e preoccupazioni negli insegnanti sia dal punto di vista degli apprendimenti che degli aspetti educativi e relazionali.
Attraverso la mia esperienza spesso emerge che i docenti, soprattutto nella prima classe dei diversi cicli scolastici, hanno un periodo di incertezza iniziale e poi individuano in questo alunno potenzialità e competenze per loro "imprevedibili".

Ho voluto riflettere sulle domande e le affermazioni più ricorrenti che ho incontrato parlando con docenti e compagni di classe. Alcuni di questi pensieri sono passati nelle loro menti, un po' per paura e un po' per poca informazione. Fatto sta che timori, pregiudizi e stereotipi antichi accumulati dentro tutti noi orientano il modo di rapportarsi all'alunno e influenzano le aspettative. E tutto questo determina una difficoltà di approccio all'alunno/compagno sia dal punto di vista didattico che educativo relazionale. Ma quando l'inserimento di un alunno con disabilità è vissuto con passione e gestito con professionalità scattano negli insegnanti curiosità, interesse e voglia di mettersi in gioco.

Si parte da dubbi e domande, ma poi prendono forma esperienze di buone prassi. Premesso che non esistono "ricette precostituite" valide per tutti e che ogni situazione è un'esperienza a sé, provo dunque a dare (attraverso l'esperienza di Fabiola) alcuni spunti di riflessione che partono da ciascuna di quelle domande, nella convinzione che interrogarsi è il primo importante passo verso una buona integrazione dell'alunno con disabilità nella scuola di tutti. Questa poi è un'opportunità di crescita per tutti: alunno con sindrome di Down, docenti e compagni di classe.

Non bisogna dimenticare che la normativa italiana è all'avanguardia rispetto agli altri paesi che stanno cercando di andare nella nostra stessa direzione. Ma cominciano a soffiare nelle scuole italiane venti emarginanti in direzioni diverse, per esempio in direzione degli extracomunitari. È breve il passo verso una deriva e una focalizzazione sulle persone con disabilità, anche se sappiamo che le loro famiglie sono ormai ben agguerrite per difendere i loro diritti.

Assodato che l'integrazione è un diritto, la scuola DEVE organizzarsi affinché venga assicurato tale diritto, che è acquisito sul piano della normativa al punto di avere diffusamente modificato la rappresentazione sociale delle persone con disabilità, anche intellettiva.

Ma, a quanto pare, ancora non abbastanza acquisito all'interno del corpo docente, se vi attecchiscono i pensieri di cui sopra, pensieri di pietismo o di elusione o talvolta di disimpegno. È utile ribadire che l'alunno con disabilità è un alunno della classe come tutti gli altri e che quindi è necessaria la presa in carico da parte di tutti i docenti e non solo dell'insegnante per il sostegno. È anche utile riflettere che se nella scuola si parla di meritocrazia è auspicabile che questa non veicoli per vie sotterranee un pregiudizio negativo nei confronti di chi si presenta con minori "meriti" iniziali. Attuare il diritto allo studio e rispettare la diversità dei differenti livelli di partenza significa, come indica la normativa, prevedere la possibilità di individualizzare il percorso di apprendimento secondo le potenzialità e le competenze del singolo alunno.

Ma se è vero che tutti devono avere la possibilità di migliorare il proprio apprendimento rispetto ai livelli di partenza, perché degli insegnanti di fronte ad un alunno con disabilità continuano a farsi queste domande?

Fabiola nel suo percorso scolastico dalla materna alla scuola d'Arte, non ha trovato sempre insegnanti di sostegno che hanno dato segni di positività, ma in compenso la mia signorina ha dato in cambio il massimo del suo affetto ai compagni e agli insegnanti. Tale situazione ha permesso ai compagni e alla scolaresca in genere di poter fare un percorso scolastico dignitoso e produttivo.

Ascolta Amore mio

Tu amore mio ascolta tuo Padre,
Down pura vivi con me e per te devi ascoltare,
spegni la luce con un gesto d'amore,
se vuoi abbraccia il giorno con la luce negli occhi.
Con una matita fai un cerchio rotondo
e abbraccia il mondo;
con un palmo di dito attraversi la terra,
e giri per scoprire il mondo,
se allarghi la mano abbracci la terra,
e se dopo la stringi scopri la madre,
in un abbraccio fraterno ti senti felice,
con un sorriso ti senti compresa,
esci di casa e trovi un amico,
dopo comprendi che tutto è felice e siamo tutti nel mondo,
siamo tutti in cammino e tutti dentro la sfera.
Siamo protetti da un cielo stellato e da sentimenti educanti.
Proteggimi dolce amore con l'amore che hai.

Da Papà che riceve di più di quello che ti da.


Sesta Parte